come difendersi dalle contestazioni dell’Agenzia delle Entrate

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L’Agenzia delle Entrate avvia una campagna di controlli per verificare l’aggiornamento delle rendite catastali degli immobili che hanno beneficiato del Superbonus.

Chi ha usufruito del Superbonus 110% ha l’obbligo di aggiornare i dati catastali del proprio immobile, se i lavori effettuati hanno comportato una variazione della rendita. I vari uffici territoriali delle imposte stanno effettuando i controlli per verificare l’adempimento di tale obbligo. In questo articolo, faremo chiarezza su chi rischia di ricevere le lettere dell’Agenzia e cosa fare in caso di mancato aggiornamento della rendita catastale. Vedremo, in sintesi, come difendersi dalle contestazioni dell’Agenzia delle Entrate per Superbonus 110% e mancato adeguamento catastale.

Cosa prevede la normativa in merito al Superbonus e all’aggiornamento catastale?

La legge di Bilancio 2024 prevede che chi ha beneficiato del Superbonus 110% (e di altri bonus edilizi) sia tenuto ad aggiornare i dati catastali del proprio immobile, se i lavori effettuati hanno comportato una variazione della rendita. Questo obbligo riguarda sia gli interventi di efficientamento energetico che quelli di riduzione del rischio sismico.

Salvo rare eccezioni, è necessario presentare una variazione catastale ogni volta che si modifica anche solo internamente la disposizione degli spazi di un’unità immobiliare. Tuttavia, esistono situazioni in cui, nonostante la pianta rimanga invariata, i lavori eseguiti richiedono comunque la presentazione della variazione.

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Secondo la normativa catastale, è obbligatorio presentare la variazione quando il costo dei lavori (includendo sia quelli relativi alla singola unità che la quota condominiale) supera il 15% del valore immobiliare originale. Nel calcolo, è importante considerare anche il valore a nuovo degli impianti sostituiti, e solo un tecnico può effettuare questa valutazione accurata.

Per esemplificare, in un condominio la realizzazione di un cappotto termico e la sostituzione della caldaia condominiale solitamente non superano la soglia del 15%. Tuttavia, aggiungendo un impianto fotovoltaico, lavori di adeguamento sismico e climatizzazione nelle parti comuni, il costo complessivo può facilmente eccedere il 15%, soprattutto se si includono lavori nelle singole unità come la sostituzione degli infissi.

Analogamente, in una casa unifamiliare, interventi come il cappotto termico e la sostituzione della caldaia potrebbero non superare il 15%. Ma se si aggiungono altri lavori, come un impianto fotovoltaico e la sostituzione degli infissi, è probabile superare questa percentuale. Alcuni interventi, come l’installazione del riscaldamento a pavimento, possono risultare particolarmente costosi, dato che richiedono demolizioni e rifacimenti dei pavimenti.

Come avvengono i controlli dell’Agenzia delle Entrate?

L’Agenzia delle Entrate effettua i controlli incrociando i dati relativi alle cessioni dei crediti legate al Superbonus con le informazioni presenti nella banca dati catastale. Se per un immobile che ha beneficiato del Superbonus non risulta presentata la dichiarazione di variazione catastale, il contribuente potrebbe ricevere una lettera dall’Agenzia.

Chi rischia di ricevere la lettera dell’Agenzia delle Entrate?

Potrebbe ricevere la lettera chi:

  • ha usufruito del Superbonus 110% (o di altri bonus edilizi);
  • ha effettuato la cessione del credito;
  • non ha presentato la dichiarazione di variazione catastale, pur essendovi obbligato.

Quali sono le sanzioni per chi non aggiorna la rendita catastale?

Le sanzioni per chi non aggiorna la rendita catastale variano a seconda della gravità dell’omissione. Possono andare da un minimo di €1.291,14 a un massimo di €10.329,14.

L’aggiornamento della rendita catastale è importante per diversi motivi:

  • correttezza fiscale: assicura che le imposte sugli immobili siano calcolate in modo corretto;
  • valore dell’immobile: una rendita catastale aggiornata riflette il reale valore dell’immobile, il che può essere utile in caso di vendita o di richiesta di un mutuo.

Cosa fare se si riceve la lettera dell’Agenzia delle Entrate?

Se si riceve la lettera dell’Agenzia delle Entrate, è necessario innanzitutto verificare con un tecnico qualificato (geometra, architetto) se sussiste effettivamente l’obbligo di aggiornamento catastale. Con l’aiuto del tecnico, o avvalendosi dell’assistenza dello sportello comunale, ove istituito, il contribuente dovrà accertare se i lavori effettuati hanno comportato una variazione della rendita catastale.

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Se la verifica conferma l’obbligo di aggiornamento, il contribuente (o il suo delegato) dovrà correggere l’omissione presentando la dichiarazione di variazione catastale (Docfa) e avvalendosi del ravvedimento operoso per regolarizzare la propria posizione con il pagamento di una sanzione ridotta.

Se la verifica conferma la correttezza del comportamento tenuto dal contribuente e, di conseguenza, l’assenza di un obbligo di aggiornamento catastale, sarà necessario fornire chiarimenti e precisazioni all’Agenzia delle Entrate. Questo può essere fatto tramite il canale telematico Civis, allegando la documentazione necessaria a dimostrare la propria posizione, come ad esempio una perizia tecnica che attesti che i lavori non hanno comportato un aumento della rendita catastale.

Cosa succede in caso di inerzia del contribuente?

In caso di mancata risposta da parte del contribuente, l’Agenzia delle Entrate potrebbe notificare un avviso di accertamento, attribuendo d’ufficio la nuova rendita catastale e richiedendo il pagamento delle imposte dovute, con relative sanzioni.

È possibile contestare l’avviso di accertamento?

Qualora l’avviso di accertamento fosse ritenuto non corretto, è possibile presentare ricorso in autotutela all’Agenzia delle Entrate o ricorso formale alla Corte di Giustizia Tributaria competente per territorio entro 60 giorni dalla notifica dell’atto.

9. Quali sono le sanzioni per chi non aggiorna la rendita catastale?

Le sanzioni per chi non aggiorna la rendita catastale variano a seconda della gravità dell’omissione. Possono andare da un minimo di €1.291,14 a un massimo di €10.329,14.



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