La situazione all’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria continua a essere turbolenta. Il recente cambio di Statuto (rimasto ancora in sospeso) e la nomina del Rettore Fulvio Gismondi avrebbero generato ulteriori tensioni tra le istituzioni locali e il Consiglio di Amministrazione (CdA).
Secondo quanto emerso ed anticipato da Citynow, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha inviato due note, rispettivamente il 25 novembre e il 4 dicembre 2024, che solleverebbero dubbi sulla legittimità di alcune decisioni prese dall’Ateneo.
Le note del Ministero e la pubblicazione dello statuto
Con la prima nota, datata 25 novembre 2024, il Ministero avrebbe chiesto di sospendere la nomina del Rettore fino alla conclusione di un’istruttoria avviata per approfondire la legittimità del CdA. Con la seconda nota, datata 4 dicembre 2024 (prot. n. 0016937), ha richiesto ulteriori documenti per verificare la legittimità del CdA a deliberare sulla modifica statutaria.
Nonostante queste richieste, il nuovo statuto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 298 del 20 dicembre 2024), suscitando reazioni accese a partire proprio dal MiUr, che con un documento ha evidenziato che si tratta di modifiche statuarie “nulle”, senza effetti.
Circostanza smentita dall’Università con una nota diretta alla nostra redazione, ma poi confermata dalla nota del Ministero…
Nuova denominazione e rimozione del riferimento a Reggio Calabria
Il nuovo statuto vorrebbe introdurre, tra le varie novità, il nome “Università Internazionale per la Coesione Sociale e lo Sviluppo Tecnologico (UNICoST)”, eliminando ogni riferimento a Reggio Calabria. Questo cambio segnerebbe un chiaro distacco dal radicamento locale e mirerebbe a posizionare l’Ateneo come centro di eccellenza nazionale e internazionale (Art. 1, comma 1). Come anticipato da CityNow, questa scelta sarebbe parte di una strategia più ampia per trasformare l’Università in un centro di eccellenza con ambizioni nazionali e internazionali.
Possibilità di attivare sedi fuori dalla Calabria
Pur mantenendo la sede principale a Reggio Calabria, il nuovo statuto prevederebbe la possibilità di aprire sedi in altre città, come Roma e Milano nell’area tecnico-scientifica e nell’area biomedica. Questa espansione strategica, anticipata dal Rettore Gismondi e riportata da CityNow, mirerebbe a offrire nuovi corsi nei settori delle scienze infermieristiche, mediche e motorie (Art. 1, comma 2). Circostanza (anche questa) smentita dall’Università con una nota diretta alla nostra redazione, ma poi inserita nello Statuto…
Estromissione degli enti locali e delle rappresentanze interne
Una delle modifiche più controverse riguarda l’esclusione dal CdA di enti locali storici come il Comune di Reggio Calabria, la Città Metropolitana, la Camera di Commercio e la Società Dante Alighieri. Sarebbero state eliminate anche le rappresentanze di docenti e personale tecnico-amministrativo, consolidando il controllo del CdA nelle mani di nuovi promotori esterni (Art. 10). Questa modifica mirerebbe a ridurre l’influenza degli enti locali a favore di nuovi soggetti esterni.
Esclusione del Ministero e del Collegio dei Revisori
Il Ministero dell’Università e della Ricerca non avrebbe più il diritto di nominare un rappresentante nel CdA, né di designare il Presidente del Collegio dei Revisori. Questa scelta ridurrebbe significativamente il controllo pubblico sull’Ateneo (Art. 10 e Art. 16). Questa decisione avrebbe alimentato ulteriori tensioni con il Ministero.
Ridimensionamento della lingua italiana per stranieri
Il nuovo statuto segnerebbe una transizione rispetto alla missione originaria dell’Ateneo, riducendo l’enfasi sulla diffusione della lingua e cultura italiane per stranieri e puntando maggiormente su discipline tecnico-scientifiche e biomediche (Art. 1, comma 4). Questa scelta mirerebbe a intercettare le nuove esigenze del mercato globale, ma rappresenterebbe un cambiamento significativo rispetto alle finalità tradizionali dell’Università.
Viene data maggiore rilevanza al Centro per la Certificazione della Lingua Italiana (CE.Co.L), che diventerebbe centrale nella strategia dell’Ateneo. Uno degli obiettivi principali sarebbe l’informatizzazione delle procedure per ampliare la diffusione della certificazione (Art. 27).
Nei giorni precedenti all’evento di Capodanno, il Sindaco Falcomatà e il Governatore Occhiuto avrebbero chiesto un incontro urgente alla Ministra dell’Università Anna Maria Bernini, denunciando la forzatura del CdA e del Rettore Gismondi nel pubblicare lo statuto senza attendere la conclusione dell’istruttoria ministeriale.
L’incontro, tenutosi presso il Segretariato Generale del Ministero, alla presenza della Dott.ssa Silvia Nardelli, avrebbe contribuito alla decisione di sospendere gli effetti dello statuto fino al termine dell’istruttoria, come annunciato in un avviso del Ministero pubblicato il 31 dicembre 2024.
“Impugneremo gli atti adottati dal fantomatico Cda – le parole di Falcomatà – compresa l’elezione del rettore che è anche prorettore dell’università Unimarconi. Fin da subito in questa vicenda abbiamo lavorato per il ripristino della legalità, seguendo tutti i passaggi previsti dalla legge senza spettacolarizzare la grave situazione della Dante Alighieri.
È evidente che le modifiche allo statuto, avanzate da questo fantomatico Cda, sono la prova che si vuole spogliare la città di un patrimonio, culturale, sociale, economico e storico, per portare tutto lontano da Reggio Calabria“, ha affermato il primo cittadino, proseguendo nello scontro tra le parti.
2025 anno della verità
Rimarrebbe da chiarire il motivo per cui il CdA non ha risposto, o così pare, alle richieste del Ministero. La legittimità del CdA stesso sarebbe al centro della vicenda, considerato che due consiglieri estromessi (Scarfone e De Medici) non sono ancora stati reintegrati nonostante pronunce giudiziarie favorevoli. Se queste contestazioni venissero confermate, il CdA potrebbe trovarsi composto da un numero insufficiente di membri legittimati a deliberare, rendendo nullo il cambio statutario.
Il 2025 è senza dubbio l’anno cruciale per il futuro dell’Università: è tempo di affrontare una volta per tutte le profonde spaccature interne e trovare un equilibrio tra innovazione e rispetto della sua missione storica.
Ostaggio di interessi (di troppi) e senza ricevere la vera attenzione, che dovrebbe essere fatta di strategie di sviluppo ed espansione, l’ateneo reggino deve scrollarsi di dosso incertezze e paure, litigi e scontri del tutto inutili, iniziando finalmente a programmare il proprio futuro.
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