Perugia, le idee di Confcommercio per rilanciare il centro storico: dai distretti di comunità ai Test Store, fino a Rocca Paolina e suolo pubblico

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Mercato Vianova, Grom, Sinfone Alimentari, l’Osteria del Turreno (che ha riaperto a gennaio con un nuovo nome) e Marucchini. Cinque negozi del centro storico di Perugia hanno abbassato la saracinesca nell’ultimo mese del 2024. A loro, si aggiungono altre chiusure nell’arco dell’anno appena passato: da Castagner al negozio di telefonia di piazza della Repubblica, fino a una pescheria storica all’interno del Mercato coperto, solo per citarne alcune. Una crisi che, nel cuore della città, non sembra avere fine. L’Osservatorio sulla demografia d’impresa di Confcommercio sottolinea che negli ultimi quattro anni il centro storico di Perugia ha perso il 12,04 per cento dei negozi. Numeri che peggiorano mettendo a confronto i dati del 2012 con quelli del 2023: l’Acropoli ha visto chiudere il 30,95 per cento delle sue attività commerciali. Basti pensare che nel 2012 in centro si contavano 349 imprese di commercio al dettaglio, passate a 241 a giugno 2023.

Cosa si può fare, quindi, per cercare di invertire questo trend? “Innanzitutto ascoltare tutte le parti interessate pubbliche e private con un approccio collaborativo, per cercare idee e strategie condivise per valorizzare il centro storico – dice Michele Biselli, presidente Confcommercio mandamento di Perugia – Il tema delle chiusure è cruciale, soprattutto per il futuro dei centri urbani, delle attività commerciali e delle comunità locali. Non succede solo a Perugia, è un trend comune a tutta Italia. Confcommercio Perugia ha avviato una proficua collaborazione con Bergamo, città modello nello sviluppo dei distretti urbani del commercio, per replicare questo successo. L’obiettivo è creare una rete di esperti, uno per città, che possano condividere le proprie esperienze e competenze maturate nel settore, favorendo così una crescita reciproca e lo scambio di best practices”. I distretti urbani del commercio sono tutto ciò che riguarda l’attività e lo sviluppo dei territori e il loro scopo è quello di incentivare e innovare il commercio urbano, favorendo l’equilibrio fra i vari format commerciali e il rafforzamento dell’identità dei luoghi. “Uno dei distretti potrebbe essere il centro storico della città di Perugia”, va avanti Biselli.

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Ma per portare più persone in centro storico va migliorata anche la situazione parcheggi, e infatti Confcommercio, insieme al Comune, a Saba e al Consorzio Perugia in centro, hanno promosso “da più di un mese delle agevolazioni nell’acropoli in modo da incentivare i clienti degli esercizi commerciali, delle attività ricettive e della ristorazione aderenti a Confcommercio e al Consorzio. L’iniziativa sta andando bene, è il primo passo di un percorso che stiamo facendo. Sempre come Confcommercio Perugia, abbiamo invitato la pubblica amministrazione a candidare Perugia come Città Creativa Unesco, per potenziare la sua identità culturale e attrattiva turistica. Il riconoscimento potrebbe portare a un maggiore supporto per i giovani creativi”. Poi però c’è tutta la partita dei grandi centri commerciali e Gdo che aprono nelle zone più periferiche della città. “Abbiamo chiesto che venga data una compensazione per il centro storico o per altri quartieri che in questo modo possono essere rilanciati, penso a Fontivegge. Come? Pensiamo a dei Flagship Store con l’insegna di questi grandi marchi, cioè dei negozi di prossimità che come sappiamo rappresentano un importante presidio economico, sociale, e culturale per le comunità locali e che permetterebbero alla gente che vive in centro di non doversi spostare – spiega Biselli – L’altra idea promossa è invece il Test Store”. In sostanza, per rianimare il centro storico verrebbero concessi ad uso gratuito dei locali per 15 giorni a degli esercizi commerciali o artigianali delle periferie, dopo una verifica delle categorie merceologiche che mancano nell’acropoli. “Il Test Store potrebbe portare un doppio beneficio: invita i clienti abituali delle periferie ad andare in centro e mantiene alto il livello di attenzione per le periferie. Altra cosa che abbiamo chiesto e ottenuto – spiega Biselli – è un tavolo d’ascolto con l’amministrazione comunale che avverrà in questo mese”.

Ma quali sono le altre idee per il centro di Confcommercio Perugia? “Intanto dare una nuova veste alla Rocca Paolina per renderla fruibile tutto l’anno a determinate attività, un centro espositivo permanente, che potrebbe diventare un punto di riferimento per la rigenerazione urbana. Poi regolamentare bene il suolo pubblico, perché va data la certezza agli imprenditori che fanno degli investimenti sui dehors di poterli utilizzare senza smontarli e rimontarli nell’arco del tempo, garantire un equilibrio tra l’utilizzo commerciale, il decoro urbano e il diritto alla fruizione collettiva degli spazi pubblici”. E sui grandi eventi e il nuovo regolamento? “Gli organizzatori potrebbero creare qualche attività anche nelle periferie, sarebbe un’ottima strategia sia per motivi culturali che sociali. Organizzare una collaborazione commerciale fra le attività di periferia e del centro con i grandi eventi, può generare valore per entrambi le parti promovendo il territorio e aumentando il coinvolgimento dei visitatori. Andrebbero offerte delle agevolazioni a chi viene in città proprio in quei periodi in modo da incentivare le spese nell’acropoli. Infine, bisogna cercare di riempire tutti quei 6×3 pubblicitari che rimangono vuoti facendo delle promozioni sulle tariffe, oppure si potrebbe pensare a progetti di street art, di installazioni artistiche temporanee, utilizzarli per diffondere messaggi di interesse pubblico: ne gioverebbe l’immagine della città. Le nostre – conclude Biselli – sono tutte idee e proposte sui cui poter ragionare insieme agli altri attori della città, perché solo insieme potremo provare ad invertire il trend”.



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