La crescita delle obbligazioni verdi è proseguita anche nel 2024, seppure non in maniera uniforme a livello geografico. E nel 2025 promettono di mantenere un ruolo centrale nel panorama finanziario globale.
Nonostante il contesto di tassi di interesse elevati abbia rallentato la crescita rispetto ai ritmi del 2021, la necessità di ingenti investimenti per affrontare le sfide climatiche globali continua a spingere la domanda dei green bond.
Volume I quadrimestre 2024
Secondo Christina Bastin, portfolio manager del team credito asiatico di Man Group, il 2025 sarà un altro anno positivo per i green bond. “Con l’impatto del cambiamento climatico sempre più evidente e le Banche centrali che tagliano i tassi, vediamo forti opportunità per questa categoria di strumenti finanziari”, osserva. Nel 2024, le emissioni hanno raggiunto i 385 miliardi di dollari solo nella prima metà dell’anno, confermando l’attrattiva delle obbligazioni versi sia per gli investitori sia per gli emittenti.
Andamento mercato green bond
La crescita, tuttavia, non è uniforme a livello geografico. In Cina, il mercato ha assunto una dimensione di primo piano, con 616 miliardi di dollari in green bond in circolazione alla fine del 2023. “Dal 2014 la Cina è diventata il più grande mercato di green bond”, spiega Bastin, aggiungendo che il Paese sta lavorando per allineare le proprie emissioni agli standard verdi internazionali, aumentando così la credibilità dei suoi strumenti finanziari. La spinta verso un’energia più pulita è evidente, con piani per aggiungere 1.200 gigawatt di capacità eolica e solare entro i prossimi anni, un obiettivo ambizioso che sarà in gran parte finanziato proprio attraverso questo tipo di prodotto.
Negli Stati Uniti, invece, il panorama è più complesso. La crescita delle emissioni verdi è ostacolata da incertezze normative e da una politica climatica non sempre coerente. “Negli USA si osserva una crescente tendenza al green hushing, con aziende che preferiscono non promuovere apertamente i loro progetti sostenibili”, sottolinea Bastin. Nonostante ciò, alcuni settori, come le utility, stanno spingendo per sostituire le centrali a carbone con impianti a gas naturale o solari, creando opportunità per il finanziamento tramite green bond.
Cosa accade in Europa
Il mercato europeo, intanto, continua a rappresentare un punto di riferimento globale, con circa la metà delle emissioni mondiali di green bond. Ronald Van Steenweghen, gestore fixed income di DPAM, evidenzia che “l’Europa rimane una forza dominante, grazie a grandi emittenti come l’Unione Europea, la Banca Europea per gli Investimenti e KfW.” Tuttavia, le nuove normative, come il Green Bond Standard (EU GBS), potrebbero portare a una maggiore frammentazione del mercato. “Standard normativi incoerenti rischiano di aumentare la ‘stanchezza da ESG’, minando l’interesse degli investitori”, avverte Van Steenweghen.
Sul fronte globale, la crescente trasparenza e il miglioramento degli standard internazionali contribuiscono a consolidare la reputazione dei green bond come strumenti di alta qualità. Emittenti tradizionalmente associati a settori ad alta intensità di emissioni stanno utilizzando sempre più frequentemente questa categoria di obbligazioni per finanziare progetti net-zero credibili. Inoltre, si assiste a una diversificazione delle destinazioni dei proventi, con capitali che iniziano a essere destinati non solo a energie rinnovabili e edifici green, ma anche a iniziative di gestione sostenibile dell’acqua e di protezione della biodiversità.
Le sfide future
Nonostante le sfide normative, il mercato dei green bond è destinato a giocare un ruolo cruciale nel supportare la transizione verso un’economia a basse emissioni. Per gli investitori, questo significa orientarsi in un panorama sempre più complesso, dove approcci distinti emergono in diverse aree geografiche, ma dove l’obiettivo comune rimane quello di finanziare soluzioni innovative per il cambiamento climatico.
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