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Luca De Carlo, senatore e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia: le risulta che sarà impugnata la legge della Regione Campania sul terzo mandato? Se così fosse sarebbe il de profundis anche per Zaia in Veneto?
«Quello che deciderà il Consiglio dei ministri lo sapremo presto, anche se le recenti dichiarazioni del ministro Ciriani e del sottosegretario Fazzolari sembrano indicare una strada precisa. Per quanto riguarda Luca Zaia, con le norme attuali non può essere ricandidato per una quarta legislatura».
La Lega, con il segretario Alberto Stefani, dice che il Veneto spetta al Carroccio perché loro hanno personalità in grado di rappresentare l’intera coalizione e di fare gli interessi del Veneto. Cosa risponde?
«Direi che “ogni scarrafone è bello a mamma soja”. Ogni partito gioca per vincere: mi sorprenderò quando la Lega dirà che non vede l’ora che il prossimo candidato sia di Fratelli d’Italia. Detto questo, Stefani sa che FdI negli anni ha costruito una solida e competente classe dirigente, che va dai consigli comunali a quelli provinciali e regionali, fino al Parlamento. Questo è dimostrato anche dai risultati delle recenti elezioni provinciali anche grazie al supporto di tante realtà civiche che ci vedono come loro punto di riferimento».
Ciriani ha detto che il Veneto spetta a FdI. Perché qui siete il primo partito e perché non avete neanche una Regione al Nord?
«Quello del “risiko delle Regioni” non è un gioco che mi interessa, preferisco invece ricordare e ribadire come sia alle ultime Europee che alle Politiche Fratelli d’Italia è stato il partito più scelto dai veneti. Un risultato ancora più impreziosito da quei 5 punti percentuali guadagnati tra una consultazione e l’altra».
Oltre al suo nome circolano quelli di Elena Donazzan e, come esterno, Matteo Zoppas. Alla fine chi deciderà?
«Alla vigilia delle elezioni, è normale che impazzi il toto-candidato. Sappiamo benissimo di avere tante persone all’altezza, questi ma anche altri nomi, e – se toccherà a Fratelli d’Italia indicarlo – starà al partito scegliere quello che ritene più idoneo. Il mio obiettivo ora è lavorare sui programmi e arrivare compatti all’appuntamento elettorale».
Stefani però non ha escluso una corsa solitaria della Lega. Ritiene possibile uno strappo?
«Non credo che sarà possibile. All’interno della coalizione sappiamo che uniti si vince e a ricordarcelo ci sono le esperienze di divisione di Verona e di Vicenza. Credo che di questo sia convinta anche la Lega, che governa con noi a livello nazionale e che sa quanto sarebbe assurdo spaccarsi in un Veneto governato dalla notte dei tempi dal centrodestra».
Se ci fosse davvero una corsa solitaria della Lega in Veneto, cosa succederebbe? Potreste perdere?
«Sicuramente in una corsa frammentata tutti possono perdere, e questo sarebbe incomprensibile per i veneti che in tutte le occasioni che hanno avuto hanno ribadito con forza la loro indicazione di voto sul centrodestra unito».
A proposito di strappi, in consiglio regionale c’è già stato quello di Forza Italia sul bilancio di previsione.
«C’è tutto il tempo per ricucire e rientrare da queste frizioni: noi ci siamo sempre detti pronti a intervenire e anche a fare da intermediari in queste situazioni».
Congressi di FdI alle porte?
«Sì, tra gennaio e febbraio svolgeremo alcuni congressi: quelli dei circoli nei comuni sopra i 50mila abitanti verranno organizzati direttamente dal coordinamento regionale, mentre per quelli più piccoli l’organizzazione sarà in mano alle segreterie provinciali».
Se FdI avrà il Veneto, rinuncerete al Comune di Venezia?
«Il centrodestra unito deve presentarsi agli elettori con il miglior candidato possibile. Si tratta di strategie di lunga visione che siamo chiamati a fare, nel caso di Venezia con una responsabilità ancora maggiore visto che rappresentiamo l’amministrazione uscente. Credo che la strada sia quella di stare fuori dal toto-nomi, evitare le auto-candidature e le boutade che ormai vediamo quotidianamente, e lavorare tutti insieme su un progetto credibile e concreto. Con queste basi può nascere un ragionamento sereno che porterà all’individuazione dei migliori candidati per il Comune di Venezia».
Elezioni regionali: autunno 2025 o primavera 2026?
«Mi preoccupa più il “come” del “quando”. L’unione del centrodestra – questo ancora una volta il mio appello – è e sarà fondamentale per dare al Veneto un governo che sappia affrontare i problemi della gente e le sfide che il futuro ci proporrà, con la concretezza con la quale il centrodestra unito sta guidando la nazione e con la capacità di rappresentare il più alto numero possibile di cittadini».
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