Todde decaduta, deciderà Consiglio regionale Sardegna. Lei: ‘Vado avanti’

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L’esame delle spese sostenute in campagna elettorale del M5s avrebbe rilevato “sette inadempienze” che hanno portato all’emissione di un’ordinanza di ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale. Ora l’Assemblea dovrà stabilire una data per la decisione. La governatrice, dopo il vertice di maggioranza, garantisce: “Sono certa che i miei atti sono stati corretti, noi continuiamo a lavorare con assoluta motivazione”

“Sono assolutamente certa della legittimità del mio operato e certa che i miei atti sono stati corretti”. Lo ha detto la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, eletta nel febbraio scorso con il campo largo di centrosinistra a trazione Pd-Cinque stelle e che ora rischia la decadenza dopo l’ordinanza-ingiunzione della Commissione di garanzia presso la Corte d’Appello, che ha verificato le spese elettorali di Todde trovando “inadempienze” e dichiarandone la decadenza. “Sono serenamente al lavoro, come potete vedere, dopo anche un confronto con la mia maggioranza. Ovviamente l’atto amministrativo è arrivato dalla Corte d’Appello di ieri, seguirà il suo percorso e sarà ovviamente gestito dai miei avvocati. Io ribadisco la piena fiducia nei confronti della magistratura, la piena fiducia su quelle che sono le azioni che sono state fatte dal Comitato che mi ha rappresentato per le elezioni. E quindi quello che posso dire è che ho la piena motivazione e la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò”.

“Continuiamo a lavorare con motivazione”

Nella mattinata di oggi, 4 gennaio, si è tenuto un vertice d’urgenza dei capigruppo della maggioranza in Consiglio regionale dopo l’ordinanza-ingiunzione. Alla riunione era presente la stessa presidente, che al termine ha rilasciato alcune dichiarazioni. “Voglio ricordare a tutti che siamo stati eletti per servire i sardi e questo chiaramente non finisce fino a quando non ci sono atti definitivi, quindi noi continuiamo a lavorare con assoluta motivazione perché per questo noi siamo stati eletti e per questo noi riceviamo soldi pubblici. Quindi ci mancherebbe che non continuiamo a lavorare in maniera motivata come dobbiamo fare. Il tema della legittimazione non si pone nella misura in cui non ci sono atti definitivi. Il Consiglio regionale farà il suo percorso e nel frattempo continuiamo a lavorare con assoluta motivazione e soprattutto con assoluta legittimazione”. Quindi nessuna irregolarità? “Sicuramente non nel merito. Poi, nella forma, nei formalismi – io non sono un giurista – non posso entrare”, ha detto la presidente della Regione Sardegna. “Abbiamo ricevuto osservazioni da

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parte della Corte d’Appello e abbiamo risposto con una memoria. In questo modo collaborativo, come abbiamo sempre fatto, continueremo a confrontarci nel merito”. Nelle scorse ore, Todde aveva già fatto sapere che avrebbe presentato ricorso al tribunale ordinario contro il provvedimento amministrativo che, a quanto emerge, solleva almeno sei contestazioni, dall’indicazione del mandatario all’individuazione di un conto corrente dedicato e di alcune spese.

Il legale di Todde: “Situazione assurda”

“Sto cercando di capire meglio la situazione, che a prima vista mi pare abbastanza assurda, perché sostanzialmente non c’è nessuna irregolarità sostanziale, ma ci sono delle irregolarità formali che possono determinare sanzioni pecuniarie, ma non certo la decadenza”, ha detto all’Ansa l’avvocato Benedetto Ballero, dello studio a cui la presidente della Regione Sardegna si è rivolta per tutelarsi nel procedimento aperto dal Collegio di garanzia elettorale. Per il legale, tale provvedimento “appare forzato e anche un’invasione del risultato elettorale, perché non si può determinare una decadenza per un brufolino. Tra le altre cose contestano una fattura che è arrivata dopo, di 130 euro dell’Enel per un locale”. Sette i profili di irregolarità contestati, di cui uno già chiarito con una memoria. “La cosa certa – aggiunge Ballero – è che per scelta prioritaria, la presidente non ha ricevuto un contributo né ha fatto alcuna spesa personalmente e quindi non si possono contestare i mancati adempimenti che deve rispettare chi si occupa della campagna elettorale”. In sintesi Todde avrebbe scelto di non essere in prima persona la referente della propria campagna in termini economici e dunque la tesi è che nulla le si può contestare. “Il mandatario deve essere nominato per fare spese o ricevere contributi, chi non fa né spese né contributi non deve nominare il mandatario”, chiarisce il legale. Non è ancora chiaro quali sono i prossimi passi, anche perché al momento sarebbe l’unico caso in Italia in cui viene pronunciata una decadenza in questo modo: “Essendo un provvedimento amministrativo, preso da un organo amministrativo per quanto straordinario, le regole dovrebbero dire che è impugnabile al Tar, ma stiamo ancora valutando i termini”, spiega il legale, facendo capire che il ricorso al tribunale ordinario non sarebbe l’unica strada percorribile.




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Le “inadempienze” contestate

Dieci pagine e sette punti contestati: è il provvedimento del Collegio regionale di garanzia elettorale, in seno alla Corte d’Appello di Cagliari e composto dalla stessa presidente della Corte d’Appello, Gemma Cucca, che lo presiede e da sei componenti effettivi (Dario De Luca, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Maria Luisa Scarpa, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Francesco Alterio, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Riccardo Fercia, docente universitario; Roberta Asuni, dottore commercialista e Tullio Conti, dottore commercialista). Secondo il collegio, la dichiarazione relativa alle spese elettorali della campagna della presidente Todde non sarebbe “conforme” a quanto sancito da due norme, la legge nazionale 515 del 1993 e la regionale 1 del 1994 che la recepisce. In secondo luogo “non risulta essere stato nominato il mandatario, la cui nomina deve ritenersi obbligatoria” ai sensi delle due leggi richiamate. Ancora, si legge nel documento, “non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi”. E poi, quarto punto, “non risulta l’asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato”. Secondo il collegio, ancora, “non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale” e “non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti per la campagna elettorale come previsto dalle due norme sopra citate”. E poi l’ultimo punto: non sarebbe chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte durante la campagna attraverso PayPal, somme comunque non rilevanti. Per i componenti del collegio, dunque, il rendiconto del comitato elettorale del M5s, inviato il 23 maggio 2024 in adempimento degli obblighi previsti dalle leggi, firmato dal senatore Ettore Licheri e inviato alla Corte dei Conti, non chiarisce “se le spese indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di consigliere sostenuti dal Movimento”. Secondo il collegio, la dichiarazione elettorale presentata riporta “di aver sostenuto spese, come da rendiconto allegato, per complessivi euro 90.629,98 e di aver ricevuto contributi e o servizi per euro 90.670,00”. Nel documento il collegio riporta di aver ricevuto i documenti e la memoria della presidente a integrazione dei dubbi sollevati, ma sostiene non siano sanabili.

Cosa succede in caso di decadenza

Non è affatto scontato che la governatrice eletta il 26 febbraio 2024 con il 45,3% delle preferenze – superando di 0,3 punti percentuali il candidato del centrodestra Paolo Truzzu (ex sindaco di Cagliari ed esponente di Fratelli d’Italia) – non porterà a termine il suo mandato di cinque anni. La palla passa infatti al Consiglio regionale, e i tempi potrebbero essere lunghi. In caso di decadenza, si tornerà alle urne. Intanto Todde resta alla guida della giunta regionale. Come previsto dalla legge, l’atto è impugnabile presso il tribunale ordinario e la stessa governatrice ha annunciato che lo farà. Contro l’ordinanza-ingiunzione che dichiara la decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, la governatrice ha confermato la doppia strada del ricorso, anche se la palla passa ora al Consiglio regionale che dovrà decidere se ratificare o meno quanto stabilito in via amministrativa, In questo caso però si aprirebbero scenari difficilmente determinabili. Di sicuro i tempi della politica – ma anche quelli giudiziari per i ricorsi – non saranno brevi: il provvedimento dovrebbe transitare ora per la giunta delle elezioni e poi per l’aula legislativa del palazzo consiliare.

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