ROSOLINA – È stata accolta con un misto di soddisfazione e sorpresa la recente sentenza del Tar Lazio che ha di fatto annullato l’aumento del 25% sui canoni delle concessioni balneari deciso nel 2023 dal Ministero delle Infrastrutture. Il tribunale, infatti, ha ritenuto che l’aumento fosse ingiustificato e basato su un metodo di calcolo errato, impiegando un indice statistico che non rispondeva alle disposizioni della legge. La vicenda aveva avuto inizio con il ricorso della “Gestione Villaggi Turistici Rosapineta”, società che opera sul demanio marittimo e che ha contestato l’applicazione di un incremento dei canoni che, secondo la società e i suoi legali, era stato calcolato in modo errato dal Ministero. A supporto della causa si era costituita anche l’associazione “Assoterminal”, a difesa degli interessi degli operatori del settore balneare. Di norma i canoni delle concessioni demaniali marittime vengono aggiornati annualmente dal Ministero delle Infrastrutture sulla base degli indici Istat relativi all’inflazione e, fino al 2022, gli aumenti erano stati contenuti in pochi punti percentuali. Nell’anno successivo, però, il Ministero aveva previsto un maxi aumento del 25%, basandosi su un calcolo che, secondo il Tar, non era però conforme alla normativa vigente. Nel luglio 2023 il Consiglio di Stato aveva già sospeso l’aumento, ritenendolo ingiustificato, e la decisione di questi giorni del Tar Lazio ha confermato quella linea, dichiarando l’aumento nullo. Il giudice amministrativo ha sottolineato come il Ministero abbia adottato un “indice statistico non contemplato dalla fonte primaria”, utilizzando una media fra due diversi indici Istat anziché attenersi al valore unico previsto dalla legge. La sentenza del Tar ha una rilevanza generale, in quanto stabilisce che tutti gli atti esecutivi derivanti dall’applicazione dell’aumento del 25% siano da considerarsi invalidi. Le autorità locali sono quindi obbligate a ricalcolare i canoni per l’anno 2023, escludendo il tanto discusso aumento e restituendo le somme che le società concessionarie hanno già versato in eccesso. Giorgio Bellemo, esponente dell’associazione Rosolina Mare spiagge, ha commentato la decisione con parole di soddisfazione sottolineando l’importanza della sentenza per l’intero settore. “È una sentenza molto interessante – ha dichiarato Bellemo -. Il ricorso riguarda la famosa circolare che esce ogni anno dal Ministero per l’adeguamento dei canoni, sostenendo che l’aumento del 25% non fosse giustificato perché i parametri erano sbagliati. Questo è stato confermato dal Consiglio di Stato e confermato anche dal Tar Lazio, davanti anche al ricorso fatto dalle associazioni delle motonautiche. È chiaro che, però, il provvedimento di annullamento riguarda solo chi ha iniziato questa causa. Gli altri operatori, nella fattispecie tutti in Italia, dovrebbero fare una causa a carattere civile, con i tempi che sappiamo comporta intraprendere un simile percorso”. Bellemo ha poi parlato anche dell’adeguamento dei canoni per il 2024, sottolineando come, nonostante fosse stato annunciato un incremento contenuto, di circa il 4%, i calcoli effettuati sul 2022 avrebbero effettivamente portato a un aumento molto più elevato. “Abbiamo sempre sostenuto che anche l’adeguamento di quest’anno, che molti dicevano fosse del 4% – ha continuato -, fosse in realtà del 21% perché erano sbagliati i riferimenti del 2022”. A margine della sentenza, Bellemo ha sollevato il tema di una possibile revisione complessiva delle politiche ministeriali riguardo agli aggiornamenti dei canoni, aggiungendo che sarebbe fondamentale che il governo riveda anche i conteggi relativi agli aumenti passati e restituisca i pagamenti in eccesso. “Non possiamo sapere se il Governo interverrà per risolvere la situazione – ha proseguito Bellemo -. Rimane però che, essendo questo un provvedimento non legato alla Bolkestein e, vista la poca sensibilità dimostrata fino ad oggi ai concessionari, andrebbero rivisti tutti questi conteggi e, di conseguenza, in qualche maniera restituire, andando a compensazione, ai concessionari quanto pagato in più. A mio parere questo rappresenta un momento topico di sensibilità verso gli operatori, che non significa ‘dare loro aiuto’, ma ammettere un errore e ritornare a sanare quest’errore come riconoscimento delle fatiche fatte dai concessionari”.
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