La struttura strategica per i collegamenti tra Budrio e Molinella crollò nel maggio del 2023. Tra le tre ipotesi prese in esame ha prevalso la ricostruzione in sede
È passato più di un anno e mezzo dal maggio 2023, da quando il ponte della Motta è crollato sotto il peso dell’acqua, e ora il progetto per la sua ricostruzione sta iniziando a muovere qualche flebile passo.
Dopo l’annuncio di inizio dicembre del primo finanziamento da parte della struttura commissariale — allora guidata ancora dal generale Francesco Paolo Figliuolo — di circa 50 milioni di euro per un piano comprendente anche il ponte della Motta, nei giorni scorsi la Città metropolitana ha approvato il Documento di fattibilità delle alternative progettuali (Docfap) per il ripristino dell’infrastruttura strategica al collegamento di Budrio con Molinella.
«La soluzione preferibile» tra le tre prese in esame, come è stato messo nero su bianco dal documento redatto dalla società Mc Engineering, è quella di «ripercorrere l’attuale sede» stradale, così da minimizzare l’impatto ambientale. Ma, allo stesso tempo, viene confermato quanto i costi attualmente stimati per il suo ripristino siano lievitati: al momento l’ipotesi è di 40 milioni.
Una cifra, questa, anticipata un paio di mesi fa anche dall’allora assessore regionale ai Lavori pubblici, Andrea Corsini, nel rispondere a un’interrogazione di giunta: i costi previsti inizialmente, subito dopo l’alluvione del 2023, si fermavano infatti a 12 milioni, poi passati a 27 milioni e ora a 40 milioni.
È di allora, dunque, la proposta di inserimento del progetto all’interno del Piano speciale delle infrastrutture.
Ora, tornando al Docfap, la proposta è quella di seguire l’attuale sede della «Sp6 Zenzalino — si legge nel documento —, che attraversa in obliquo il torrente Idice con una variazione angolare di circa 52 gradi rispetto allo scorrimento dello stesso».
Tra le ragioni che hanno portato a optare per questa soluzione, sia questioni finanziarie sia ambientali: la scelta, prosegue il Docfap, avrebbe il vantaggio di «presentare profili di contenimento dei costi» e, allo stesso tempo, comportare «un minore impatto sul territorio». Poi la stima dei costi: «La spesa complessiva stimata ammonta a 40 milioni».
Il ponte della Motta non è che uno dei progetti proposti all’interno del piano finalizzato alla messa in sicurezza e al ripristino della viabilità delle infrastrutture, anche stradali, ma al di là dei piccoli progressi di questi ultimi giorni, i tempi di attesa per rivedere collegati come un tempo i due territori del Bolognese sembrano essere ancora molto lunghi.
Se da una parte l’auspicio della Regione è di un veloce incontro con il nuovo commissario alla ricostruzione, Fabrizio Curcio, per dare un ritmo più deciso ai cantieri e alle risposte alle comunità, dall’altra ci sono i tempi messi per iscritto da Corsini nella sua risposta all’interrogazione: «Relativamente ai tempi di realizzazione, la stima è attualmente di 810 giorni solari consecutivi».
Più di due anni solo per realizzarlo. Un’opera definita strategica dal sindaco metropolitano, Matteo Lepore, ma anche dai sindaci dei due Comuni interessati: «Si tratta di un’opera indispensabile non solo per il nostro Comune ma per una grande area metropolitana bolognese — le parole della sindaca di Budrio, Debora Badiali, all’indomani dell’annuncio del finanziamento da parte della struttura commissariale —. Ma ora si proceda spediti».
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