Dal 2025 entrano in vigore nuove regole per le cartelle esattoriali, rivoluzionando i processi di riscossione e rateizzazione. La normativa del decreto legislativo n. 110/2024 introduce misure per facilitare il pagamento dei debiti fiscali, attraverso un aumento delle rate mensili concesse senza necessità di documentare difficoltà economiche. Inoltre, viene stabilito il discarico automatico delle cartelle non riscosse entro cinque anni, alleggerendo l’onere burocratico per molti contribuenti e ottimizzando le operazioni dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Rateizzazione più estesa per i debiti fiscali
La riforma della riscossione prevista dal decreto legislativo n. 110/2024 introduce significative possibilità di rateizzazione più estesa per i debiti fiscali. Dal 2025, i contribuenti potranno accedere a piani di rateizzazione più lunghi senza l’obbligo di documentare la propria difficoltà economica, ad esempio, estendendo le scadenze fino a 84 rate mensili per le richieste presentate tra il 2025 e il 2026.
I debiti che superano i 120.000 euro necessitano, comunque, della documentazione che attesti la difficoltà economica. In questi casi, il numero massimo di rate concesse può estendersi fino a 120, offrendo così un periodo più lungo per ripagare il debito in modo sostenibile. Questa misura mira a sostenere i contribuenti gravati da situazioni finanziarie complesse, permettendo un respiro maggiore e una gestione più flessibile delle loro obbligazioni.
Il numero delle rate varia progressivamente: 96 rate mensili per le domande tra il 2027 e il 2028, e 108 rate dal 2029 in poi. I criteri con cui vengono valutati i casi di difficoltà economica includono l’I.S.E.E. per le persone fisiche e le ditte individuali, mentre per le imprese si tiene conto dell’indice di liquidità e del valore della produzione.
Questi cambiamenti rappresentano un’evoluzione nella politica fiscale italiana, rendendo le modalità di pagamento più accessibili e flessibili. La revisione intende non solo migliorare la compliance dei contribuenti, ma anche ridurre il carico di insoluti attraverso un approccio più personalizzato alla riscossione dei crediti, tenendo conto delle specifiche condizioni dei contribuenti.
Infine, in risposta a un peggioramento della situazione economica del debitore, le rate possono essere prorogate una sola volta per un periodo di pari durata, a condizione che la dilazione non sia decaduta. Questa opzione offre ulteriore flessibilità ai contribuenti rispetto ai loro piani finanziari in continuo cambiamento.
Discarico automatico delle cartelle dopo 5 anni
Il discarico automatico delle cartelle esattoriali avverrà a partire dal 2025 per tutti i ruoli affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione e non riscossi entro cinque anni dall’affidamento. Questa misura è stata introdotta nell’ambito del decreto Riscossione con lo scopo di alleggerire il carico fiscale e riequilibrare il sistema di riscossione.
Il discarico automatico non implica la cancellazione del debito, ma piuttosto la restituzione del ruolo all’ente creditore. Quest’ultimo può procedere autonomamente con la riscossione o riaffidare il compito, nel caso emergano nuovi elementi patrimoniali del debitore. I crediti non ancora esigibili a causa di procedure esecutive o concorsuali in atto, o sottoposti a eventuali accordi di ristrutturazione, non saranno soggetti al discarico automatico.
Le disposizioni prevedono che, qualora l’AdER rilevi la chiusura del fallimento o l’assenza di beni aggredibili, possa procedere con il discarico anticipato. In tali casi, l’ente creditore riceverà una comunicazione digitale della situazione aggiornata. È importante evidenziare che, sebbene non vi sia una vera e propria cancellazione del debito, queste azioni riducono l’accumulo di cartelle non esigibili.
Per le cartelle affidate tra il 2000 e il 2024, una Commissione speciale, presieduta da un magistrato della Corte dei Conti, avrà il compito di individuare possibili soluzioni legislative per affrontare il problema delle cartelle inevase. Questa iniziativa mira a snellire e migliorare i procedimenti di riscossione, evitando l’accumulo di debiti difficilmente esigibili.
Infine, risorse proprie dell’Unione Europea e somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato non rientrano in queste disposizioni e richiedono procedure di gestione specifiche.
Criteri di valutazione della difficoltà economica
I criteri di valutazione della difficoltà economica dei contribuenti sono fondamentali per determinare l’accesso a piani di rateizzazione più estesi previsti dalla normativa vigente. Per le persone fisiche e le ditte individuali in regime semplificato, si utilizza l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) come parametro principale. Questo indicatore consente di valutare la condizione economica complessiva del nucleo familiare del debitore, inclusi debiti già in essere e capacità reddituale.
Nel caso di soggetti diversi, come le imprese, si considerano fattori specifici quali l’indice di liquidità e il rapporto tra debiti da rateizzare e quelli già in gestione. Questo approccio assicura che la valutazione rifletta il reale contesto economico in cui l’azienda opera, comprendendo la sua capacità di generare reddito e di sostenere piani di rimborso protratti nel tempo.
Ulteriori deroghe e specifiche misure sono ammesse per soggetti colpiti da eventi straordinari, come calamità naturali. In tali circostanze, l’eventuale difficoltà economica può essere documentata attraverso certificazioni ufficiali rilasciate dalle autorità locali competenti, che attestano l’inagibilità degli immobili o la perdita di valore patrimoniale significativa, causata dagli eventi in questione.
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