Nella legge di bilancio«dimenticati» i fondi per i general contractor: la speranza nel Milleproroghe. Ma esplode la polemica, il Pd:«Scandaloso»
Non succede, ma se succede… Del caos dei faldoni della legge di bilancio di fine anno (approvata sabato) spunta un pasticcio potenzialmente esplosivo per una delle infrastrutture più importanti degli ultimi cinquant’anni: la linea ad Alta Velocità/Alta Capacità Brescia-Padova. Un «pasticcio» anticipato da Repubblica. Inserita fra le opere finanziate a suon di miliardi dal Pnrr, la Tav veneta rischia una brusca frenata e, minaccia il general contractor che sta realizzando la tratta fra Verona e Vicenza, Webuild, addirittura uno stop ai cantieri già la prossima settimana. Cosa sia successo di preciso non è ancora chiaro, si parla genericamente di «errore di trascrizione» di un emendamento al dl Aiuti che avrebbe inserito risorse sulla Tav per gli appaltatori ma non per i general contractor «dimenticati» dal testo. Fatto sta che due general contractor delle nuove linee fra Milano e Genova e fra Brescia e Padova, appunto, hanno scritto al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini facendo presente che il mancato rifinanziamento per il caro materiali fermerà i lavori nonostante l’impietosa clessidra del Pnrr e la scadenza di giugno 2026.
Trecento milioni da trovare
Per la tratta veneta si parla, circa, di trecento milioni di euro. Ci si attendeva, dandola per scontata a fronte degli impegni presi già a fine 2023 dal governo, una proroga del decreto Asset che prevedeva scelte per garantire «il rispetto dei progetti di investimento di infrastrutture ferroviarie finanziati con risorse del Pnrr, del Piano nazionale complementare (Pnc) o da programmi cofinanziati dai fondi della Ue». In legge di bilancio, però, si è prorogato un altro decreto, il dl Aiuti, varato nel 2022 proprio dopo lo scoppio della guerra in Ucraina che ha generato l’esplosione dei prezzi sulle materie prime. Nel dl Aiuti, per essere precisi, ci sono i sostegni agli appaltatori ma in questo schema restano fuori le risorse aggiuntive destinate direttamente ai general contractor. Una «svista» è l’imbarazzata versione del mondo della politica. Cui segue la rassicurazione: nel Milleproroghe o comunque a stretto giro si provvederà. È fuor di discussione, infatti, che si lascino a secco le casse di cantieri legati al Pnrr, un filone, come detto, blindatissimo, pena la perdita di finanziamenti miliardari. Eppure, nonostante le rassicurazioni, finché i fondi non saranno messi nero su bianco, i grandi consorzi al lavoro (Cepav Due, Cociv e Iricav Due) minacciano uno stop ai cantieri ormai a uno stato di avanzamento rispettivamente del 75 e del 56% sulla Brescia-Verona e sulla Verona-Vicenza.
«Pur avendo la volontà di realizzare le opere di competenza nelle tempistiche fissate dal Pnrr (ovvero entro il 30 giugno 2026) – si legge nella lettera inviata a Salvini, e per conoscenza al ministero dell’Economia e a Rfi – gli scriventi contraenti generali non possono operare in assenza di una remunerazione idonea a coprire i costi effettivi».
La lettera del 19 dicembre
La lettera, peraltro, sarebbe arrivata sulla scrivania di Salvini il 19 dicembre, ci sarebbe stato il tempo, quindi, di porre rimedio alla «svista». «L’esclusiva proroga del Decreto Aiuti comporterebbe pesanti conseguenze sul piano economico e finanziario – prosegue la lettera – rendendo così i relativi contratti eccessivamente onerosi, con l’inevitabile blocco delle lavorazioni. In mancanza di una proroga tempestiva del Decreto Asset ed alla luce dei conseguenti effetti sull’equilibrio dei rapporti contrattuali attualmente in essere i contraenti generali saranno, purtroppo loro malgrado, inevitabilmente costretti a fermare i cantieri già a partire dal mese di gennaio 2025». La posta in gioco è altissima, le commesse (dimenticate sul fronte della compensazione del caro materiali) superano complessivamente i 22 miliardi. E la parte del leone la fa la Brescia-Padova con 11,6 miliardi di euro. «È sinceramente sconcertante che non ci sia stata la proroga del decreto Asset 2023. – attaccano il senatore Andrea Martella, segretario del Pd veneto, il collega Antonio Misiani, responsabile Infrastrutture per il Partito Democratico e la senatrice lombarda Simona Malpezzi – Senza il rinnovo degli incentivi di quel decreto si rischia il blocco a inizio anno dei cantieri di due opere ferroviarie strategiche per il Nord Italia, opere inserite nel Pnrr, soggette quindi a una tempistica stringente per il completamento. Il ministro Salvini si muova per trovare le risorse, circa 400 milioni totali (di cui 300 per la tratta veneta, ndr), perché non c’è tempo da perdere. Sui territori c’è molta preoccupazione per il mancato rinnovo di quegli incentivi e per questo presenteremo in Senato una interrogazione al governo firmata dai senatori dei territori interessati da queste opere. Ci auguriamo che al più presto giunga una risposta, positiva, dal governo». Il Mit ha fatto sapere che «la proroga del decreto Asset non è stata possibile nella legge di bilancio», ma «le esigenze dei singoli cantieri saranno oggetto di approfondimento con Rfi» dopo la pausa natalizia.
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