Di Chiara Cavalieri
IL CAIRO. L’Egitto potrebbe assumere un ruolo chiave come mediatore nel conflitto tra Russia e Ucraina, grazie alla sua politica estera equilibrata e ai solidi rapporti con entrambe le parti in causa.
Fin dall’inizio della guerra, nel febbraio 2022, Il Cairo ha dimostrato un approccio pragmatico e umanitario, sottolineando il suo impegno per la stabilità globale e la solidarietà verso chi è stato colpito dal conflitto.
𝗨𝗻 𝗴𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗲𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶
Allo scoppio della crisi, il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano ha annunciato una decisione che ha attirato il plauso internazionale: tutti i cittadini ucraini e russi impossibilitati a rientrare in patria sarebbero stati ospitati gratuitamente negli hotel egiziani, alle stesse condizioni previste dalle loro prenotazioni originali. Questa iniziativa ha dimostrato l’impegno dell’Egitto a supportare le vittime indirette della guerra, rafforzando la sua immagine come attore solidale e responsabile nel panorama internazionale.
𝗜𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗹𝗶𝘁𝘁𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗘𝗴𝗶𝘁𝘁𝗼
Il conflitto russo-ucraino ha avuto un impatto significativo sull’economia egiziana.
Il premier Moustafa Madbouly ha sottolineato che la guerra ha destabilizzato i mercati globali, incidendo sulla sicurezza alimentare del Paese, fortemente dipendente dalle importazioni di grano.
Il settore turistico, vitale per l’economia egiziana, è stato anch’esso colpito. Tuttavia, l’Egitto ha risposto prontamente con misure per garantire le risorse essenziali e mantenere la stabilità interna.
𝗨𝗻𝗮 𝗽𝗼𝘀𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶𝗽𝗹𝗼𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲𝗾𝘂𝗶𝗹𝗶𝗯𝗿𝗮𝘁𝗮
Sul piano diplomatico, l’Egitto ha condannato all’ONU l’aggressione russa, pur rifiutando di aderire alle sanzioni internazionali contro Mosca.
Questa posizione riflette l’impegno de Il Cairo a mantenere relazioni bilanciate con tutte le potenze mondiali, preservando al contempo il proprio ruolo di facilitatore nel dialogo internazionale.
Gli incontri tra il presidente Abdel-Fattah El-Sisi e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov hanno rafforzato la cooperazione bilaterale, con progetti strategici come la centrale nucleare di El Dabaa e la zona industriale russa sul Canale di Suez.
Parallelamente, Il Cairo ha costantemente sottolineato l’importanza di soluzioni diplomatiche alla crisi russo-ucraina, sostenendo il dialogo come unica via per la stabilità.
𝗨𝗻𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗮 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲
L’Egitto vanta una lunga tradizione di mediazione in crisi internazionali.
Dal supporto alla ricostruzione di Gaza alla proposta di pace per il conflitto arabo-israeliano, Il Cairo ha dimostrato di saper costruire ponti tra parti in conflitto. L’attivazione del Centro Internazionale del Cairo per la risoluzione dei conflitti è un ulteriore esempio del suo impegno per la pace.
𝗢𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮̀ 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗧𝗿𝘂𝗺𝗽
Con il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, il ruolo dell’Egitto come mediatore potrebbe rafforzarsi ulteriormente. I rapporti solidi tra Al-Sisi e Trump rappresentano una base solida per promuovere il dialogo tra Mosca e Washington, creando un contesto favorevole alla de-escalation del conflitto.
𝗨𝗻 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗴𝗹𝗶 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗨𝗻𝗶𝘁𝗶
In parallelo al suo ruolo diplomatico, l’Egitto continua a rafforzare la propria cooperazione militare con gli Stati Uniti.
Recentemente, il Dipartimento della Difesa americano ha annunciato l’approvazione di un accordo militare con il Paese nord africano del valore di oltre 5 miliardi di dollari.
Questa intesa include il rinnovamento e l’equipaggiamento dei carri armati Abrams, oltre all’acquisto di 720 missili Stinger e servizi di supporto tecnico.
Secondo il Dipartimento di Stato americano, l’accordo mira a rafforzare la sicurezza dell’Egitto, un alleato chiave per la stabilità politica ed economica del Medio Oriente.
Il sostegno militare rappresenta una dimostrazione della stretta alleanza tra i due Paesi, contribuendo ulteriormente al ruolo strategico de Il Cairo nella regione.
𝗖𝗼𝗻𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶
Fin dall’inizio della guerra, l’Egitto ha dimostrato un approccio umanitario e diplomatico, riaffermando il proprio ruolo di leader regionale.
La sua capacità di mantenere rapporti bilaterali bilanciati, promuovere il dialogo e rafforzare le sue alleanze strategiche lo rende un mediatore credibile e indispensabile per una soluzione politica alla crisi russo-ucraina.
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