«Ospedali e infrastrutture, il 2025 sarà l’anno giusto per l’apertura dei cantieri»

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«Il 2025 sarà l’anno dell’apertura dei cantieri». Con riferimento a edilizia sanitaria, infrastrutture strategiche e mobilità, lo assicura il presidente della Regione, Marco Marsilio, tracciando un bilancio del 2024, contrassegnato dalla sua storica rielezione (prima volta per un governatore abruzzese) e delineando le prospettive del nuovo anno.

Presidente che anno si chiude?

«Molto positivo perché è arrivata la rielezione. Certo, il passaggio elettorale ha prodotto mesi di rallentamento, quindi ci sono un po’ di questioni che ci siamo trascinate».

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Per esempio?

«AreaCom, l’agenzia regionale per la committenza: da molto tempo avevamo programmato assunzioni e una certa riorganizzazione per quello che è un ganglio essenziale della nostra amministrazione perché tra Pnrr, Sanità, acquisti, bandi, la gran parte dell’attività si finalizza lì. Quando mi sono insediato l’ho trovata dentro uno sgabuzzino, con due persone a mezzo servizio. Questo è stato uno dei frutti principali del nostro lavoro per rendere la Regione più efficiente e capace di rispondere ai bisogni dei cittadini».

Al netto della soddisfazione elettorale, sono seguiti mesi complessi. Per la sanità, in primis.

«Sfido chiunque a trovare un posto in cui la sanità pubblica non è in sofferenza. Dopo il Covid il costo è salito e non è stato fatto l’incremento di fondi che sarebbe stato necessario. Tutto ciò oggi grillini e Pd rimproverano al governo Meloni e invece vale l’esatto contrario. Purtroppo il percorso di crescita è iniziato solo con il governo Meloni».

È soddisfatto dell’operato dei manager Asl? Più volte è stato costretto anche a strigliarli.

«È inevitabile, altrimenti avrei fatto il notaio e non il presidente della Regione, ma credo che il rapporto sia di leale e proficua collaborazione».

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Il dg di Chieti, Thomas Schael, andrà a dirigere la “Città della Salute” di Torino.

«Appunto. Uno di quelli tradizionalmente più contestati, in primis da un comitato ristretto dei sindaci che è più che altro un soviet, organo in cui la maggioranza si può scegliere tutti e cinque i componenti, è stato così ben apprezzato che è stato scelto per dirigere una delle più importanti, se non la più importante, Asl in Italia. Evidentemente qualcuno sa riconoscere il valore delle persone che abbiamo portato e che hanno onorato l’Abruzzo».

Il 2025 sarà l’anno in cui si muoveranno passi concreti per l’Asl unica regionale?

«C’è un ragionamento molto avanzato, non sono pregiudizialmente né favorevole né contrario, quindi aspetto che si producano gli studi istruttori necessari. Piuttosto spero un’altra cosa…».

Cioè?

«Che il 2025 si caratterizzi per l’apertura dei cantieri per l’edilizia sanitaria che abbiamo molto faticosamente portato a termine dopo vent’anni di chiacchiere inutili. Teramo? No, Teramo è quella che sta più indietro perché ci hanno fatto perdere almeno due o tre anni nella individuazione del sito del nuovo ospedale, ma ora siamo partiti e c’è un progetto di massima. Abbiamo ospedali che sono più avanti: penso ad Avezzano, già all’esame del Consiglio superiore dei lavori pubblici e in parte anche Vasto».

C’è speranza che le liste d’attesa si riducano ancora?

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«Stiamo già registrando numeri importanti, è chiaro che per la percezione del risultato servirà ancora un po’ di tempo, soprattutto per renderlo strutturale nel rispetto delle previsioni normative: penso che dentro il primo semestre del 2025 arriveremo a quell’obiettivo».

Sul fronte delle infrastrutture, cosa accadrà col nuovo anno? Per esempio: aeroporto di Pescara?

«Tra una quindicina di giorni faremo la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione, che sarà di grande crescita. Abbiamo costruito le basi per un rilancio in grande stile, anche se “rilancio” è il termine sbagliato. L’aeroporto è stato in costante crescita durante gli anni del nostro mandato, fatta eccezione per lo stop del Covid: all’inizio faceva poco più di mezzo milione di passeggeri e non aveva nemmeno l’impianto antincendio a norma, oggi abbiamo tra gli 8 e i 900.000 passeggeri e l’ultimo anno ha fatto registrare un 2% in meno solo perché Alitalia è finita e ha perso il volo per Linate. Già nel 2025 pensiamo di superare abbondantemente il milione di passeggeri, anche su questo ringrazio il governo perché ha inserito in legge Finanziaria un articolo per l’abbattimento delle tasse aeroportuali che renderà lo scalo molto attrattivo».

Prevede l’apertura dei cantieri anche per la ferrovia Roma-Pescara?

«Sicuramente per la tratta interporto-Manoppello-Scafa. Poi si concluderà l’iter anche per l’altro lotto tra Pescara e Chieti, che è stato oggetto di polemiche».

La questione traforo come si risolve?

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«Continuando a lavorare, questa è la prima amministrazione che ha affrontato di petto e sistematicamente il tema. Ora il commissario sta completando il lavoro di progettazione per sottoporlo al confronto pubblico. Spero che entro la fine del 2025 questa discussione abbia termine».

Sul fronte politico, sarà l’anno della nuova legge elettorale con il collegio unico e più assessori?

«Abbiamo cominciato il lavoro in commissione, l’obiettivo è chiudere entro il primo semestre».

Si aspettava la sponda politica di Luciano D’Amico?

«Un po’ sì perché avevamo anche affrontato il tema durante i dibattiti elettorali. Ma c’è una apertura anche di una parte consistente della minoranza».

Con D’Amico c’è un rapporto atipico?

«No, a me sembra molto normale: è molto serio, almeno fino ad oggi mi pare che stia interpretando correttamente il ruolo che gli elettori gli hanno assegnato».

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Si è fatto un gran parlare della legge che finanzia “a pioggia” alcune iniziative nei Comuni. Che ne pensa?

«Che è una cagnara, è quello che avviene in qualunque assemblea elettiva. Tutto è migliorabile, ma è inaccettabile l’ipocrisia di chi passa la notte a fare l’elenco e poi fa campagna elettorale contro».

La questione dei cervi è stata affrontata come si doveva?

«Sì, con serietà. A malincuore, certo, perché veramente solo uno stupido può pensare che a cuor leggero si decida di dare la caccia ai cervi. C’è una ragione oggettiva: non possiamo accettare che gli agricoltori divengano una categoria sovvenzionata, ovvero che in alcune zone dell’Abruzzo non si possa fare l’agricoltura. Il problema vero è che già nel 2014-2015 scienziati hanno pubblicato studi e ricerche dove si certificava l’aumento incontrollato degli esemplari che mette in pericolo altre specie più rare come il camoscio d’Abruzzo o anche lo stesso orso marsicano».

A proposito: il 2024 è l’anno in cui lei ha preso la residenza a Chieti. Come va la vita da abruzzese?

«La facevo in già in prima, ma in affitto in una casa non mia. Va molto bene, ma tanto c’è chi polemizza ancora sulla romanità».

Prima degli auguri, Capodanno dove?

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«Non ho ancora scelto, aspetto di liberarmi dagli impegni per avere così un minimo di programmabilità».

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