Il 2024 chiude con una crescita del Pil nazionale dello 0,5 contro il +1 stimato a inizio anno e al di sotto delle previsioni già meno ottimistiche della Commissione europea, pari inizialmente allo 0,7. In crisi anche gli investimenti nazionali, che registrano un +0,8%, contro il +8,7% del 2023. Poco rosee le aspettative per il prossimo anno: Pil a +0,8 (1,1 stimato) e tasso di crescita degli investimenti nullo. Pesano sulla situazione dell’economia italiana diversi fattori: l’incertezza sullo scenario geopolitico internazionale, l’impatto negativo del commercio estero (in particolare dell’export), l’incertezza sul post Pnrr e il superamento degli incentivi in edilizia. “Un contesto che anche per il prossimo anno inciderà in maniera negativa in particolare nella manifattura e nelle costruzioni”, afferma Legacoop Romagna.
Una sintesi efficace dello stallo in cui si trova il paese è esemplificata nell’andamento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese: l’ultima rilevazione Istat stimava a novembre clima di fiducia in diminuzione per il terzo mese consecutivo, con picco più negativo da aprile ad oggi, con un calo di tutti gli indicatori (economico, personale, corrente e futuro). In tale situazione, cosa dicono le 380 cooperative associate a Legacoop Romagna? Innanzitutto che il contesto nazionale ha influito negativamente sull’andamento dell’anno per una cooperativa su 3: nè bene, nè male, insomma.
Il 90% dichiara che chiuderà positivamente il bilancio 2024 (63% in utile e 27% in pareggio). Rispetto al 2023 si attende anche una diminuzione delle situazioni di perdita (dal 13,4 al 10%). Nell’analisi dei settori, emergono risultati ancora brillanti per i servizi (95% di chiusure positive) e qualche preoccupazione sul risultato di fine anno delle cooperative sociali, che ancora non hanno ottenuto dagli enti pubblici appaltanti gli aumenti del Ccnl di settore corrisposti ai lavoratori; a conferma dello scenario nazionale, non brillano le cooperative industriali e di produzione lavoro (il 14% dichiara perdite sul 2024). Positivo l’andamento del fatturato, in crescita sul 2023 per il 71% delle imprese: vola, in particolare, l’agroindustria e resiste la produzione.
Come sarà, invece, il 2025? Il 67% delle cooperative prevede un anno di stagnazione delle produzioni e dei servizi: tornano nelle stime prudenza e una certa sfiducia. Una valutazione che si può definire generalizzata a tutti i settori, a partire dall’agroalimentare, oltre all’industria, dove pesa enormemente la preoccupazione sulle variazioni del clima.
In particolare, in cima alle preoccupazioni ci sono la difficoltà di reperimento della manodopera (che passa in un anno passa dal 42 al 63% delle risposte), la diminuzione della crescita del paese, il calo dei consumi, la crisi climatica e l’instabilità internazionale; diminuisce rispetto al 2023 l’impatto del problema energetico e del costo del denaro.
Oltre la metà delle imprese (il 56%) ha previsto per il 2025 nuovi investimenti: nello specifico, il 78% delle cooperative agricole, il 57% delle coop di produzione lavoro, il 52% delle imprese di servizi, il 47% delle coop sociali e il 44% delle cooperative culturali. Una vitalità significativa. Curiosità per una tema di attualità: 1/3 di questi investimenti riguarderanno l’intelligenza artificiale e l’automazione. In cima alle riforme invocate dalle imprese di Legacoop, quella fiscale (33%) e quella del lavoro (24%), ma anche il maggior finanziamento del sistema sanitario pubblico e la riforma del sistema scolastico e universitario (ancora eccessiva la distanza con il mondo del lavoro).
In buona sostanza, quindi, cosa pensano i cooperatori romagnoli del loro territorio? Per il 66% delle imprese, la Romagna si sta modernizzando: se teniamo conto di quel che è successo a questo territorio da maggio 2023 ad oggi, possiamo certamente affermare che resiste saldamente quel patto sociale fra imprese, comunità e istituzioni, che è una condizione indispensabile per uno sviluppo solido e continuativo. La cooperazione non si ferma, resiste alle intemperie climatiche ed economiche, guarda avanti, investe e gestisce il presente senza smettere di pensare al futuro.
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