Esterrefatto, l’inno alla pace di Tony Cicco

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


La musica è vita. Con la musica una vita puoi viverla, raccontarla e alimentarla. E’ un’energia potente, di quelle che non trovano arresto. Un po’ come il vento che soffia forte e muove l’aria anche quando molla la presa e si fa più dolce o come il mare con il suo ondeggiare perpetuo, lo stesso mare che è crocevia di incontri e creatività da sempre, anche nella vita dell’artista napoletano Tony Cicco, un passato nella Formula 3, oltre 50 anni di carriera come batterista, tastierista e cantautore. Uno che l’arte la porta nel sangue, come il padre e il fratello, anche loro legati da sempre alla musica. 

Lo raggiungo telefonicamente e il tono della sua voce è già un porto aperto, come le risate che accompagnano i suoi racconti o la voce emozionata quando ricorda Lucio Battisti, con cui ha collaborato negli anni Settanta. Ma non manca neppure l’entusiasmo di fronte al suo nuovo lavoro, il singolo “Esterrefatto”, scritto dall’autore e produttore Marco De Antoniis, un incessante canto per la pace

  Oggi le guerre le viviamo dal salotto di casa. Dobbiamo scuoterci  perché la vita è un dono meraviglioso

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

“Per me che sono un cantautore non è facile cantare pezzi di altri autori ma stavolta è stato diverso, sono rimasto colpito da questo brano. Marco De Antoniis ha scritto una canzone bellissima, un testo meraviglioso, soprattutto perché racconta il momento storico che stiamo vivendo ed ho pensato che fosse importante dare un contributo attraverso la musica, in fondo anche una semplice canzone può essere di aiuto per sensibilizzare gli animi. Oggi le guerre le viviamo dal salotto di casa, dalla tv, mentre siamo a pranzo o a cena, dobbiamo scuoterci un attimo perché la vita è un dono meraviglioso. Mi chiedo come si facciano a dimenticare tutti gli orrori della Storia, la memoria è ancora troppo corta”. 

Il pezzo parla del sentirsi sbigottiti di fronte alle continue notizie di violenza, di guerra. Cos’altro la rende esterrefatto del mondo di oggi?

L’indifferenza. Penso ai bambini di Gaza, ai bambini di tutte le guerre, ai morti innocenti. L’indifferenza fa male, mi rattrista. 

E l’amore? Il brano “Esterrefatto”rimette al centro il sentimento più grande…

Siamo talmente presi ad occuparci di cose futili che l’amore rischiamo di lasciarlo in un cassetto

Tendiamo a scordarci le cose importanti in un mondo che viaggia troppo veloce. Siamo talmente presi ad occuparci di cose futili che l’amore rischiamo di lasciarlo in un cassetto. Purtroppo l’odio è insito nell’umanità da secoli, addirittura quanto l’amore stesso. Ricordiamo cosa ci racconta la Bibbia con Caino e Abele che erano fratelli. Già lì nasce l’invidia, la cattiveria umana e niente è cambiato. Ancora non siamo riusciti a debellarla quella cattiveria, il diavolo è sempre lì, pronto a colpire, però noi  – che siamo nella categoria dei buoni (ride, n.d.r.)  – ce la mettiamo tutta per migliorare.

Il videoclip del singolo è stato girato a Bracciano, un omaggio ad un luogo amatissimo da Lucio Battisti, con il quale ha collaborato a lungo. Qual è il  ricordo più profondo che la lega a Battisti?

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

L’ultimo incontro con Lucio? A Linate, sei mesi prima che morisse. E’ stato un momento magico, fu espansivo e fraterno

Il video clip è un omaggio a Lucio perché amava molto gli sport acquatici e frequentava molto spesso il lago di Bracciano, anche con Adriano Pappalardo, suo vicino di casa. Con Battisti c’è poi un episodio che mi è rimasto nel cuore: sei mesi prima che “andasse via” l’ho incontrato allo scalo di Linate e abbiamo avuto un’ora di tempo per stare insieme perché i nostri aerei erano in ritardo. Solitamente Lucio è sempre stato poco espansivo e invece in quell’occasione era un fiume in piena, ricordava i momenti belli che abbiamo passato insieme anche con Alberto Radius e Gabriele Lorenzi (che con Toni Cicco componevano il gruppo de la Formula 3 n.d.r.). E’ stato un momento magico, non era mai stato così espansivo e fraterno. Quel giorno mi è rimasto dentro al di là del tempo passato in studio e della storica tournée di 20 concerti che abbiamo fatto insieme. 

Battisti e Tony Cicco – © Pagina FB Tony Cicco

Un’amicizia che va oltre la morte e l’assenza tanto che lei ha deciso di portare in scena anche uno spettacolo teatrale, “Siamo tutti figli di Battisti”. Come lo sta accogliendo il pubblico?

Intanto ti dico che vorremmo portare lo spettacolo anche in Toscana. Sono reduce dalla data di Belluno che è stata una festa pazzesca: due ore, tutti in piedi a cantare in un teatro raccolto. Sono orgoglioso di dire che Lucio era il mio maestro e ci ha lasciato un grande patrimonio musicale e la sua genialità…mi fai commuovere a parlare di lui. 

Sono legato a Livorno, le città di mare ispirano gli artisti, li aiutano a pensare

La sua carriera è segnata da oltre 50 anni di successi. In questi 50 anni  si è esibito in lungo e in largo per l’Italia e non solo. C’è un ricordo particolare che la lega alla Toscana?

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

A Firenze ricordo abbiamo fatto una volta nel ‘71 una kermesse dal vivo dove c’erano Renato Zero, la Formula 3, Antonello Venditti, Lucio Battisti e ho un bellissimo ricordo. E poi sono legato a Livorno perché è la città di Gabriele Lorenzi, il nostro organista, e ricordo che spesso andavamo a trovare i suoi genitori. Sarà che sono nato a Napoli ma penso che tutte le città di mare, come la stessa Livorno, abbiano qualcosa in più. Il mare ispira molto gli artisti, aiuta a pensare. 

A febbraio torna il Festival della canzone italiana con Carlo Conti alla guida. Sanremo cosa le ha dato?

Ho fatto quattro Sanremo, lì l’incontro con Battisti durante le prove

Ho fatto quattro Sanremo. Il primo mi sono esibito con Checco Marsella dei Giganti. Quello stesso anno Battisti portò sul palco “Un’avventura”. Ci incontrammo durante le prove e scambiammo quattro chiacchiere. Poi ci vedemmo di nuovo qualche mese dopo nel ‘69 a Milano. Battisti ci offrì un contratto discografico con la sua etichetta la “Numero Uno”, fondata con Mogol. Il primo amore – “Questo folle sentimento” –  ce l’ha fatta ascoltare con chitarra e voce nei camerini durante l’intervallo dello spettacolo. Dopo una settimana eravamo in studio con lui e poi ci trovammo subito in cima alla classifica. Così è iniziata questa avventura magnifica durata quattro anni e che continua ancora ai giorni d’oggi nei miei live che dedico a Lucio.

Nel panorama musicale contemporaneo c’è qualcuno che le piace?

La tecnologia può far cantare anche un mulo da traino, può dare e togliere

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Sicuramente ci sono degli ottimi talenti ma c’è anche una concorrenza spietata perché sembra che cantino tutti, che tutti possano essere autori o compositori. Oggi poi c’è la tecnologia che riesce a far cantare anche un mulo da traino. Può dare e togliere, soprattutto la sincerità musicale. 

La sua Napoli, quella dove è cresciuto fianco a fianco con Massimo Troisi, è oggi la città più contemporanea d’Italia. Quanto ha contribuito la sua città nella sua crescita artistica e umana?

Troisi? Siamo cresciuti insieme a San Giorgio a Cremano

Anche se vivo a Roma dal ‘74 sono cresciuto prima a Napoli e poi all’età di otto anni mi sono trasferito a San Giorgio a Cremano. Io abitavo in Via Cavalli di Bronzo come Massimo Troisi, a duecento metri l’uno dall’altro. Andavo a scuola con il fratello e ci ritrovavamo tutti alla classica comitiva del muretto. Andavamo al cinema insieme, in gita, facevamo le scorribande. Poi Massimo l’ho ritrovato a Roma, ci siamo frequentati, un altro grande dello spettacolo italiano.

Napoli però è stata fondamentale per me, sono nato da una famiglia di musicisti. Mio padre era un clarinettista, mio fratello è stato un bambino prodigio che suonava la batteria ed è stato il mio idolo, volevo imitarlo. All’epoca lui suonava con Peter Van Wood ed era sempre in tour in tutto il mondo. Le poche volte che lo vedevo per me era come la star che arrivava a casa per  tre giorni e poi magari ripartiva. E’ da lì che ho iniziato a sognare di fare questo mestiere meraviglioso. Napoli a livello artistico è stata una scuola pazzesca: è un teatro a cielo aperto, tutti sono attori, personaggi incredibili. La gavetta che si faceva è si fa ancora è stata fondamentale. Mio padre mi accompagnava da ragazzino in tutte le manifestazioni, i battesimi, le comunioni, le feste di piazza, lì ho imparato tutto. 

Tony Cicco in concerto – © Pagina FB Tony Cicco

A gennaio saranno 10 anni dalla scomparsa di Pino Daniele, con il quale ha collaborato sul finire degli anni Settanta, un artista che ha scritto musica eterna, lo vediamo con il singolo uscito postumo in vetta alle classifiche. Cosa le ha dato l’incontro con Pino Daniele?

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Con Pino Daniele nacque una bella fratellanza, lui era molto affettuoso

Pino Daniele è stato, ed è ancora sicuramente, un altro geniaccio che ci ha lasciato un grande patrimonio artistico, dei brani fantastici. Ho avuto la fortuna di incontrare Pino nel ‘79, perché cantavamo per la stessa casa discografica, la EMI. Stavamo pranzando a Roma e durante una pausa ci hanno presentati. Mi fece un complimento fantastico, mi disse che aveva iniziato con la mia musica. Mi incuriosiva questo ragazzo che cantava in napoletano, un napoletano slang, un po’ americano. Andai in studio da lui e rimasi esterrefatto. Ho sentito dei brani eccezionali da “Je so’ pazzo” a “Chillo è nu buono guaglione”. Poi Pino mi chiese di suonare in qualche suo brano, per “colorarli” un po’. Da quel momento in poi ci siamo frequentati tantissimo, mi invitò anche  a suonare con lui al Festival di Varadero a Cuba, è stata una bellissima esperienza. Con Pino devo dire che nacque una bella fratellanza, lui era molto affettuoso. 

Dopo questa ballata rap di Esterrefatto cosa vede all’orizzonte?

Sono un ragazzo di 75 anni che vive sul palco. Esibirsi è una sfida con te stesso, per dimostrarti che puoi dire ancora qualcosa, che puoi regalare ancora qualche emozione al tuo pubblico. Voglio stare sul palco fino all’ultimo respiro.

 



Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link