«Stories 2024» e sfide 2025 in Emilia-Romagna: il nodo della ricostruzione post alluvione; la sanità da curare e l’economia in stagnazione

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Manuel Poletti* – Il 2024 verrà ricordato per il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, presidente Usa bis «repubblicano» e per la conferma di Ursula Von der Leyen alla guida della Commissione europea, dopo le elezioni Europee di giugno. In tanti anche nel centrosinistra italiano speravano in un cambioi al vertice, ma alla fine la presidente tedesca del Ppe ha ottenuto il secondo mandato. Senza dimenticare il dramma delle guerre che cirdondano l’Europa, quella fra Russia e Ucriana e la situazione delicata in cui versa il Medioriente, dalla striscia di Gaza al Lbano, fino alla Siria, dove caduto un regime, si apre una fase rischiosa, ma ricca di aspettative positive.

POLITICA ED ELEZIONI
Proprio le elezioni sono state anche per la nostra regione un tema centrale, prima con la tornata delle Amministrative di fine primavera, con il successo del centrosinistra in molte realtà, fra cui Cesena, Lugo, Cervia, tutti i comuni del Bassa Romagna e del Faentino (salvo Brisighella). Al centrodestra i capoluoghi di Forlì e Ferrara, oltre una manciata di piccole realtà sulle colline forlivesi. Poi, in pieno autunno e non previste fino alla primavera, si sono aperte le urne anche per le Regionali, con la vittoria del sindaco di Ravenna Michele De Pascale, candidato dal centrosinistra, dopo l’elezione di Stefano Bonaccini all’Europarlamento. Fin qui il denso capitolo della politica, senza dimenticare il tema dell’astensionismo, che soprattutto alle Regionali è tornato prepotente risultando alla fine di gran lunga il «partito» più robusto con il 54%. Nel 2025 invece si voterà per il Comune di Ravenna, dove il centrosinistra orfano di de Pascale parte comunque come grande favorito, come da tradizione pluri decennale.

ALLUVIONI E COMMISSARIO
La Romagna ricorderà il 2024 anche per le nuove ondate di maltempo, di fatto in autunno si è vissuto molto in «Allerta», fra arancione e rossa. A settembre le provincie di Ravenna e Forlì-Cesena (soprattutto la prima) sono state nuovamente colpite da piogge pesanti ed esondazioni, in particolare territori come il faentino, la Bassa Romagna (zona di Bagnacavallo), l’imolese, il forlivese hanno vissuto di nuovo giornate drammatiche (senza vittime per fortuna) quasi come nel maggio 2023. Il tema del dissesto idrogeologiche e della messa in sicurezza del territorio è diventato ancor più centrale nell’agenda delle istituzioni locali, mentre lo è meno per il Governo. Certo, nei primi giorni del 2025, se non prima, il Governo Meloni dovrà fare il nome del nuovo Commissario alla ricostruzione post alluvioni in Romagna. Il neo presidente regionale Michele de Pascale si è candidato, vedremo se incasserà il primo successo politico o verrà stoppato dal centrodestra di potere (più probabile la seconda).

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per lavori di ristrutturazione

 

PROGETTI E CANTIERI PNRR
Poi l’enorme mole dei cantieri legati al Pnrr, che in tutta la Romagna vedranno avvicinarsi il 2026, termine entro cui le opere dovranno essere terminate, pena la perdita dei finanziamenti europei. Immobili pubblici da riqualificare, scuole, palestre, aree sportive, contenitori culturali, strutture sanitarie: c’è di tutto nell’affollato elenco dei lavori sono partiti o che dovranno prendere corpo nei primi mesi del 2025. Comuni e strutture tecniche sono sotto pressione da mesi, vedremo se ci saranno dilazioni nei tempi di conclusioni delle opere.

SANITA’ DA CURARE
Fra le priorità poi la cura della sanità pubblica, da anni sottofinanziata, che anche in Emilia-Romagna rischia di perdere qualità nei servizi. A pagina 5 c’è un’approfondita intervista al direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori, che fa un quadro più che esaustivo sullo stato di salute dei servizi, delle liste d’attesa, annoso problema non solo romagnolo, anzi. Sul territorio ci sarà presto un aggiornamento dei Cau.

ECONOMIA E CONSUMI
L’economia era partita bene, poi sotto i colpi di fattori internazionali ha rallentato, in particolari settori come l’industria meccanica, l’automotive, l’agricoltura hanno segnato il passo. Se in Europa frena bruscamente la Germania, anche in Emilia-Romagna gli effetti sono inevitabili. La cooperazione in questo contesto si è difesa bene, con dati alla fine positivi per l’anno che  termina, mentre per il 2025 si addensano nubi poco rassicuranti che potrebbero portare ad una stagnazione pericolosa. I consumi, soffocati da un’inflazione pesante fra 2022 e 2023, che ha colpito il carrello della spesa di tante famiglie, faticano a risalire. Si prevede un altro anno in salita.

TURISMO ED EVENTI
Il turismo si è confermato come motore dell’economia romagnola, con luci e qualche ombra: rimarranno nella storia le immagini del Tour de France che è transitato per la prima volta in estate in buona parte delle nostre città, così come tanti eventi internazionali sportivi come la F1 a Imola e la MotoGp a Misano. Molte criticità sul mondo balneare, in primis con le vertenza Bolkestein che si trascina di anno in anno senza trovare una via d’uscita certa. Inevitabili i bandi sulle concessioni, il Governo cerca ancora una quadra con l’Europa, anche se entro il 2027 pare ormai certo che le gare ci saranno. La Regione in campo con i Comuni per mediare una situazione trascinata troppo a lungo. Sullo sfondo, rimangono elementi che ogni anno risultano alla fine fondamentali per la tenuta del tessuto sociale romagnolo: la solidarietà ed il volontariato.
*direttore@settesere.it
 





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