Patenti e nuove regole, in Veneto cala il consumo di alcol. Ma al ristorante spunta la «wine bag»

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difficile da pignorare

 


di
Michela Nicolussi Moro

L’Associazione dei pubblici esercizi: «Tutti i clienti adesso vogliono bevande analcoliche, faremo nuovi cocktail»

A sole due settimane dall’entrata in vigore del nuovo Codice della strada si cominciano a vedere le prime «conseguenze». Pioggia di sanzioni e patenti ritirate, ma anche un cambiamento nelle abitudini dei veneti, che ora quando escono rinunciano spesso al bicchiere di vino, come testimonia il boom di richieste di bevande analcoliche nei locali. Di pari passo cresce, soprattutto tra i giovani, la tendenza a lasciare l’auto in garage se invece si prevede di alzare un po’ il gomito.

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Il taxi dopo il ristorante

«Riceviamo molte chiamate di sera, per il rientro dai ristoranti — rivela Gabriele Stevanato, presidente del Consorzio Radiotaxi Veneto —. In questi giorni di festa si moltiplicano le occasioni conviviali e in tanti preferiscono chiamare un taxi piuttosto che mettersi al volante dopo aver mangiato e bevuto. Ed è un indicatore che emerge subito in un computo complessivo che vede una costanza di numeri, con 2300-2400 corse al giorno per 730 tassisti al lavoro in tutta la regione. E, anzi, rispetto allo stesso periodo del 2023 le corse sono diminuite, per due motivi: l’anno scorso abbiamo vissuto il primo Natale senza restrizioni Covid e quindi la gente aveva molta voglia di tornare a muoversi — spiega Stevanato — e poi dobbiamo fare i conti con la concorrenza, spesso sleale di Uber (vettore privato contattabile con app, ndr), che non sempre rispetta le regole. Tanti noleggiatori arrivano da fuori regione, per potenziare il servizio in particolare a Padova, Venezia e Verona, supportati da una massiccia campagna pubblicitaria che attira i clienti con la promessa di prezzi stracciati».




















































Non si prenota

C’è anche da dire che non è più possibile prenotare un taxi, nemmeno per le serate critiche del 31 dicembre e del primo dell’anno. «Il singolo tassista non accetta prenotazioni, lo fa la cooperativa, che però le lancia al momento alla macchina più vicina — dice Massimiliano Schiavon, presidente della Cooperativa Radio Taxi Padova —. Di solito nemmeno le cooperative le accettano per i giorni di fine anno, perché tanto siamo già tutti fuori, non occorre prenotare. E poi abbiamo appurato che i clienti non rispettano mai l’orario d’uscita dalla discoteca o dai locali notturni stabilito con Radiotaxi. Accettiamo prenotazioni solo se l’utente deve andare in ospedale o in stazione».

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Analcolici in salita

Va poi ricordato che la legge impone ai locali notturni l’installazione dell’etilometro all’uscita, per consentire agli avventori di rendersi conto dello stato in cui si trovano e regolarsi di conseguenza. «E siamo tenuti a rispettare l’obbligo di non servire più da bere a chi è già alterato, anche per motivi di sicurezza», sottolinea Federica Luni, presidente dell’Appe, l’Associazione provinciale pubblici esercizi di Padova. Che poi anticipa le misure adottate dagli associati per venire incontro alla necessità dei clienti di bere con moderazione. «Benché il nuovo Codice della strada, che ha introdotto regole più restrittive, sia in vigore solo dal 14 dicembre, abbiamo compiuto una ricognizione tra i soci, per capire come si stiano organizzando per rispondere alle mutate esigenze della clientela — illustra la presidente dell’Appe —. Ci sono due fronti. I bar rilevano l’esplosione della richiesta di bevande analcoliche, che però a fine giornata implicano una ricaduta economica al ribasso. Un succo di frutta o un analcolico in bottiglietta costano 1-2 euro in meno rispetto a un bicchiere di vino, allo Spritz o a un cocktail. La soluzione è introdurre cocktail analcolici, che pareggino i costi con le proposte a base di alcol. Come Appe stiamo programmando corsi per creare mix responsabili e ricercati senza alcol, ad esempio con la frutta, che rappresentano una valida alternativa».

La «wine bag»

Il secondo fronte riguarda i ristoranti. Dopo le doggy bag, introdotte per non sprecare il cibo non consumato e consegnarlo al cliente che l’ha pagato per mangiarlo a casa o darlo, appunto, al cane, ora arrivano le «borsette» nelle quali riporre e consegnare all’avventore le bottiglie di vino non finite. A ulteriore stimolo a non superare i limiti. «Il messaggio è: l’avete pagata ma non c’è bisogno di berla tutta nel locale, se dovete guidare, potete finirla a casa, con comodo — precisa Federica Luni —. È una novità che si accompagna a una maggiore prudenza. C’è sempre più consapevolezza che chi dopo cena si rimetterà al volante non deve bere, soprattutto tra i giovani. Sono più informati e hanno più paura dei controlli rispetto agli adulti».

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