Il consiglio provinciale ha approvato la delibera con cui proporrà a Iren e Arera di contenere per due anni al 4 per cento l’aumento del costo dell’acqua nelle bollette degli spezzini, di far slittare a dopo il 2029 i conguagli previsti e di passare contestualmente gli investimenti dal 185 a 190 milioni.
Il provvedimento è passato per 6 voti a 5, grazie a cinque consiglieri della maggioranza e al presidente Pierluigi Peracchini, che per tutto il pomeriggio ha difeso la proposta, prima davanti all’Assemblea dei sindaci, poi di fronte al consiglio. È in questa sede che la consigliera Udc Gabriella Crovara ha confermato i distinguo rispetto a Peracchini e al centrodestra spezzino votando contro, così come l’opposizione.
Il testo, ricevuto dai sindaci poche ore prima dell’incontro in Via Veneto, era stato discusso ed emendato con due aggiunte proposte da Loriano Isolabella ed Egidio Banti durante l’assemblea dei primi cittadini, aperta dall’illustrazione di Peracchini che ha rivendicato di offrire l’unica alternativa sostenibile dal punto di vista giuridico ed economico per ridurre l’aumento dal 9,95 per cento annuo proposto dal gestore e dall’algoritmo di Arera, la pluripotenziaria agenzia di regolazione del mercato.
Isolabella, per Carro, ha subito proposto di impegnare Acam – Iren a investire gli utili nella riduzione delle perdite della rete idrica colabrodo spezzina, dove il 54 per cento dell’acqua potabile va persa.
Il centrosinistra ha iniziato a manifestare dubbi sui conti con il sindaco di Sesta Godano, Marco Traversone: “Prima c’era stato detto che rinunciando a 25 milioni di investimenti si sarebbe scesi a un aumento del 7 per cento, ora siamo al 4 con 5 milioni in più?”.
Tra microfoni e interventi in teleconferenza Cristina Ponzanelli, sindaca di Sarzana, ha sostenuto Peracchini, ma non si sono ben comprese le motivazioni, mentre Leonardo Paoletti ha fatto pesare la richiesta di un monitoraggio più attento sulla pianificazione e sui costi delle opere votata dal consiglio comunale di Lerici.
Federica Pecunia, sindaca di Calice al Cornoviglio, si è lamentata per il pochissimo tempo a disposizione per la valutazione di un parere così diverso rispetto allo scenario prospettato e chiedendo garanzie sugli investimenti futuri. Anche la collega di Santo Stefano, Paola Sisti, avrebbe voluto più condivisione e ha parlato di occasione persa per fare un confronto e una proposta seria.
Anche da Varese Ligure sono arrivate critiche sulle tempistiche e le modalità della proposta, così come dal sindaco di Ameglia Umberto Galazzo: “Dopo 20 giorni siamo a discutere un documento arrivato via chat due ore fa? In questo modo è un ricatto: non ci sono alternative”.
Rita Mazzi, primo cittadino di Follo, non ha contestato gli appunti mossi dal centrosinistra, ma ha invitato a ringraziare gli uffici per il lavoro svolto, e ha ammesso di sentire la mano pesante per il voto, da sindaco e in seguito anche da consigliere provinciale. Ma ha rifiutato l’ipotesi di far tornare gli aumenti oltre il 9 per cento.
Banti, sindaco di Maissana, ha proposto, e poi ottenuto, di imporre una verifica della sostenibilità dell’aumento percentuale della tariffa onde evitare picchi imprevisti. Katia Cecchinelli, da Castelnuovo Magra, ha manifestato disappunto per la mancata concertazione e Paolo Adorni, sindaco di Bolano, dopo aver ironizzato sulla destinazione dei 5 milioni di euro in più (più volte accostati a Sarzana), ha chiesto di posticipare ulteriormente la votazione.
“Abbiamo iniziato a ragionarne a ottobre, poi non ci siamo più visti. Ora ci sia concesso di ragionarne prima con i nostri consigli comunali”, ha proposto il sindaco di Vezzano Ligure, Massimo Bertoni.
Peracchini e la maggioranza hanno serrato le fila e si è andati alla conta, che ha visto 15 voti a favore, 10 no e 2 astenuti. Favorevoli: Brugnato, Beverino, Carro, Carrodano, Deiva, Follo, Framura, La Spezia, Lerici, Maissana, Pignone, Porto Venere, Riccò del Golfo, Rocchetta Vara e Sarzana.
Contrari: Arcola, Ameglia, Bolano, Calice al Cornoviglio, Castelnuovo Magra, Levanto, Luni, Riomaggiore, Vernazza e Vezzano. Voto contrario sul piano e favorevole alla tariffa per Sesta Godano. Astenuti Varese Ligure e Zignago e assenti al momento del voto Bonassola, Borghetto, Monterosso e Santo Stefano Magra.
Un rapido cambio di scena e la sala del consiglio provinciale è ritornata ai suoi legittimi proprietari per l’approvazione della delibera che aveva appena incassato il parere positivo dei sindaci della maggioranza.
E infatti il consiglio provinciale si è svolto sulla stessa falsa riga, eccezion fatta per il nuovo episodio di voto difforme di Crovara rispetto ai colleghi del centrodestra.
Umberto Costantini, Mazzi, Jacopo Ruggia e Marco Tarabugi hanno difeso la controproposta della Provincia agli aumenti previsti da Arera definendola “seria e credibile” e sottolineando come il voto negativo avrebbe inevitabilmente portato l’aumento tariffario a oltre il 9 per cento.
Crovara ha giustificato il suo no dicendo che non si è tenuto conto delle necessità della popolazione, mentre Bertoni, Simone Regoli, Giorgia Lombardi e Camilla Monfroni hanno ancora una volta contestato il metodo e ribadito che la riduzione dei costi si sarebbe potuta ottenere eliminando investimenti non necessari.
La votazione si è chiusa con un 6 a 5 per la maggioranza. Il centrodestra chiude il 2024 portando a casa una importante partita sotto il profilo tecnico e regolatorio, ma anche sotto quello politico, visti i distinguo e le mozioni proposte o approvate nelle scorse settimane qua e là in provincia. La tenuta c’è stata, come era prevedibile, ma ancora una volta c’è lo sgarro del voto contrario da parte della consigliera Udc Crovara. Sta diventando un’abitudine.
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