TRA CHIUSURE PROGRAMMATE E ROTTURE: NELL’ ABRUZZO IMBIANCATO COMUNI SENZ’ACQUA A NATALE | Notizie di cronaca

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LANCIANO – È ancora emergenza idrica in una provincia di Chieti che negli ultimi giorni ha fatto i conti con neve e maltempo, un bianco Natale che non ha risparmiato ulteriori disagi a cittadini che da mesi sono costretti a fare a meno di una risorsa indispensabile, l’acqua, a causa di chiusure programmate o a sorpresa.

Una “emergenza” che la Sasi, la società che gestisce il servizio idrico in 90 comuni della provincia di Chieti, ha imputato alla mancanza della risorsa idrica, con la sorgente del Verde che registrerebbe una portata al di sotto delle medie stagionali degli ultimi 20 anni, ma intanto si fa fatica ad arginare ed intervenire sull’annoso problema della dispersione, visto che a causa delle reti colabrodo si arriva a perdere fino al 70% di acqua nel territorio.

E se nell’ultima riunione nei giorni scorsi, alla presenza di sindaci ed amministratori, il presidente della Sasi, Gianfranco Basterebbe, ha assicurato che “sotto l’albero i cittadini troveranno qualche ora in più di acqua per affrontare con maggiore tranquillità le giornate di festa. Salvo imprevisti”, i disagi sembrano non terminare con le feste.

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La società è da mesi nell’occhio del ciclone, al centro di proteste e polemiche per la mancanza d’acqua, una situazione a cui i cittadini della provincia si sono dovuti abituare negli anni, con chiusure puntuali a ogni estate, che oramai sono diventate strutturali in qualsiasi periodo, anche in pieno inverno.

Succede, ad esempio, che oltre alle chiusure programmate quotidianamente (Qui il link), che impediscono in base alle zone dalle 18 o dalle 20 l’utilizzo dell’acqua, le rotture improvvise alle condotte causino ulteriori interruzioni non preventivate.

E così nei giorni di festa, oltre alle chiusure comunicate, si sono aggiunte anche quelle urgenti per rotture, come è successo a Treglio il 23 dicembre, a Vasto il 24, a Paglieta il 25, ad Atessa il 26.

Un grave disagio in estate, anche per attività commerciali e con importanti ricadute sul turismo, che non si arresta neanche in questo periodo.

La Sasi, si legge in una nota di resoconto dell’ultimo incontro,  “è una società sana, con i conti a posto, bilancio in attivo e con una pianificazione mirata di opere che ridurranno quasi completamente gli attuali disagi anche se bisognerà aspettare il 2026. Il  problema resta ancora la scarsa disponibilità della risorsa idrica con le conseguenti chiusure programmate e turnazioni. Sembra però che sotto l’albero i cittadini troveranno qualche ora in più di acqua per affrontare con maggiore tranquillità  le giornate di Festa. Salvo imprevisti”.

E la promessa da parte di Sasi che “subito dopo le festività natalizie ci si ritroverà in assemblea insieme al presidente dell’Ersi e all’assessore regionale Emanuele Imprudente per una ulteriore analisi della situazione e per individuare anche altre forme di collaborazione e di sostegno per contenere i disagi dovuti alla mancanza d’acqua. Pensando anche all’utilizzo di altre fonti di approvvigionamento”.

“Quello che è accaduto negli ultimi mesi non ha riguardato solo il territorio gestito dalla Sasi ma tutto il Centro Sud e la nostra regione – ha esordito Basterebbe – non è stata risparmiata. L’osservatorio nazionale degli utilizzi idrici che ogni due mesi fotografa la situazione sull’andamento delle sorgenti e sullo stato di severità della carenza idrica, sottolinea nel report di novembre uno stato di severità medio-alto e i territori con maggiori criticità risultano l’ambito chietino e pescarese. Purtroppo questo ci dice che la situazione è ancora difficile”.

“La sorgente del Verde – ha continuato il presidente – registra una portata al di sotto delle medie stagionali degli ultimi 20 anni, attualmente si attesta su una portata di circa 800 litri al secondo a cui si aggiungono 200 litri al secondo dall’attivazione di 4 pompe ausiliari di soccorso, a fronte di una portata media stagionale di 1200 litri al secondo e un fabbisogno di 1400. Si continuano quindi a perdere circa 200 litri rispetto alla media e 400 litri al secondo in meno rispetto alla quantità che occorrerebbe per garantire l’acqua a tutta la popolazione. Anche la disponibilità idrica delle sorgenti minori è diminuita drasticamente”.

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“Abbiamo attivato tutte le azioni possibili per contrastare un’emergenza che era difficile prevedere di queste proporzioni. Provvidenziale l’acquisto di una ulteriore autobotte già a maggio e un’altra nel mese di luglio nonché l’acquisto di 24 cisterne utilizzate quali presidi di approvvigionamento emergenziale per i territori maggiormente colpiti dalla mancanza della risorsa idrica”.

Per quanto riguarda la pianificazione degli investimenti, la Sasi ha attuato “una programmazione di medio e lungo periodo con la consapevolezza che solo con una programmazione mirata si potrà rispondere in maniera adeguata alle richieste del territorio, aumentando gli standard qualitativi e gestionali della società e del servizio offerto, risolvendo finalmente le annose criticità legate al patrimonio infrastrutturale ereditato, tenendo ben presente il cambiamento climatico e i suoi effetti”.

Basterebbe inoltre ha ricordato “i numeri degli investimenti fatti e dei lavori che proseguono, come quelli, fondamentali di ricerca perdite”.

“La mappatura, la digitalizzazione e l’ingegnerizzazione delle reti sono in corso in 16 Comuni (Atessa, Casalbordino, Cupello, Fossacesia, Furci, Gissi, Guardiagrele, Lanciano, Ortona, Paglieta, Rocca San Giovanni, San Buono, San Salvo, San Vito Chietino, Torino di Sangro e Vasto). “L’obiettivo è raggiungere il target imposto dal Pnrr di diminuire le perdite del 38 per cento e di concludere nel 2025 le attività previste dal progetto con la distrettualizzazione delle reti per un totale di 1468 km in anticipo rispetto alla scadenza di marzo 2026. Sono lavori importanti capaci di dare una risposta concreta e immediata alla risoluzione delle criticità, stiamo prevedendo altre campagne di ricerca perdite e riparazione delle reti”.

“Non ci sono bacchette magiche, né ricette miracolose”, ha detto ancora il presidente.

“La Sasi nel 2024 ha presentato due importanti proposte progettuali in sede di programmazione Pniissi (Piano nazionale interventi infrastrutturali per la sicurezza del settore idrico) che sono state considerate prioritarie da parte della commissione ministeriale. Due progetti, di cui uno riguardante la riduzione delle perdite, digitalizzazione e monitoraggio delle reti per tutti i comuni gestiti dalla Sasi per un totale di 12 milioni e 600 mila euro e l’altro relativo al ripristino di tratti delle reti distributrici con la sostituzione di tratti di rete idrica fatiscente per tutti i comuni per un totale di 80 milioni di euro. L’attuazione di questi due interventi consentirà di chiudere un quadro programmatico fondamentale per la nostra società consentendo una riduzione delle perdite del 40 per cento rispetto all’attuale situazione. Questo significa niente più rubinetti a secco”.

L’assemblea si è aperta con la riconferma alla società  per la revisione legale, il punto è stato illustrato dal presidente del collegio sindacale Giuseppe Moretta che ha tenuto a rimarcare che “la valutazione non è stata fatta solo in base all’offerta economica, ma anche per le competenze e conoscenze acquisite”. Approvato con 41 voti favorevoli, 20 astenuti e nessun voto contrario.

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All’ordine del giorno anche la proposta di aggregazione Sasi-Aca.

“Nel 2027 scadrà la convenzione di gestione del servizio idrico di Sasi e di altri quattro gestori abruzzesi – ha evidenziato Gianfranco Basterebbe – solo la Gran Sasso dell’Aquila andrà a scadenza nel 2031. Noi come società abbiamo da tempo dato il via a una serie di incontri per valutare un progetto in grado di sventare l’ipotesi di un ingresso del colosso Acea, e per cercare di mantenere la gestione pubblica dell’acqua. L’intento è quello di preservare il legame con i Comuni soci mantenendo le società territoriali e cercando forme di collaborazione che consentano di ottimizzare le risorse e contenere i costi. Perciò questo Cda ha deciso di incaricare una società per redigere uno studio di fattibilità da cui scaturirà una proposta a Ersi e Regione, con una proposta di aggregazione che permetta a Sasi e Aca di ottenere un nuovo affidamento in house trentennale”.

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