Extrabudget ai privati, assolti Frattura e l’Irccs Neuromed

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La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti del Molise ha assolto l’ex governatore e commissario della sanità, Paolo Frattura, e altri dirigenti regionali (fra cui l’attuale dg Lolita Gallo e la ex direttrice della Salute Marinella D’Innocenzo): non hanno causato un danno da 20 milioni (questa la richiesta complessiva della procura erariale nel giudizio) pagando le prestazioni erogate a pazienti extraregionali dall’Irccs Neuromed.
Visite ed esami effettuate oltre il budget ma, hanno riconosciuto i giudici di via Garibaldi, regolarmente riconosciute dalle Regioni di provenienza dei pazienti e quindi poi saldate a Palazzo Vitale.
Il verdetto, depositato ieri in segreteria, è stato deciso nella camera di consiglio che si è svolta dopo l’ultima udienza del procedimento, il 24 ottobre scorso. Vale a dire il giorno dopo la mancata parifica del bilancio della Regione che la Sezione di controllo della Corte ha ricondotto in massima parte proprio al riconoscimento dell’extrabudget alle cliniche private (non solo Neuromed ma anche Responsible). Interpretazioni nei fatti diverse del principio affermato dal Consiglio di Stato nel 2023 e che ha escluso l’operatività del tetto, nei confronti dell’Irccs di Pozzilli e dell’ex Gemelli, per quanto riguarda i pazienti non molisani. Il collegio presieduto dal magistrato Maurizio Stanco, nella sentenza pubblicata ieri, pur riconoscendo la non irragionevolezza della fissazione di un tetto all’extrabudget, ha tuttavia evidenziato la «natura altamente specialistica delle prestazioni erogate e delle esigenze sanitarie assicurate dall’Irccs Neuromed, in un bacino di utenza territoriale che – proprio in ragione di tale peculiarità – oltrepassa quello molisano».
La vicenda giudiziaria che si è appena conclusa ha avuto origine da un esposto del Codacons del 2018. L’associazione segnalava, fra le altre cose, «l’esistenza di “transazioni milionarie … tra Regione e Neuromed in assenza di ufficiali profili di tracciabilità delle prestazioni rese e dei crediti eventualmente maturati”».
Il periodo preso in esame dalla procura contabile va dal 2010 al 2014. Durante il processo, che ha riguardato solo il Neuromed perché la posizione della allora Cattolica è stata stralciata, la difesa dell’ex presidente Frattura curata dall’avvocatessa Francesca Fazzolari ha evidenziato fra le altre cose che l’importo complessivo della transazione formalizzata con l’Irccs di Pozzilli (46 milioni) è stato pagato in due tranche e che quindi il secondo saldo era solo una «mera, doverosa ed inevitabile esecuzione di un procedimento già avviato e soltanto parzialmente concluso. Dunque, da portare a termine». Inoltre, la Regione, negli anni 2010-2014, avrebbe conseguito un vantaggio dal meccanismo di compensazione interregionale. Infatti, riporta la decisione della Corte, «a fronte di una produzione erogata dall’Istituto Neuromed, per gli extraregionali, e riconosciuta dalle Regioni di provenienza dei pazienti in sede di compensazione della mobilità sanitaria interregionale pari ad euro 187.577.273,33, ha ricevuto dalla Regione Molise euro 180.020.126,77 (come da importi contenuti nella determina n. 80/2016 e nello stesso atto di costituzione della Procura, in merito alla remunerazione dell’extrabudget). La Regione Molise, dunque, per effetto delle prestazioni extraregionali erogate dall’Istituto Neuromed negli anni 2010-2014, ha conseguito un vantaggio complessivo pari ad euro 7.577.146,56».
L’avvocato della dg Gallo, Mariano Prencipe, ha sottolineato il vantaggio «comunque conseguito dalla collettività, non solo per le prestazioni sanitarie effettivamente erogate, ma anche perché i pagamenti disposti in favore di Neuromed avrebbero permesso di chiudere un contenzioso che – dal report predisposto dalla struttura commissariale per il tavolo tecnico interministeriale – “superava abbondantemente quanto poi riconosciuto dalla Regione Molise con riconoscimento delle somme oggetto di contestazione”».
Ancora, per la ex direttrice D’Innocenzo l’avvocatessa Rosa Sciatta ha richiamato i pareri favorevoli resi dall’Avvocatura dello Stato sull’accordo con l’Irccs e puntualizzato che «nel disporre il pagamento delle somme 2010-2014» si è «tenuto conto del fatto che tre contratti erano stati firmati e che le somme prodotte fino al 2011 erano supportate da contratto (firmato precedentemente al suo incarico del novembre 2014) che lei certamente non poteva non eseguire, trattandosi di contratti validi e efficaci».
Rappresentato dagli avvocati Salvatore Di Pardo e Claudio Di Ruzza (sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Campobasso che curò il secondo grado del processo sul crollo della Jovine a San Giuliano e poi procuratore dei Minori del Molise prima di andare in pensione dalla magistratura e dedicarsi alla professione forense), l’Irccs della famiglia Patriciello presieduto da Giovanni de Gaetano si è difeso nel merito – ribadendo che la Regione «non solo non ha subito alcun danno economico […] ma ha acquisito addirittura un vantaggio trattenuto e non corrisposto alla Neuromed […] di euro 904.425,66» in virtù dell’applicazione della tariffa unica – e ha smontato la tesi dell’accusa basata su un’ipotesi di dolo che avrebbe escluso la prescrizione. Per la Sezione giurisdizionale, quindi, la domanda nei confronti dell’Irccs è prescritta, ma nei confronti degli altri chiamati in giudizio è infondata. Fra gli altri, è stata riconosciuta la correttezza della condotta anche dell’allora dirigente della Regione Paola Sabatini (difesa da Stefano Sabatini) e della ex funzionaria della direzione Salute e oggi dirigente dell’Asl di Benevento Stefania Pizzi (assistita da Mirella de Santis).
Scrivono i magistrati erariali argomentando il dispositivo: «Ogni diversa considerazione, infatti, è superata dalla constatazione – fattuale e specificamente riferita agli esercizi oggetto del giudizio – che il completamento della procedura di compensazione interregionale ha rimosso il pregiudizio prospettato dalla procura. Diversamente opinando, la condanna dei convenuti alla restituzione degli importi richiesti determinerebbe una duplicazione per la Regione, che ne sarebbe locupletata senza causa (…). Tanto ricostruito, e ferma la prospettazione della domanda attorea, essa non può essere accolta neanche nei confronti dello Stato, in quanto è indirizzata non già al ristoro dell’eventuale pregiudizio indiretto conseguente a tutti i descritti meccanismi, ma alla restituzione tal quale di un importo che, per quanto risulta agli atti, è già stato rimborsato a chi ne era titolare (la Regione Molise), senza che sia ravvisabile alcuna diretta lesione finanziaria per lo Stato, che non ha erogato somme ulteriori rispetto a quelle annualmente previste. Eventuali pregiudizi patiti da altre Regioni non sono stati allegati né provati».
Le spese legali seguono la soccombenza. Quindi la Regione, per la quale la procura contabile in questo caso ha agito, dovrà rimborsare i costi sostenuti da Frattura e dagli altri convenuti (tranne il Neuromed, per il quale è stata dichiarata la prescrizione) per difendersi.
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