Bonus ristrutturazione, ecco cosa succede se hai iniziato i lavori nel 2024 e li terminerai nel 2025 con le nuove regole

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A seguito delle novità apportate al bonus ristrutturazioni con l’approvazione alla Camera della legge di Bilancio 2025, facciamo chiarezza sul caso pratico dei lavori cominciati nel 2024 e destinati a concludersi il prossimo anno. Quanto si potrà risparmiare con le detrazioni fiscali?

Il bonus ristrutturazioni consiste in un’agevolazione fiscale, rivolta a chi vuole compiere opere di ristrutturazione edilizia; esso comporta l’attribuzione di una detrazione dall’Irpef, corrispondente al 50% delle spese effettuate per ristrutturare le singole unità immobiliari residenziali (ma anche le parti comuni degli edifici residenziali). In particolare è l’art. 16 bis del T.U.I.R. a stabilire una detrazione fiscale delle spese sostenute per gli interventi di riqualificazione, ristrutturazione e recupero del patrimonio edilizio. Il tetto massimo di spesa su cui far valere la detrazione è pari a 96mila euro, mentre la detrazione si suddividerà in dieci quote annuali di identico ammontare, nell’anno di effettuazione della spesa e in quelli successivi.

Ebbene, la manovra 2025 ha cambiato le aliquote di detrazione del bonus in oggetto e, proprio per questo, sorge spontaneo chiedersi cosa accadrà al beneficio fiscale in riferimento ad opere iniziate quest’anno e previste in conclusione soltanto nel 2025. Per capirlo, anzitutto ricordiamo che il prossimo anno il bonus ristrutturazione sarà caratterizzato da una detrazione dall’imposta lorda del:

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

  • 50% delle spese sostenute, solo per gli interventi sulle abitazioni principali;
  • 36% delle spese sostenute, per le seconde e terze case.
In ambo i casi l’agevolazione continuerà a valere entro un massimo di spesa pari a 96.000 euro per unità immobiliare. Fino a quest’anno, invece, l’aliquota di detrazione – prevista per le spese effettuate per la ristrutturazione – è stata pari al 50%, senza distinzione tra abitazione principale e seconda casa. Ricordiamo che – insieme alle spese agevolabili salite da 48 a 96mila euro – l’aliquota in oggetto era stata incrementata al 50% a partire dal 2012, con il decreto legge n. 83/2012 (il c.d. “decreto Crescita”). Inizialmente, l’aumento era previsto come una misura temporanea per rilanciare il settore edilizio ma, in seguito, subentrarono nuovi provvedimenti che confermarono la più conveniente agevolazione.

Alla luce di quanto abbiamo appena visto, possiamo chiarire che cosa succederà alle detrazioni fiscali, in caso di lavori avviati e non ancora finiti. Sarà necessario tener conto della qualificazione dell’immobile come prima casa o seconda casa e, perciò:

  • se si tratta di ristrutturazione su abitazione principale, per il beneficiario dell’agevolazione non cambierà sostanzialmente nulla perché, come visto sopra, l’aliquota per la detrazione resterà tale e quale al 50%. Lo sconto Irpef sarà suddiviso in dieci quote annuali di identico ammontare, in considerazione della conferma apposta dalla legge di Bilancio 2025. Tuttavia se, per le spese pagate quest’anno, sarà possibile godere dell’agevolazione fiscale già nella dichiarazione dei redditi 2025, per quelle pagate il prossimo anno – sulle opere svolte nel 2025 – sarà necessario attendere di fare la dichiarazione nel 2026;
  • se i lavori di ristrutturazione cominciati quest’anno e con data di fine nel 2025 attengono, invece, ad una seconda casa, il quadro è differente. Come abbiamo accennato sopra, infatti, per le abitazioni diverse da quella principale la manovra 2025 ha previsto che l’aliquota di detrazione cali all’originario 36% del Tuir. Perciò i costi sostenuti e le opere pagate al 31 dicembre prossimo saranno coperte dall’agevolazione al 50% mentre, in riferimento alle spese che si pagheranno dal primo gennaio prossimo, l’aliquota di detrazione sarà appunto pari al 36%.
In entrambi i casi appena visti, alle detrazioni fiscali delle spese edilizie è applicato il principio di cassa, ossia un criterio utilizzato per determinare il momento in cui un’uscita di denaro – in questo caso il pagamento di una spesa detraibile – rileva ai fini fiscali. Secondo questo principio, la detrazione può essere fatta valere nell’anno in cui la spesa è stata effettivamente sostenuta, ossia indipendentemente dal periodo a cui la stessa spesa si riferisce.

Ecco perché non è detto a priori che il nuovo assetto del bonus ristrutturazioni 2025 sia penalizzante per i beneficiari. Infatti, chi – entro fine anno – pagherà anticipatamente parte delle fatture da saldare nel 2025, potrà sfruttare la detrazione fiscale al 50% e non al 36%, in riferimento alle spese per i lavori effettuati e compiuti il prossimo anno. Di fatto, quindi, la decurtazione del beneficio verrebbe annullata.





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