Il primo ministro slovacco Robert Fico si è recato a Mosca per incontrare Vladimir Putin, con cui ha discusso di gas russo, in vista della scadenza dell’accordo per le forniture di energia che lega il suo paese alla Russia. Fico – un acceso critico del sostegno dell’Unione Europea a Kiev – è diventato così il terzo leader occidentale, dopo il primo ministro ungherese Viktor Orbán e il cancelliere austriaco Karl Nehammer a incontrare il presidente russo dall’invasione dell’Ucraina, avvenuta quasi tre anni fa. “I massimi funzionari dell’Ue sono stati informati del mio viaggio e del suo scopo… venerdì scorso”, ha scritto Fico sui social. Ma la sua visita è stata accolta con gelo dai partiti di opposizione in patria e dagli alleati della Slovacchia nell’Unione Europea e nella Nato. Michal Simecka, capofila di Slovacchia progressista, ha affermato che Fico ha trasformato il suo paese in “uno strumento della propaganda” e che il suo viaggio è stato “una vergogna per la Slovacchia e un tradimento degli interessi nazionali”. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri ceco, Jan Lipavsky, che ha affermato di aver pensato agli ucraini “che non possono trascorrere il Natale con i propri cari a causa di Putin”. L’incontro è avvenuto mentre i leader di Italia, Svezia, Grecia e Finlandia si incontravano per un vertice sulla sicurezza europea, in seguito al quale il primo ministro finlandese Petteri Orpo ha affermato che la Russia “rappresenta una minaccia permanente e pericolosa” per l’Ue.
La questione del gas al centro?
Anche se ha affermato che nell’incontro con il leader russo si è parlato anche “della situazione militare in Ucraina” e della “possibilità di una fine pacifica” del conflitto, il motivo della visita di Fico a Mosca era un altro. La Slovacchia è ancora fortemente dipendente dal gas russo e guarda con grande preoccupazione alla scadenza del contratto firmato nel 2019 con Gazprom, che garantisce le forniture di energia a Bratislava dalla Russia in cambio del pagamento di un diritto di transito al governo di Kiev. L’accordo scade infatti alla fine di quest’anno e l’Ucraina ha manifestato l’intenzione di non rinnovarlo. La Russia in questi anni ha continuato a pagare regolarmente all’Ucraina il costo del transito, che vale circa 800 milioni di dollari all’anno, mantenendo così un accesso al mercato europeo. L’altro paese dell’Unione Europea che dipende ancora molto dal gas russo e da quel gasdotto è l’Ungheria: il governo di Viktor Orbán, tuttavia, avrà la possibilità di continuare a rifornirsi dalla Russia attraverso il gasdotto TurkStream, che passa da sud, dal Mar Nero. Fico sostiene che Vladimir Putin è stato “ingiustamente demonizzato” dall’Occidente.
Kiev e Bratislava ai ferri corti?
La tensione tra Bratislava e Kiev è esplosa nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo, quando Fico ha accusato l’Ucraina di minacciare gli interessi della Slovacchia rifiutandosi di consentire il flusso di gas russo attraverso il suo territorio. Rifornirsi altrove, ha detto Fico, costerebbe alla Slovacchia 220 milioni di dollari l’anno in più. Zelensky, tuttavia, ha difeso la posizione dell’Ucraina, citando le implicazioni morali dei transiti di gas russo: “I miliardi di euro del gas russo vengono usati per uccidere civili in Ucraina” ha detto, liquidando le preoccupazioni della Slovacchia sulle perdite economiche: “Quando la Slovacchia dice che può perdere soldi o che sarà costoso acquistare gas non russo, l’Ucraina ha perso molto di più: stiamo perdendo persone”. E ha definito “vergognoso” parlare di soldi durante una guerra. Fico ha apertamente espresso scetticismo sulle possibilità di Kiev di vincere il conflitto, di cui ha incolpato l’Occidente: “Ciò che attende l’Ucraina è Monaco” ha dichiarato Fico, alludendo all’accordo del 1938, in cui Gran Bretagna e Francia acconsentirono all’annessione di parti della Cecoslovacchia da parte della Germania nazista nel tentativo di evitare la guerra.
Aiutare Putin e indebolire l’Europa?
In un momento in cui si parla con sempre maggior insistenza di negoziati in vista tra Russia e Ucraina, la visita di Fico a Mosca imbarazza gli alleati e indebolisce la posizione dei 27. L’incontro è il primo dopo otto anni tra il capodi Stato russo e il premier di Bratislava, tornato al potere nel 2023 come aperto sostenitore dell’appeasement con il Cremlino e fortemente critico del sostegno occidentale all’Ucraina. La visita segna inoltre il rafforzamento di una relazione bilaterale che si è consolidata dopo che Putin ha descritto il tentato assassinio del capo del governo slovacco, avvenuto nel maggio scorso, come una “grande tragedia”. Ma al di là delle sintonie personali con il leader russo, il viaggio di Fico segna una svolta e un allontanamento della Slovacchia dalla Politica di sicurezza e di difesa comune dell’Ue, alla quale tutti gli Stati membri sono tenuti a conformarsi. Un portavoce della Commissione europea ha rifiutato di commentare l’incontro, ma ha affermato che l’Ue “è preparata” all’interruzione del flusso di gas russo attraverso l’Ucraina a partire dal 1° gennaio e che il suo impatto “sarà limitato”.
Il commento
Di Eleonora Tafuro Ambrosetti, Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale ISPI
“Non è ancora chiaro se la visita di Fico a Mosca avrà i risultati sperati dal primo ministro slovacco. La visita evidenzia, tuttavia, due cose. La prima è che è in atto una sorta di ‘normalizzazione’ dei rapporti con Putin, dopo lo stop avvenuto per l’invasione su larga scala dell’Ucraina; Fico è infatti il terzo leader europeo dopo il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il primo ministro ungerese Viktor Orban a incontrare il leader russo. Certo, le tre visite hanno sempre destato scalpore, ma contribuiscono a creare un precedente. La seconda è che, nonostante gli sforzi e anche i successi dell’UE nel ridurre la propria dipendenza energetica dalla Russia, alcuni membri – come, appunto, Bratislava – restano ancora vulnerabili e dipendenti da Mosca. Leggere questa visita esclusivamente dal punto di vista energetico mi sembra riduttivo viste le precedenti esternazioni di Fico sulla Russia e la sua guerra, ma è sicuramente un fattore cruciale da tenere in considerazione”.
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