Qualità della vita, la classifica di Chat GPT : ‘Reggio migliora’

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Riportiamo un interessante post dell’avvocato reggino Antonino Polimeni, esperto in diritto di Internet, privacy e copyright, che ha interrogato ChatGPT per un confronto sul tema ‘qualità della vita’ e sulla classifica stilata dal noto quotidiano ‘Il Sole 24 ore‘.

“Stasera mi sono divertito a giocare con i dati. Sono andato su GitHub e ho scaricato l’intera ricerca del Sole24Ore sulla qualità della vita. Tutti i dati, tutti diversi. Poi, per capire meglio, ne ho discusso con ChatGPT nella sua versione più avanzata”.

L’avvocato reggino ha chiesto inizialmente all’intelligenza artificiale una prima analisi sulla classifica.

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“Ciao Chat, come stai? Facciamo un po’ di brainstorming, fai una prima analisi, assumi le vesti di un esperto di analisi dati e statistica e fammi qualche considerazione/commento su questi dati.”

Qualità della vita a Reggio, Chat GPT: dati vecchi, province penalizzate e indici ‘forzati’

Il sistema di OpenAi si prende il suo tempo per analizzare i dati e i files di accompagnamento e inizia con tre osservazioni, semplici ma fondamentali:

1) Dati vecchi: molti indici si riferiscono ancora al 2021-2022. Sono gli stessi da anni, cosa facilmente verificabile nei CSV che ho scaricato su GitHub.

2) Province penalizzate: le classifiche sono provinciali e non cittadine. Questo crea uno squilibrio evidente: nelle province più grandi, il peso statistico dei piccoli paesi è maggiore. Questi territori, spesso isolati e carenti di servizi essenziali, abbassano la media complessiva. Al contrario, nelle province più piccole, dove la presenza delle città è predominante, i dati tendono a riflettere una situazione “di città”, quindi più favorevole, grazie alla concentrazione dei servizi e delle opportunità.

3) Gli indici sono un miscuglio: Il termine “qualità della vita” appare un po’ forzato se consideriamo alcuni indicatori inclusi nella classifica. Ad esempio, il numero di startup innovative, la densità del fotovoltaico, il numero di amministratori comunali con meno di 40 anni (oddio ma è un bene o un male?) o la sostenibilità dell’illuminazione pubblica sono certamente elementi rilevanti dal punto di vista economico e ambientale, ma quanto incidono davvero sul benessere quotidiano delle persone? Chi vive in una città si trova più spesso a confrontarsi con il costo degli affitti, l’accesso ai servizi sanitari o la qualità dell’aria, e non tanto con il numero di startup presenti sul territorio. Questo porta a una domanda di fondo: stiamo davvero misurando la “qualità della vita” o un insieme eterogeneo di dati interessanti ma scollegati tra loro?

Gli indici della qualità della vita per Chat GPT

L’avvocato Polimeni chiede poi a ChatGpt di individuare tra gli indici quelli che sono comunemente considerati indici di qualità della vita intesa in senso stretto. L’intelligenza artificiale, elaborati i dati, individuando i seguenti:

canoni medi di locazione, disuguaglianza del reddito netto, famiglie con Isee basso, inflazione alimentari e bevande non alcoliche, mensilità di stipendio per comprare casa, pagamenti delle fatture entro i 30 giorni, pensionati con assegni bassi, protesti pro capite, retribuzione media annua, imprese sociali, laureati e altri titoli terziari (25-39 anni), concentrazione media annua di PM10, distribuzione dell’acqua, qualità della vita dei bambini, giovani e anziani, emigrazione ospedaliera, indice della solitudine, uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, furti con destrezza, furti con strappo, furti di autovetture, indice di criminalità – totale dei delitti denunciati, indice di litigiosità, rapine in pubblica via, reati legati agli stupefacenti, i City Rank Amministrazioni Digitali, bar, cinema e ristoranti, indice del clima, indice di accessibilità ai servizi essenziali, spesa dei Comuni per la cultura.

“Mi sembra congruo. In effetti mettere nella stessa classifica costo degli affitti e lampadine a risparmio energetico dell’illuminazione pubblica mi sembra un po’ come “buttarla in caciara”.

L’analisi dell’avv. Polimeni continua:

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“A quel punto, il problema era statistico: valori espressi in modi diversi (percentuali alcuni, numeri assoluti altri, “meglio se alto”, “meglio se basso”). Ma visto che chat é intelligente, mi propone una “normalizzazione” dei valori. Per i più tecnici: Viene applicata una “Min-Max Normalization” trasformando ogni valore in un punteggio tra 0 (peggiore) e 1 (migliore), con queste formule: Punteggio = (Valore_i – Min(Valore)) / (Max(Valore) – Min(Valore)) o la formula invertita nel caso in cui il valore basso è meglio del valore alto. Detto-fatto”.

Qualità della vita, la classifica di Chat GPT: Roma ultima

Ecco quindi alcuni numeri interessanti: sul podio ci sono Ascoli Piceno e Macerata.

E poi. Le grandi città perdono tantissimi punti in vivibilità e finiscono in fondo alla classifica. Roma e Napoli? Le ultime due, una conferma che nelle aree metropolitane l’alta densità abitativa, il traffico, la microcriminalità e la qualità dell’aria incidono negativamente sulla percezione della vivibilità. Anche Palermo, Milano, Genova, Torino, e persino Firenze stanno in fondo.

Mi sembra più attinente alla realtà, la parola che spesso sento più associata a Roma è “invivibile”. Ci siamo. Chat ha fatto un lavoro intelligente.

“La mia città, Reggio Calabria resta indietro (88), ma si distingue in questa analisi. Chiedo all’intelligenza cosa ne pensa. La risposta è sorprendente e da degli spunti interessanti. La copio perchè è interessante per tutti: “Pur essendo una provincia vastissima, con poche opportunità di lavoro e geograficamente complessa (l’Aspromonte divide e isola), il risultato sorprende. Prendiamo ad esempio l’Indice di accessibilità ai servizi essenziali: misura il tempo in minuti necessario per raggiungere un ospedale. Un dato che penalizza aree lontane e mal collegate come i piccoli paesi dell’Aspromonte. Eppure, la provincia di Reggio Calabria si colloca meglio del previsto, nonostante molte persone decidano di andare via per cercare lavoro altrove. Questo stesso esodo, però, alimenta un altro indicatore: l’Indice di solitudine, che schizza alle stelle nei piccoli centri della montagna, dove intere generazioni si ritrovano lontane dai figli emigrati e dai servizi” e spesso da tutto”.

Ecco la classifica aggiornata limitando gli indicatori a quelli che ChatGpt, che non è né di sinistra né di destra (fatevene una ragione), ritiene più rilevanti:

Prime 10 in classifica

  1. Ascoli Piceno
  2. Macerata
  3. Lecco
  4. Udine
  5. Pordenone
  6. Sondrio
  7. Belluno
  8. Treviso
  9. Forlì-Cesena
  10. Arezzo

Ultime 10 in classifica:

  • 98 Crotone
  • 99 Caserta
  • 100 Messina
  • 101 Torino
  • 102 Salerno
  • 103 Palermo
  • 104 Firenze
  • 105 Milano
  • 106 Napoli
  • 107 Roma

Qui la classifica completa

Qualità della vita, Chat GPT sorprende. Le considerazioni finali dell’avv. Polimeni: ‘Non esiste una verità assoluta’

“Il quadro che emerge è chiaro: alcune criticità non possono essere superate. Probabilmente mai. Possono passare decenni, ma pensare che un’amministrazione regionale o provinciale riesca da sola a incidere su problemi così strutturali è illusorio. Certo, piccole migliorie possono esserci, ma gli scarti rispetto alle realtà più ricche e collegate restano enormi e difficili da colmare – continua l’avv. Polimeni – Ma soprattutto, a cosa servono davvero queste classifiche? A riempire i titoli dei giornali? A scatenare polemiche contro i politici di turno? La verità è che, con questi presupposti, rischiano di creare solo confusione: si tratta di indici estremamente diversi tra loro, tecnici, spesso soggettivi e difficili da confrontare. Chi vive in una grande città potrebbe rispondere: “Ma non è vero che siamo agli ultimi posti! E’ meglio stare a Milano, con tutto il traffico, la microcriminalità, le polveri sottili e un tasso di protesti pro capite elevatissimo, piuttosto che vivere in una provincia dove c’è necessità di emigrare per avere le migliori cure mediche, dove gli eventi culturali si contano sulle dita di una mano e dove il reddito medio è più basso. Chi ha ragione? La risposta è semplice – conclude l’avv. Polimeni. Entrambi. Non esiste una verità assoluta perché queste classifiche, così costruite, non riescono a cogliere la complessità della realtà e delle preferenze personali. Servono solo a creare contrapposizioni e divisioni, quando invece dovremmo concentrarci su come migliorare davvero la qualità della vita, ovunque ci troviamo. Buoni o cattivi non è la fine. Prima c’è il giusto o sbagliato da sopportate. Che di per sé è maledetto perché divide, mentre qui tutto dovrebbe solo unire”.

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