All’asta le case di Monte Stallonara. Assegnatari sul piede di guerra

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Non sono servite a nulla le mozioni del M5S recentemente approvate anche dalla maggioranza di centrosinistra, men che meno è servita la risoluzione delle commissioni Patrimonio e Urbanistica, votata nel giugno 2022, con la quale sembrava si potessero salvare le case costruite dalle cooperative fallite nel piano di zona B50 Monte Stallonara. Gli appartamenti di via Decimomannu 32 finiranno all’asta entro marzo 2025.

Case all’asta a Monte Stallonara

Una spada di Damocle, quella della messa all’asta, che riguarda 30 appartamenti e altrettante famiglie, che ormai quasi vent’anni fa hanno firmato per l’assegnazione di un alloggio all’interno di un piano di edilizia residenziale pubblica, a prezzi calmierati stabiliti da una tabella ben precisa. Come fa sapere una degli assegnatari e presidente del comitato di quartiere, Monica Polidori, la scorsa settimana sono arrivate comunicazioni ufficiali via Pec e via posta ordinaria riguardo a imminenti sopralluoghi dell’Ivg, l’istituto delle vendite giudiziarie dei tribunali di Roma e Tivoli. Sono visite per “verificare lo stato degli immobili” e “recuperare i contatti” di quelli che vengono definiti “occupanti”. 

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Oltre 100mila euro bruciati

Ma per chi in quelle case ci vive, o trovandosi altrove attende dagli inizi del Duemila di vedersele assegnate ufficialmente, è una mazzata tra capo e collo a pochi giorni da Natale. Le palazzine del 32 di via Decimomannu sono state costruite dalla cooperativa Acli Castelli Romani Seconda: “In media ogni nucleo ha versato 100mila euro per la realizzazione – ricorda Polidori – ma ovviamente c’è chi ne ha dato 50mila e chi anche 160mila. Io personalmente 115mila euro, ai quali bisogna aggiungere il contributo regionale che nel caso specifico del mio appartamento ammonta a 61mila euro”. 

Piani di zona, la regione revoca i fondi a due cooperative fallite: recuperati oltre 2,5 milioni di euro

Il motivo della vendita 

La messa all’asta è la conseguenza della curatela fallimentare che riguarda la cooperativa costruttrice, che deve alle banche le somme erogate come finanziamento e non completamente estinte. Inizialmente la cifra era sui 2,5 milioni di euro: “Ma il commissario liquidatore ha riconosciuto il pagamento di 428mila euro – continua Polidori – quindi a oggi la cifra richiesta è di 2,2 milioni di euro”. Visto che questa somma non viene pagata dal Comune, che nel frattempo ha immesso in possesso gli immobili dopo che la Regione ha fatto decadere la convenzione, a rimetterci saranno i legittimi assegnatari. Che, però, sono considerati occupanti senza titolo.

“Ecco cosa ci ha proposto il Comune”

“Non si possono far vendere gli appartamenti pagati – prosegue la presidente del comitato – , ma l’unica proposta fatta dal Comune è di avere in locazione per 25 anni gli appartamenti, solo se a oggi persistono i requisiti per vederseli assegnati. I soldi dati alla cooperativa Monte Stallonara (la quarta in ordine di tempo, ndr), non ci vengono riconosciuti. Questo perché quella cooperativa non avrebbe dovuto acquisire i diritti sulle case e di conseguenza è decaduta la convenzione. Dopo 25 anni di affitto, poi, ce le potremmo ricomprare al prezzo massimo di cessione, che non sappiamo quale sia”. Prima di poter entrare nelle case, però, gli assegnatari/inquilini dovranno saldare le indennità di occupazione calcolate dal 2021 (quand’è decaduta la convenzione) a oggi: anche 4mila euro a famiglia. “Quindi praticamente queste case  – denuncia Polidori – alla fine dei giochi, tra cifre versate per costruirle, affitti e acquisto finale, ci potrebbero costare anche 600mila euro. Faremo causa al Comune, siamo infuriati ed esasperati”. 

NEL 2022 – Piani di zona revocati, il comune studia un piano per acquisire gli immobili

L’illusione dei piani di zona

Pochi giorni fa da tutti i piani di zona sembrava sollevarsi un sospiro di sollievo, anche se timido e poco fiducioso, per la presa di posizione della politica rispetto al destino dei piani di zona decaduti. Tra commissioni capitoline ed esternazioni in aula “Giulio Cesare”, sembrava che la linea fosse quella di intervenire per bloccare la messa all’asta (che a Monte Stallonara riguarderà presumibilmente anche le case della cooperativa Santa Barbara Forze Armate), ma ora almeno a via Decimomannu sembra sia diventata una realtà. 



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