Perchè Donald Trump vuole “salvare” TikTok

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È tutto da scrivere il futuro di TikTok negli Stati Uniti. La Corte Suprema ha confermato il divieto imposto alla piattaforma cinese per i possibili rischi per la sicurezza nazionale, mettendo di fatto la proprietà Bytedance davanti a un bivio: la vendita a un ente americano o la cessazione delle proprie operazioni negli Usa. Il presidente uscente Joe Biden ha reso noto di lasciare la palla al suo erede, Donald Trump, che ha le idee piuttosto chiare sul da farsi, ossia salvare TikTok. Ma perché il tycoon ha adottato questa strategia, dopo essere stato uno dei principali avversari della creatura made in China?

Andiamo per gradi. Ieri Trump in una intervista alla Nbc News ha annunciato che “molto probabilmente” concederà a TikTok una proroga di 90 giorni per evitare il bando negli Stati Uniti. The Donald ha rimarcato di non aver ancora preso una decisione definitiva, ma sta valutando una proroga per la società madre della piattaforma, ossia ByteDance: “Penso che sarebbe, certamente, un’opzione che prenderemo in considerazione. La proroga di 90 giorni è qualcosa che molto probabilmente verrà fatta, perché è appropriata. Dobbiamo esaminarla attentamente. E’ una situazione molto importante”. Trump ha aggiunto: “Se decido di farlo, probabilmente lo annuncerò lunedì”.

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Una scelta particolare, considerando che lo stesso Trump aveva firmato un ordine esecutivo nel 2020 per mettere fuori legge TikTok, prima di incontrare l’opposizione dei giudici. Nel mirino i potenziali rischi di spionaggio e violazione della privacy a vantaggio di Pechino. Poi è arrivato il dietrofront, con il no al divieto negli Stati Uniti già annunciato nelle scorse settimane, con tanto di richiesta alla Corte Suprema di sospendere il ban.

Oggi il social media negli Usa è stato chiuso e gli utenti si sono ritrovati un messaggio in cui la piattaforma li informa che “fortunatamente” il neo presidente sta cercando una soluzione al problema.

Non parliamo di un dossier di secondo piano. Sono circa 170 milioni gli americani che ogni mese utilizzano TikTok, così come sono milioni i content creator – alcuni con decine di milioni di seguaci – attivi sulla piattaforma e che potrebbero improvvisamente ritrovarsi senza un’importante fonte di guadagno. Archiviata l’ostilità nei confronti della società cinese, anche Trump si è iscritto e può vantare oltre 14 milioni di followers. Non è un caso che secondo gli esperti di comunicazione politica, proprio TikTok avrebbe recitato un ruolo da protagonista nella super vittoria alle presidenziali contro Kamala Harris. Ma questa non è l’unica motivazione che si cela dietro il piano di The Donald.

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Trump, che ha parlato del dossier anche nell’ultimo contatto telefonico con il presidente cinese Xi Jinping, potrebbe aver adottato questa strategia per non creare un incidente con Pechino. Sia chiaro: i rapporti tra i due Paesi restano tesi, c’è grande diffidenza. Avendo anche ricevuto importanti finanziamenti dai proprietari della piattaforma – sottolineatura del politologo Ian Bremmer al Corriere – il presidente eletto potrebbe scegliere la strada più comoda, anche solo per non dover aprire un fronte di tensione diplomatica in una fase già complicata a livello internazionale. Subito dopo l’insediamento, il repubblicano dovrà fare i conti con due crisi piuttosto delicate: il Medio Oriente e l’Ucraina. Pur riconoscendo una certa importanza alla questione, Trump non può permettersi altre grane.

A conferma di ciò, le voci sull’intenzione del nuovo leader della Casa Bianca di recarsi in visita in Cina dopo il suo insediamento: “I suoi consiglieri hanno spiegato che non è stata presa alcuna decisione in merito a una sua nuova visita. Una delle persone a conoscenza delle discussioni ha detto che Trump ha espresso interesse a recarsi in Cina nei suoi primi 100 giorni di mandato. Il team di transizione di Trump non ha risposto a una richiesta di commento”, quanto riportato dal Wall Street Journal.

Del resto la scusa per “salvare” TikTok è già pronta: nessuno è mai riuscito a dimostrare che i dati raccolti siano gestiti direttamente dalla casa madre cinese e quindi TikTok non rappresenta una reale minaccia per la sicurezza. La strada sembra dunque tracciata. E non sorprende di sicuro l’annuncio della presenza all’Inauguration Day di Shou Zi Chew, ceo di TikTok già avvistato in più di un’occasione nella residenza di Mar-a-Lago.

Franco Lodige, 19 gennaio 2025

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