Legge sui bonifici istantanei e lentezza del sistema bancario: ennesima trappola?

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Un’altra lunga attesa mascherata da progresso: le nuove regole sui bonifici istantanei promettono una rivoluzione, ma in Italia rischiano di tradursi nell’ennesima trappola per il consumatore bancario.

Dal 9 gennaio 2025 sono entrate in vigore le nuove regole europee sui bonifici istantanei, una rivoluzione che promette di rendere più equo e accessibile il trasferimento di denaro. L’obiettivo della normativa, infatti, è quello di incentivare l’uso dei bonifici istantanei, che permettono di trasferire denaro in pochi secondi, anche fuori dagli orari lavorativi e nei giorni festivi e di favorire un sistema di pagamento più rapido, sicuro ed efficiente in tutta l’Ue, riducendo i costi e uniformando il servizio tra gli istituti bancari. Queste misure dovrebbero contribuire a eliminare le disuguaglianze tra clienti delle banche che attualmente hanno accesso a strumenti più avanzati e quelli che non ne dispongono.

Tuttavia, il percorso che ha portato a questa normativa e la sua strutturazione a due fasi evidenziano, ancora una volta – come sottolineavo già oltre 7 anni fa nel mio primo post per questo giornale – la lentezza e l’arretratezza tecnologica del settore bancario italiano. La normativa, infatti, prevede due tappe fondamentali:
– Dal 9 gennaio 2025, le banche che già offrono bonifici istantanei dovranno applicare lo stesso costo dei bonifici ordinari. Ad esempio, se la tua banca addebita 1€ per un bonifico ordinario e 3€ per uno istantaneo, dal 9 gennaio 2025 entrambi dovranno costare 1€.
– Dal 9 ottobre 2025, tutte le banche saranno obbligate a fornire ai clienti l’opzione di eseguire bonifici istantanei. Ad esempio, se la tua banca oggi non ti consente di effettuare bonifici istantanei perché non ancora pronta dal punto di vista tecnologico e di compliance, entro il 9 ottobre 2025 dovrà rendere disponibile questa funzione.

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Questo doppio step sembra un chiaro riconoscimento della difficoltà del settore bancario – in particolare quello italiano – ad adeguarsi rapidamente alle esigenze dei consumatori, alle innovazioni tecnologiche e, soprattutto, all’idea di guadagnare di meno. Non mi meraviglierei, quindi, se, di fronte ad una richiesta di bonifico istantaneo, la scadenza del 9 ottobre potrebbe essere utilizzata dal solerte funzionario di banca come alibi per non fare l’operazione.

Le banche italiane, a differenza di molti istituti europei, continuano a dimostrare una lentezza disarmante nell’adottare soluzioni digitali e tecnologiche avanzate. Non è un segreto che gran parte delle nostre infrastrutture bancarie sia obsoleta e che gli investimenti in tecnologia siano stati storicamente trascurati. Questo si traduce in costi elevati per servizi che, altrove, sono già standardizzati e poco onerosi e tempi di adeguamento infiniti, che lasciano il consumatore italiano in una posizione di svantaggio rispetto ai suoi omologhi europei.

L’esempio dei bonifici istantanei è emblematico: nonostante la tecnologia per trasferimenti istantanei sia disponibile da anni, in Italia il servizio è stato spesso relegato a un’opzione di nicchia, con costi sproporzionati e accessibile solo a una parte dei clienti. Questo atteggiamento riflette una visione miope e conservatrice, più orientata alla tutela dei margini di profitto immediati che all’innovazione.

La decisione dell’Unione Europea di fissare due date diverse per l’applicazione della normativa – gennaio per il costo e ottobre per l’obbligo di offerta – non è casuale. Di fatto, sembra un compromesso per permettere alle banche, specialmente quelle italiane, di colmare il divario tecnologico senza subire pressioni eccessive. Questo “sconto temporale”, però, grava sui consumatori, che dovranno attendere quasi un altro anno prima di vedere i bonifici istantanei diventare un servizio standard. Nel frattempo, continueranno a subire le inefficienze di un sistema bancario che si muove con ritmi da era analogica in un mondo sempre più digitale.

Se da un lato questa normativa rappresenta un passo avanti verso una maggiore equità e modernizzazione, dall’altro è lecito chiedersi se non sia già troppo tardi. La lentezza cronica del nostro sistema bancario rischia di trasformare un’opportunità di crescita in un ennesimo esercizio di adattamento minimo, senza reale innovazione.

In un contesto in cui i consumatori chiedono servizi sempre più rapidi, trasparenti e a basso costo, il sistema bancario italiano sembra ancora impantanato in logiche superate. Servirà molto più di una normativa europea per scardinare le resistenze e rimettere il cliente al centro del sistema. Ma almeno, con questa legge, un primo passo è stato fatto. Ora resta da vedere se le banche sapranno cogliere l’occasione o se si limiteranno, ancora una volta, a fare il minimo indispensabile e, soprattutto, se continueranno a far penare il consumatore nell’esercizio di un suo diritto.



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