AGI – Tutti al fianco di Zaia? “Assolutamente sì“: risponde così il ministro Giancarlo Giorgetti lasciando il consiglio federale della Lega. A chi gli chiede se sarà trovata una quadra con gli alleati, Giorgetti replica: “Ma sì, si trova…”.
Sul terzo mandato sì o no, si continua a discutere, dunque. “Non diciamo sì o no a Zaia, il dibattito è sul terzo mandato, noi pensiamo che due siano più che sufficienti per fare il lavoro necessario. Tosi? Proposto alla coalizione, non lo abbiamo candidato”, spiega a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il deputato e portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi.
“Il nostro punto di vista è che chi viene scelto direttamente dai cittadini non debba avere limiti di mandati perché alla fine il popolo sovrano possa valutare se ha amministrato bene o male. Prendiamo atto che questa posizione è solo nostra. Ma, al netto della vicenda Zaia o De Luca, il problema in Veneto è politico, se Zaia non può più correre, ma la Lega ha governato bene, allora a chi spetta la regione Veneto?”, è la domanda che pone il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari, ad Agorà su Rai 3. “Se Meloni vuole tenere insieme il centrodestra deve fare come Berlusconi, non guardare solo al momento elettorale contingente, ma deve valutare le specificità dei singoli partiti. Visto che la Lega è caratterizzata da sempre come il partito dei territori e dell’autonomia, gli alleati del centrodestra dovrebbero tenere conto di questa peculiarità. Così si tiene insieme una coalizione”.
Ma che cosa aveva detto il governatore del Veneto due giorni fa? “La lettura non è ‘Zaia vuole correre da solo’, la lettura è ‘avete 10 mesi di tempo per pensare e trovate una soluzione’ – aveva spiegato Zaia -. Sono certo che alla fine prevarrà il buon senso anche perché ci sono tutti i presupposti per una fibrillazione che rischia di diventare pericolosa. In 10 mesi potrebbe accadere di tutto”. Nessuna minaccia, né ultimatum sul tema del terzo mandato ma un avvertimento chiaro: “Ovvio che noi speriamo una corsa unitaria ma è fondamentale che ci siano i presupposti per farla bene… E lo dice uno che le corse solitarie le ha già fatte” ha spiegato il presidente della Regione Veneto ricordando quella del 2002 quando a Treviso corse da solo sbaragliando le previsioni che davano il centrodestra al 40% e finendo con un ballottaggio Zaia – Partito democratico. Come a dire che al centrodestra proprio non converrebbe un nuovo braccio di ferro di questo tipo, tanto meno dopo una tornata elettorale che nel 2020 l’ha eletto con più del 75% dei voti.
“E’ umano e comprensibile che ogni partito avvicinandosi alle elezioni accampi dei ‘desiderata’. Che FdI o FI chiedano di aver parte in questa partita non lo trovo un reato di lesa maestà ma si tratta di capire il punto di caduta. Penso che noi abbiamo governato bene, ma se non sono d’accordo ce lo dicano che non l’abbiamo fatto, ma allora le strade si separeranno” ha infine aggiunto Zaia. Una cosa è certa per il governatore: “E’ inaccettabile che parlino di blocco dei mandati e del rischio di centri di potere bocche che da 30 anni sono sfamate dal Parlamento“.
Salvini: “Non si metta in discussione il buongoverno”
Se un altro partito del centrodestra rivendicasse il candidato per il Veneto c’è il rischio che la Lega corra da sola? “In questi due anni di governo la Lega e’ stata assolutamente leale in ogni votazione nei confronti del governo. E la stabilita’ del governo italiano è un patrimonio che l’Europa ci sta invidiando e che ci sta premiando economicamente. Quindi non si mette in discussione un governo che arriverà a tutti e cinque gli anni”, premette Matteo Salvini intervistato da Bruno Vespa a Cinque Minuti. “Un conto – rimarca poi il vicepremier leghista – è il voto politico e altra cosa è la buona amministrazione locale. Se il buon governo della Lega e di Zaia in Veneto da anni è riconosciuto a livello internazionale, metterlo in discussione per equilibri politici e per scelte romane non mi sembrerebbe utile. Sono sicuro che con gli alleati troveremo una quadra, come abbiamo sempre trovato, e sono sicuro – conclude Salvini – che nessuno voglia mettere in discussione uno dei governi più virtuosi di Europa per mettere una bandierina da qualche parte”.
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