Unical: una nota polemica dello Snals (Sindacato Scuola)

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di FRANCO BARTUCCI – La pericolosa deriva per l’Unical dall’esterno e nell’interno. Questo titolo è frutto di una profonda analisi fatta sulla base di due notizie che ho avuto tramite WhatsApp, che toccano il presente ed il futuro dell’Università della Calabria, ponendoci nelle condizioni di riflettere e cercare i momenti giusti e di equilibrio nella sua storia, guardando anche alle sue radici, per stabilire il giusto ordine delle cose.

La prima notizia riguarda un sondaggio lanciato dalla C News24 che assegna al Rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, il titolo di “calabrese più influente del 2024”, superando tutte le aspettative in termini di popolarità e di voti raccolti, miglia in pochi giorni (circa 15 mila). “Il numero uno dell’ateneo calabrese – è riportato nella nota di agenzia dell’emittente televisiva – si piazza al primo posto della classifica con il 31,79% dei voti. Un trionfo che conferma la scia di risultati positivi conseguiti dall’Università della Calabria negli ultimi mesi, di nuovo al centro dei riflettori nazionali e internazionali per la capacità di attrarre talenti mettendo al centro la ricerca”.

Contestualmente, ma pochi giorni prima, alla vigilia delle festività natalizie viene resa nota una lettera della segreteria del sindacato aziendale SNALS (Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola) indirizzata al Rettore Nicola Leone, che invitato, nel partecipare alla cerimonia per lo scambio degli auguri natalizi e nuovo anno nell’University Club, ne declina la partecipazione motivandola con un testo molto duro e chiaro, che si riporta a seguire integralmente nel rispetto delle norme che regolamentano il diritto all’informazione (l’UniCal in questo ha fatto scuola in campo nazionale per effetto del suo primo Statuto del 1971) e la trasparenza della Pubblica Amministrazione, tanto che il Rettore Pietro Bucci, nel programma elettorale per la sua rielezione del 1981 ne ha fatto una bandiera con lo slogan “Arcavacata una casa di vetro”, cioè “trasparenza”

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“Come Sigla Sindacale – recita la lettera della segreteria del Sindacato SNALS dell’UniCal –  ci teniamo a farle sapere che no, non prenderemo parte al brindisi. E non ci saremo per tutte le occasioni mancate: invece di invitarci al brindisi come arma di “seduzione di massa”, poteva benissimo darci più peso, come personale tecnico amministrativo per l’elezione del Rettore. E non ci saremo per tutte le volte che ci ha sminuito, ad esempio con la scelta di dirigenti che provengono da fuori, affondando di fatto un chiaro colpo al personale “locale”. La distanza posta tra lei, Nicola, e il personale tecnico amministrativo, è stata percepita come supponenza: non una sua presenza durante i tavoli di contrattazione, se non, solo, per difendere la Direttrice… Il dubbio campeggia, anche in quella occasione: stava difendendo una persona o una sua scelta? Non ci piace neanche ciò che il campus è diventato: un campus che parla solo di Medicina e Intelligenza Artificiale, realtà che prosciugano tutte le risorse economiche a scapito dell’Area Umanistica. In una società sempre più bisognosa di humanitas, lo svilire il pensiero a favore della meccanicità dell’intelligenza artificiale (onnipresente) nega il diritto delle nuove generazioni di provare emozioni e sentimenti diversi, favorendo la spersonalizzazione e l’emergere di sempre nuove fragilità, difficili da combattere. Non parteciperemo al brindisi neanche per la sua gestione politica dell’UniCal, accentrando attraverso un intricato sistema di deleghe e nomine tutto nelle sue mani, in un vero e proprio culto della personalità. E tra le occasioni mancate non si può tacere quella di “dimenticare” chi ha lavorato duramente negli anni per portare qui Medicina, spacciando questo risultato (?) per un suo personale successo.

Un’altra occasione mancata per l’UniCal è data anche dall’essere stato compartecipante alle infiltrazioni politiche nell’Accademia, favorita dalle sue macchinazioni. Ribadiamo che l’università e l’accademia devono essere libere, come libera deve essere l’informazione che in questo momento, nella nostra università sfiora la propaganda. Non brinderemo, quindi, con lei perché questo calice sarebbe troppo amaro da mandare giù e come Sigla Sindacale non siamo abituati a mettere una maschera di ipocrisia, avendo sempre manifestato il nostro dissenso e le nostre idee a viso aperto.

Caro Nicola, come ci invita oggi a chiamarla, noi le auguriamo un felice Natale e un sereno 2025 che, dalle ultime notizie, si preannuncia già un anno più libero”.  Firmato “La Segreteria SNALS UniCal”.

Che dire se non riconoscere una profonda “verità” nei contenuti della lettera del sindacato, che peraltro fa avvertire l’assenza totale delle tre sigle sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil, di fronte a un tale stato dell’Università, che pure hanno fatto parte della storia e della nascita del primo Ateneo calabrese, ricordando che a turno le tre sigle sindacali hanno avuto un loro rappresentante nel massimo organo amministrativo (Consiglio di amministrazione) della stessa Università. Ci meraviglia il totale silenzio di fronte alla gravità dei problemi denunciati dalla segreteria del Sindacato Snals. Ci preoccupa molto il loro silenzio totale di fronte alla storia della stessa Università, che nel suo cinquantesimo anniversario della nascita, lo hanno fatto passare nel silenzio assoluto, di fronte anche al disinteresse, se pur avvisato e stimolato, dello stesso Rettore, che il tempo gli ha pure concesso questa posizione, quale ottavo Rettore dell’Università della Calabria.

Poteva essere con gli adeguati festeggiamenti una grande opportunità d’incontro tra generazioni di studenti/laureati, docenti/non docenti del passato e del presente, società del territorio/mondo politico e delle istituzioni, per riflettere ed analizzare il passato insieme ed impostare nella gioia e nella consapevolezza dell’incontro un nuovo cammino comune per il cinquantennio futuro, nel quale siamo entrati già da tre anni pieni. Tutto ciò non lo è stato senza consegnare alla nuova generazione di studenti, come anche dipendenti, una memoria di appartenenza.

Finanche un mese addietro, per effetto di un disegno di legge regionale, stava per essere scippato all’Università della Calabria parte del territorio vincolato per la realizzazione del progetto del suo Campus, ed il sindacato come la comunità universitaria non ha reagito facendo passare il tempo di discussione in un silenzio tombale dannoso per se stessi e per la collettività del territorio. Ancora in questi giorni Rfi Trenitalia ha realizzato un piano di fattibilità per il raddoppio della galleria Santomarco e la realizzazione di una stazione ferroviaria su territorio di Montalto Uffugo per servizio al Campus universitario di Rende. Così è scritto nella relazione senza sapere che quella stazione ferroviaria è parte integrante del progetto dell’Università della Calabria (Vedi progetto Gregotti) ed il silenzio continua ad essere di casa, sia da parte della dirigenza che della comunità universitaria, avendo ormai perduto la memoria di appartenenza, che un movimento sindacale del passato avrebbe difeso a spada tratta. Sono state nel passato tante le battaglie che il movimento sindacale ha difeso nel difendere le specificità dell’Università, come il diritto alla residenzialità, l’autonomia gestionale del centro residenziale che una legge dello Stato ne aveva messo in pericolo l’esistenza ed altre battaglie ancora.

Ma cosa succede oggi a questa Università che padri fondatori dalle vedute larghe ci hanno lasciato e che il tempo seppur trascurato nella sua dimensione complessiva ne conserva una sua integrità di validità per lo sviluppo economico e sociale del territorio come è avvenuto nei mesi scorsi con a riproposta della “Grande Cosenza” di Beniamino Andreatta.

Resto non convinto sul sondaggio lanciato dalla C News24 sulla figura del personaggio più influente in Calabria per il 2024, legando il tutto alla qualità della ricerca scientifica che trova campo nell’Università della Calabria per effetto dell’attivazione del corso di laurea in Medicina Chirurgia Tecnologie Digitali, che ha portato l’attrazione di valenti luminari e talenti appartenenti a settori diversi emigrati in altri paesi.

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Certo c’è il merito all’attuale Rettore, entrato ormai da due mesi nel suo ultimo anno di mandato rettorale (sperando che sia indolore per effetto di strane e misteriose manovre che ne vorrebbero provocare una proroga) di aver saputo cogliere il frutto utilizzando le sue competenze in materia di informatica ed intelligenza artificiale applicate al settore, che altri prima di lui, come il prof. Pietro Bucci e soprattutto il prof. Sebastiano Andò avevano impostato con l’attivazione della Facoltà di Farmacia e scienze della salute e della nutrizione fino a creare con la collaborazione di valenti docenti, impegnati anche attraverso il Centro Sanitario, un’area medica di primato assoluto in ambito italiano, riconosciuta dallo stesso Ministero dell’Università per effetto e competenze del nucleo di valutazione Anvur.

Non è il singolo soggetto che dà valore e prestigio all’Università, quanto il concorso di più figure e aree di competenza, oltre a quella dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, che stanno portando l’UniCal, non ancora completata nelle sue strutture per come individuabile negli elaborati dei progetti Gregotti e Martennsson, nell’alone degli apprezzamenti nazionali ed internazionali per come emerge dalle varie reting  di valutazione. Un merito, quindi, per quanto riguarda la ricerca, che va distribuito all’intera Istituzione universitaria anche perché c’è ancora molto da fare. (fb)



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