“L’ultima speranza per i giovani siamo noi. Milei? È un modello”

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Intervista a tutto campo con l’economista, che insieme a Michele Boldrin ha fondato un movimento politico che vuole cambiare l’Italia puntando su innovazione, ritorno dei cervelli e una rivoluzione dello stato sociale: “Ogni volta che alzi le pensioni e abbassi l’età pensionabile fai scappare migliaia di giovani”.

Alberto Forchielli.

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“Cos’è Drin Drin? Per molti giovani è l’ultima speranza per credere nella politica”. Alberto Forchielli è uno che ne ha viste tante: laureato ad Harvard, uomo delle privatizzazioni per l’IRI di Romano Prodi, uomo di Finmeccanica in estremo oriente e poi imprenditore giramondo, con una passione per il basket Nba e i Boston Celtics. Oggi Forchielli, assieme all’economista Michele Boldrini, già animatore di Fare per Fermare il Declino una decina abbondante di anni fa, è alla guida di un Think tank che mira a diventare partito politico. Si chiama Drin Drin per l’appunto, come una sveglia che suona ed è nato dai dialoghi online, sotto forma di podcast, tra gli stessi Forchielli e Boldrin: “Allo stato attuale – spiega Forchielli a Fanpage.it – Drin Drin è un network di più di 8mila giovani estremamente preparati e intelligenti. Nasce per riprendere le fila di Fare per fermare il declino, ma anche per fare appello alle forze produttive e intellettuali del Paese che sono stanche di questo stato delle cose. E in particolare fa appello ai giovani, che sono la componente sociale più emarginata e inascoltata del nostro Paese. Che stanno scappando a frotte”.

Immagine

Forchielli in versione Milei con la motosega in mano (foto tratta da un video pubblicato su Facebook)

Chi sono questi 8.200 giovani, Forchielli?



Giovani professionisti, phd, post-doc, questo è il livello. Abbiamo 2mila giovani all’estero su 7mila, con sezioni importanti a Boston, New York, Hong Kong. Sono professionisti in carriera, giovani professori che si sono iscritti al movimento pagando un’importante quota associativa.

Perché “Drin drin”?

È la sveglia dal torpore che ci circonda. Dalla rassegnazione, dalla disperazione. Molti di questi ragazzi si sono arresi. Il drin drin è la loro ultima speranza: se non c’è nessun partito che ci rappresenta, il partito ce lo facciamo noi.

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Sveglia da cosa?



Sveglia per rifare un Paese innovativo, che cresca, che affronti il problema del merito, dell’equità, della scuola.

Dovesse scegliere tre parole d’ordine quali sarebbero?



Innovazione, numero uno. Immigrazione, numero due. Stato sociale, numero tre.

Partiamo dall’innovazione…



Dobbiamo ricostruire un ecosistema innovativo. In questo Paese la produttività non cresce da trent’anni e il motivo è solo uno: mancanza di innovazione. Siamo la quarta potenza esportatrice del mondo, esportiamo l’equivalente di 600 miliardi all’anno, ma esportiamo sempre le stesse cose, vecchie di cinquant’anni: piastrelle, mobili. Serve creare cose con maggior valore aggiunto.

Come?

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Prendi gli Usa: quindici anni fa la loro economia era uguale alla nostra, oggi è enormemente più grande. E se vai a vedere la lista delle loro 100 aziende più grandi, la metà non esisteva 15 anni fa. Tutte sono state create dal venture capital. E tutte sono cresciute in ambiente universitario.

Quindi riprodurre la stessa cosa qua…

Si, investendo tantissimo sulla scuola. E cambiato enormemente il sistema finanziario. Il nostro sistema è completamente inadeguato a supportare un sistema innovativo di questo tipo. Dobbiamo importare il venture capital straniero con sgravi fiscali importanti. Invece che mandare i nostri migliori startupper in America a farsi finanziare, che poi rimangono là.

Numero due: immigrazione

Oggi noi siamo un Paese di emigrazione. Negli ultimi dieci anni, 350mila giovani italiani sono scappati all’estero, e sono i migliori purtroppo. Dobbiamo portare a casa tanti giovani., da dovunque arrivino.

Anche dall’Africa?

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Certamente: ci stiamo preoccupando tanto dei 70mila operai della Stellantis che rischiano il posto, ma tra un po’ in Italia non ci sarà nessuna Stellantis perché non ci saranno più operai. Nel giro di 20 anni mancheranno 4 o 5 milioni di persone al nostro sistema produttivo. E se non interveniamo, il sistema produttivo italiano scomparirà. Ci pensa la natalità a far fuori Stellantis dall’Italia, non la Cina.

La terza: stato sociale. Cosa intendi?



Intendo pensioni e cassa integrazione

Roba da tagliare, secondo voi, però…



Non c’è dubbio che per liberare risorse e fare quel che serve dobbiamo operare in modo intelligente sullo Stato sociale.

E come si fa?



Eliminando le malversazioni, ristrutturando la cassa integrazione, cercando di alzare l’età pensionabile.

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Non esattamente i temi più popolari dell’universo…

Sarà, ma ogni volta che alzi le pensioni e abbassi l’età pensionabile fai scappare migliaia di giovani. Senza considerare le aberrazioni dello Statuto dei lavoratori.

Cioè?



Cioè la nostra struttura del lavoro è troppo protettiva. Dobbiamo dare più bonus e aumenti a chi se lo merita e punire chi non se lo merita. Molte imprese rimangono piccole perché è più semplice gestirle.

Nonostante l’abolizione dell’articolo 18?

Ora lo vogliono rimettere, pensa te.

Quando parli di tagli mi vengono in mente il presidente argentino Javier Milei e Elon Musk col suo dipartimento per la semplificazione, in arte Doge. Sono loro i vostri modelli?

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Milei sì, è un nostro modello, pur con tutte le sue contraddizioni. È la prima volta in cinquant’anni che l’Argentina da segni di vita. Su Musk la penso in modo diverso: il Doge è una buffonata perché le spese della difesa e del medicare/medicaid col Doge non li tocchi. È illusorio pensare che abbia un impatto importante

Altri modelli?



Non c’è un equivalente nostro. Io penso che Boldrini con Fare per Fermare il Declino sia il vero modello di riferimento.

Voi puntate a diventare partito e vi collavate al centro: con chi pensate di allearvi?

Non con Renzi, Ruffini e Sala che sono il centro del Pd e a me non interessano. Su Calenda metto un grande punto di domanda, perché non ho ancora capito cosa vuole fare. Mi piace Marattin invece, anche se un’alleanza tra Orizzonti Liberali e Drin Drin mi sembra assai difficile: sono animali molto diversi. Noi vogliamo un centro del 10% che sia in grado di condizionare le scelte della destra e della sinistra.

Per raggiungere il 10% non bastano gli ottomila giovani di oggi, però…

Lo so bene. Noi ora siamo una forza di élite, ma dobbiamo parlare al muratore di Castellammare e alla casalinga di Voghera. Dobbiamo fare un discorso popolare.

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Dicendo che volete tagliare le pensioni? Auguri…

Molta gente non ci voterà, lo sappiamo. Ma chi partecipa alla vita produttiva del Paese sanno cosa vuol dire efficienza della grande impresa e della pubblica amministrazione. Noi non abbiamo bisogno della maggioranza.

I giovani sono molto attenti al cambiamento climatico. Voi non siete esattamente un movimento ambientalista…

Vogliamo una politica ambientale pragmatica e intelligente. Siamo per il nucleare e per la fusione. Non siamo d’accordo con le attuali politiche europee.

Non temete di alienarvi le simpatie di chi pensa si debba fare molto di più contro il riscaldamento climatico, e magari vive in contesti molto più attenti alle politiche di mitigazione delle emissioni di quanto lo sia l’Italia?

Lo so, però bisogna dire la verità. Noi pensiamo che dietro la politica ambientale europea ci siano delle forti inesattezze. Carbon pricing è ancora incerto, il blocco del motore endotermico al 2035 è una sciocchezza, e la transizione brucia posti di lavoro, non li genera. I giovani ci vorrebbero più ambientalisti, è vero. Ma noi dobbiamo dire loro la verità.





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