Foggia, i pentiti Villani e Francavilla raccontano tutti gli affari dei clan della «Società»

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Il pentito Ciro Francavilla: “Pasquale Moretti lo conosco da una vita; è il figlio di Rocco, comanda nel suo clan, facevamo affari insieme anche se apparteniamo a 2 gruppi diversi: ci dividevamo i proventi di spaccio di cocaina ed estorsioni”. L’altro pentito Patrizio Villani: “Pasquale Moretti fu coinvolto nella guerra di mafia del 2002/2003, ma noi del clan Sinesi/Francavilla non potevamo ucciderlo perché era il figlio di Rocco, e se l’avessimo ucciso allora i Moretti avrebbero ammazzato Francesco Sinesi, figlio di Roberto. Poi Pasquale Moretti fu coinvolto anche nella guerra tra clan del 2007 con Francesco Sinesi: Pasquale voleva uccidere Francesco che lo anticipò e gli fece sparare, ferendolo; poi nel 2010 fecero pace e affari insieme”. Ecco le nuove rivelazioni di due ex pezzi da novanta del clan Sinesi/Francavilla, di cui il pg chiede l’acquisizione nel processo d’appello “Decimabis” in corso a Bari a 23 imputati, tra cui Pasquale Moretti condannato in primo grado a 16 anni per mafia, usura e estorsione: si dice innocente.

L’ex boss Ciro Francavilla di 50 anni, pentitosi a dicembre 2023 quando scontava quasi 10 anni per mafia e estorsione inflitti in “Decimazione”, è stato nuovamente interrogato dal pm della Dda Bruna Manganelli e ha parlato dei suoi rapporti con Pasquale Moretti. “Lo conosco dal ’92 e abbiamo sempre avuto buoni rapporti; entrò nell’organizzazione nel 2002-2003 affiancandosi a Salvatore Prencipe” (ex capo clan ucciso nel maggio 2022) “e Federico Trisciuoglio” (altro nome storico della mafia morto a ottobre 2022 dopo lunga malattia). “Poi quando arrestarono nei primi anni del Duemila Prencipe, fu Pasquale Moretti a prendere il potere perché glielo diede il padre Rocco. Io e mio fratello Giuseppe” (pentitosi a gennaio 2024) “con Pasquale Moretti creammo il sistema della cocaina e facevamo le estorsioni insieme dal 2012 fino a quando a me e Giuseppe ci arrestarono nel 2018 in Decimazione. Con Pasquale Moretti abbiamo sempre diviso; con lui e con Vincenzo Antonio Pellegrino” (altro nome storico della “Società”) “prendevamo le decisioni insieme su cocaina e estorsioni. In particolare sul racket l’accordo tra noi era questo: se io attacco Tizio e Tizio viene da te” (per evitare di pagare il pizzo) “tu dici di non poter fare niente e che deve pagare; e viceversa. Paga 100mila euro? 50 a noi e 50 ai Moretti, questo è l’accordo che prendemmo io, mio fratello Pino, Pasquale Moretti e Pellegrino”.

Patrizio Villani, classe ’77, allevatore di San Marco In Lamis, si è pentito nel maggio 2022 dopo una condanna a 30 anni per un omicidio (uccise il 29 ottobre 2016 Roberto Tizzano e ferì Roberto Bruno) commesso su ordine di Francesco Sinesi, nell’ambito della guerra del 2015/2016 tra i clan Moretti/Pellegrino/Lanza e i Sinesi/Francavilla. Interrogato il 9 dicembre scorso dal pm Manganelli, il sicario ha riferito di “aver conosciuto Moretti in carcere nel ’99: con lui in cella siamo stati sempre bene, ci ritrovammo nel 2002 a Foggia per un’altra detenzione. Cosa le devo dire di lui, dottoressa? E’ l’erede del clan Moretti, l’erede del padre Rocco, l’erede della criminalità: cioè diventa il maggiore esponente della Società delle 3 batterie. Però dopo il 2002 non ho più avuto modo di parlare con Pasquale Moretti. Durante la guerra del 2002/2003” (14 morti e 4 feriti in 15 mesi per la rivalità tra i clan Sinesi/Francavilla e Trisciuoglio/Prencipe) “seppi che Pasquale Moretti era uno di quelli che pedinava e marcava Francesco Russo” (nipote del boss Roberto Sinesi e killer del clan: sconta l’ergastolo per un omicidio dell’aprile 2003) “per ucciderlo, ma non sarebbe stato lui a sparare perché se c’è uno che va a guardare” (pedinare) “è poi un altro a sparare: così funzionano gli omicidi. Sì lo so, io andavo sia a marcare la vittima sia a sparare ma io vengo dalla scuola di Franco Vitagliani” (killer del clan Sinesi/Francavilla in carcere dal maggio 2003 per scontare 5 ergastoli) “perché la mia è tutta un’altra mentalità: pezzi addosso” (girare armato) “carico, chi trovi trovi devi sparare. Però in quel periodo del 2003 non si doveva toccare Pasquale Moretti perché se l’avessimo fatto, avremmo messo in condizioni gli altri” (i nemici) “di uccidere Francesco Sinesi perché uno era il figlio di Rocco e l’altro il figlio di Roberto; gli obiettivi nostri erano altri come Prencipe, Trisciuoglio. Poi le cose cambiarono nel 2006; ci fu una rottura tra i clan e Pasquale Moretti divenne la punta del suo gruppo perché il padre Rocco, Prencipe e Trisciuoglio erano detenuti. Nel 2006/2007 ci fu la guerra tra Pasquale Moretti e Francesco Sinesi: Pasquale fu sparato” (sfuggì a un agguato a luglio 2007, mandanti e esecutori impuniti) “perché voleva uccidere Francesco ma quest’ultimo fece prima di lui. Poi nel 2010 i due fecero pace; a Foggia nessuno se l’aspettava questa pace però andava bene a tutti, si pensava solo a fare soldi. Fin quando non è esplosa la nuova guerra del 2015/2016 tra il nostro gruppo e i Moretti/Pellegrino/Lanza, in cui io sono stata parte attiva. Pasquale Moretti non fu direttamente coinvolto, ma lui e suo padre ragionavano in modi diversi: Pasquale era più per gli affari, l’altro voleva vendicarsi dei torti subiti da lui e da Vito Bruno Lanza detto ‘u lepr’. E infatti Pasquale Moretti disse a Francesco Sinesi, per quanto riferitomi da quest’ultimo: ‘io ti do la parola per me, però quando viene scarcerato mio padre non lo so lui cosa vuole fare’. Quando si spara, dottoressa, è tutto da rideterminare: tutto da sedersi di nuovo, fare summit, parlare, spendere le parole, vedere chi c’entra e chi non c’entra con gli agguati”.

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