Veneto Welfare Day 2024: sfide e innovazioni per un welfare integrato e inclusivo

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Un sistema di welfare regionale sempre più integrato, vicino al territorio e impegnato a promuovere equità nel mondo del lavoro. Queste le direttrici di sviluppo del welfare veneto delineate nel corso di Veneto Welfare Day 2024, manifestazione che ha coinvolto esperti e attori del settore in due giornate di dibattito tra Venezia e Padova. Promossa da Veneto Welfare – Unità Operativa di Veneto Lavoro nata per dare maggiore impulso allo sviluppo della previdenza complementare collettiva e, in generale, ai sistemi di welfare integrato – l’iniziativa ha messo sul tavolo del confronto temi di stretta attualità, quali la previdenza complementare nel contesto dell’autonomia differenziata, il welfare territoriale, la parità retributiva e il ruolo del benessere organizzativo per la crescita delle aziende.

«Le giornate del Veneto Welfare Day 2024, promosse dalla Regione Veneto attraverso Veneto Lavoro e Veneto Welfare – sottolinea l’Assessora regionale all’istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità Valeria Mantovan – hanno voluto rappresentare un’importante occasione di riflessione sulle principali sfide che i sistemi di welfare si trovano ad affrontare nella società contemporanea, sia dal punto di vista sociale che economico. Se da una parte abbiamo un forte aumento della domanda in campo previdenziale, assistenziale e sanitario, dall’altro abbiamo una forza lavoro che diminuisce. In tale contesto, risulta sempre più strategico valorizzare sia il welfare territoriale, che rappresenta un’occasione di sviluppo e di supporto del territorio e delle comunità di riferimento, sia il welfare che nasce dalla contrattazione collettiva, quale strumento per un’occupazione stabile e di qualità. L’obiettivo è farsi trovare pronti di fronte al cambiamento e prevedere nuove modalità di tutela individuale rispetto a quelle dominanti in passato. Di particolare rilevanza è inoltre oggi il tema della parità retributiva tra uomo e donna, che non è solo una questione etica, ma rappresenta un fattore imprescindibile per lo sviluppo economico e sociale della nostra società».

Dopo l’incontro inaugurale dedicato all’analisi di impatto e benefici del trasferimento alla Regione del Veneto della competenza sulla previdenza complementare nell’ambito dell’autonomia differenziata, il dibattito si è spostato nel pomeriggio di ieri sul tema del welfare territoriale, con un convegno intitolato “Welfare che cambia, reti che uniscono: una nuova prospettiva per il territorio”, che ha offerto una panoramica sulle sfide e le opportunità legate alle reti di welfare sul territorio, anche in termini di parità di genere, grazie agli interventi di Maurizio Busacca e Pamela Paisan, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Franca Bandiera, Direttrice dell’Istituto Veneto per il Lavoro, e Franca Maino, Professoressa associata in Scienza Politica dell’Università degli Studi di Milano e Direttrice Scientifica di Percorsi di Secondo Welfare.

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L’emergere di nuovi bisogni sociali, unitamente alle esigenze di contenimento della spesa pubblica, ha infatti incoraggiato la nascita di reti che sempre più spesso includono un’ampia e variegata platea di attori economici e sociali nella produzione di servizi di welfare. Le giornate del welfare hanno così rappresentato l’occasione per conoscere le buone pratiche raccolte in ambito di welfare locale e territoriale in termini di innovazione nei processi organizzativi, gestione dei servizi, servizi alla persona e alla famiglia, welfare aziendale e sinergie territoriali.

Dal progetto pilota di ricerca sul welfare territoriale, promosso da Veneto Welfare con l’Università Ca’ Foscari di Venezia con l’obiettivo di verificare lo stato di salute delle organizzazioni no profit del territorio lagunare e valutare il loro potenziale nella costruzione di iniziative di welfare complementare, è emerso come il 90% delle oltre 160 organizzazioni prese in esame abbia previsto per i prossimi anni una crescita della domanda di attività o servizi (65%) o almeno una sua stabilità (25%), mentre solo il 10% prevede una contrazione. L’indagine ha anche individuato aree critiche che possono però trasformarsi in ambiti di miglioramento strategico, come l’adozione di tecnologie innovative, la propensione alla costruzione di partnership complesse o la diversificazione delle fonti di finanziamento.

A chiudere i lavori del Welfare Day 2024, questa mattina presso la Camera di Commercio di Padova, il convegno “Il welfare per un’occupazione stabile e di qualità”, che ha rappresentato un momento di riflessione e dialogo su temi cruciali quali la parità di genere, il divario retributivo e il ruolo del welfare aziendale per lo sviluppo di un mercato del lavoro più equo e sostenibile.

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Dopo i saluti istituzionali del Presidente della Camera di Commercio di Padova Antonio Santocono, dell’Assessore regionale Valeria Mantovan e del Direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone, il convegno ha affrontato in particolare il tema del divario retributivo di genere (che in Veneto arriva al 23%), evidenziandone le cause economiche, sociali, culturali, e l’impatto in termini previdenziali, considerato che già oggi l’utilizzo più frequente del part time, il maggior numero di ore non retribuite, l’impiego in settori con basso costo orario e carriere lavorative più discontinue portano le donne a disporre mediamente di una pensione pari alla metà di quelli degli uomini.

Tra i relatori di giornata, Giorgia Nesti, Professoressa associata di Scienza Politica e Presidente del Corso di Laurea in Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Padova, Laura dal Corso, Professoressa associata di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni e Presidente del Corso di Laurea in Scienze Psicologiche Sociali e del Lavoro dell’Università degli Studi di Padova, Gaetano Zilio Grandi, Professore ordinario di Diritto del Lavoro e Prorettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Paolo Gubitta, Professore ordinario di Organizzazione Aziendale e Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Management for Sustainable Forms dell’Università degli Studi di Padova, e Manuela de Colle, Specialista mercato del lavoro di Veneto Lavoro.

Nel corso dell’incontro sono state proposte soluzioni su più livelli e discusse politiche pubbliche come la trasparenza salariale, il divieto di richiedere la storia retributiva e incentivi per l’occupazione femminile in settori più remunerativi, oltre a interventi organizzativi come la conciliazione vita-lavoro, la promozione della leadership femminile e il contrasto agli stereotipi di genere.

È emerso che altri strumenti per superare le disuguaglianze sono rappresentati dalla contrattazione collettiva, dalla bilateralità e dalle politiche di welfare aziendale, che stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nelle strategie di gestione delle risorse umane per la loro capacità di incidere in maniera rilevante sia sul benessere della persona, sia sul livello di soddisfazione dell’esperienza lavorativa e sul grado di engagement nel lavoro, soprattutto quando personalizzate sulle specifiche esigenze dei diversi segmenti della popolazione aziendale in termini di genere, d’età, di bisogni.

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Un fattore strategico è inoltre rappresentato dalla detassazione dei premi di risultato, la norma che prevede il riconoscimento di un’imposta sostitutiva agevolata per i premi di risultato associati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, a condizione che tali premi derivino dalla contrattazione collettiva, ovvero da contratti territoriali o aziendali. I premi possono essere erogati anche sotto forma di beni e servizi, la cosiddetta “opzione welfare”, risultando così totalmente esenti da tassazione. Soprattutto negli ultimi anni, le aziende venete si sono dimostrate particolarmente attente all’incentivo: con oltre 1.400 contratti depositati nei primi dieci mesi dell’anno, il 2024 si prospetta un anno record in termini di adesioni e oggi il 65% dei contratti depositati prevede tale “opzione welfare”. Per effetto di tale crescita, il welfare da premio di risultato interessa oggi in Veneto quasi 286 mila dipendenti di imprese private (erano 121 mila nel 2016, all’avvio della misura), per un valore medio pro capite di 1.600 euro, il doppio rispetto a otto anni fa.

«Includendo previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa e misure di conciliazione vita-lavoro – il commento di Silvia Cavallarin, Coordinatrice di Veneto Welfare – il welfare aziendale può contribuire a superare le disuguaglianze, valorizzare il contributo delle donne nel mondo del lavoro e migliorare il benessere di tutti i lavoratori. Vi è l’urgenza di un approccio integrato, che combini interventi normativi e culturali, come emerso dalle ricerche presentate questa mattina, per favorire un modello di contrattazione collettiva partecipativo e inclusivo».

Veneto Welfare Day 2024
Silvia Cavallarin, Coordinatrice di Veneto Welfare

Il convegno è stata inoltre l’occasione per presentare la campagna Ambassador “Equamente al Lavoro promossa da Veneto Welfare, con la consegna della Carta dei Principi alle aziende aderenti alla campagna e il riconoscimento delle buone prassi di aziende che adottano pratiche di inclusione e sostenibilità.

«Cambiamenti demografici, economici, sociali e culturali stanno ridefinendo i valori e le necessità della popolazione, facendo emergere nuovi bisogni – le conclusioni di Tiziano Barone su significato e prospettive di questo Veneto Welfare Day – Questo scenario richiede l’adozione di soluzioni innovative, in grado di mettere insieme domanda e offerta di welfare territoriale e aziendale che possa coinvolgere i diversi attori locali. In Veneto tale percorso è facilitato dalla Legge regionale n. 15/2017, che ha introdotto un sistema di accreditamento per le forme collettive di welfare, aprendo anche alle ‘altre forme di welfare integrative’ che includono imprese, reti d’impresa, enti locali, fondazioni, associazioni, imprese sociali e organismi no profit che promuovono e gestiscono progetti di welfare integrato. Durante questo Veneto Welfare Day, che rappresenta una delle tappe del lungo percorso di eventi e iniziative che abbiamo avviato ormai cinque anni fa, abbiamo voluto raccogliere e comunicare tutto il buono che esiste nella nostra Regione in termini di welfare integrativo, territoriale e aziendale, anche per individuare le direttrici del cammino che ancora ci si pone davanti».

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