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L’aumento sulle accise sui carburanti 2025 dovrebbe servire a trovare i 500 milioni di euro in 3 anni per finanziare il rinnovo del contratto dei 110.000 dipendenti del trasporto pubblico locale.
L’aumento si tradurrà in un incremento del prezzo di benzina e gasolio, contenuto in un decreto legge ad hoc.
La misura che il governo metterà in campo prevede aumenti minimi. Anzi: cambiamenti minimi. Vale a dire un centesimo in più ogni anno per il Diesel e un centesimo in meno (sempre ogni anno) per la benzina. Tutto ciò da qui al 2030, con l’obiettivo di arrivare allo stesso prelievo fiscale su benzina e diesel oggi, rispettivamente, a 1,75 e a 0,61 centesimi al litro.
L’Esecutivo segue le direttive di Bruxelles, che vuole slegare dalla quantità venduta le accise sui carburanti 2025 e di attaccarla al concetto di impatto ambientale.
Numeri alla mano, nel periodo gennaio-novembre 2024 la vendita di gasolio ha toccato i 21,632 milioni di tonnellate mentre quella di benzina i 7,893 milioni di tonnellate. Tradotto: 21,6 miliardi e 7,8 miliardi di litri. Il gasolio porterebbe a nelle casse del Fisco 216 milioni di euro in più mentre dalla benzina arriverebbero 78 milioni in meno.
Lo scopo del decreto del Governo – e dell’Unione Europea – quello di tagliare il leggero vantaggio fiscale che il gasolio ha sulla benzina, ad oggi di 4 punti percentuali che valgono circa 3,5 miliardi di euro.
Aumento accise sui carburanti 2025, le esenzioni
Ad avere l’esenzione dall’aumento delle accise sui carburanti 2025 sarebbero i mezzi superiori a 7,5 tonnellate di peso e motore Euro 5 o 6. Questi, continuerebero a ottenere il rimborso dell’imposta.
A tal proposito, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con la nota prot. 787558/RU del 19 dicembre 2024 ha stabilito che il termine delle istanze di rimborso sul gasolio commerciale. Quelle relative ai consumi effettuati fra il 1° ottobre e il 31 dicembre scorsi potranno essere presentate fino al 31 gennaio. Il rimborso è di 214,18 euro ogni 1.000 litri di gasolio.
[Approfondisci sulle spese di carburante per le flotte]
Prezzi medi carburanti su dati del ministero dell’Ambiente
In base alle statistiche del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, i prezzi medi dei carburanti sono in aumento.
Le rilevazioni effettuate nella settimana compresa tra il 6 e il 12 gennaio, questi sono i prezzi medi al litro.
Per verificare i prezzi medi, regione per regione, conviene consultare la pagina del ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Ci sono 4 paesi dove le accise sui carburanti – che non necessariamente sono proporzionali ai prezzi alla pompa di benzina e gasolio – sono più alti che in Italia.
Sono Paesi Bassi, Danimarca, Germania e Grecia. Per il gasolio, invece, l’Italia è in terza posizione.
Accise sui carburanti 2025, le proteste
Parallelamente alla possibile misura dell’Esecutivo, arrivano le proteste di associazioni e consumatori. Assoutenti auspica un interventodel Garante per la sorveglianza dei prezzi. Questo alla luce dei fatti che su ogni litro di gasolio 0,922 euro se ne vanno in tasse (il 54,5%). Peggio va nel caso della benzina verde, visto che per ogni litro 1,051 fanno allo Stato (58,7%).
Federconsumatori paventa le ricadute negative sui consumatori ricordando che per ogni aumento di 1 centesimo delle accise bisogna aggiungere l’Iva, per un totale di 1,30 euro.
L’associazione ricorda anche che l’aumento ricadrà per forza di cose anche su tutti i prodotti, dato che l’84% dei beni di largo consumo in Italia sono trasportati su gomma.
Sempre in tema di aumento, a ottobre scorso Assotir sottolineava il peso per oltre 350 milioni di euro l’anno sulle imprese di trasporti.
Mentre Assoutenti calcolava che l’aumento sarebbe pesato per 3,1 miliardi di euro sugli automobilisti italiani.
[Leggi dei buoni carburante 2022 per i dipendenti di aziende private]
Quante e quali sono le accise sui carburanti?
Queste le 16 voci che fanno parte dell’elenco delle accise sulla benzina e gasolio ripristinate nel 2024. Dal 2023 infatti, il governo ha deciso di non rifinanziare lo sconto, introdotto dal governo Draghi.
- Finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936.
- Finanziamento della crisi di Suez del 1956.
- Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963.
- Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966.
- Per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968.
- Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976.
- Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980.
- finanziamento della missione in Bosnia del 1996.
- Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
- Acquisto di autobus ecologici nel 2005.
- Per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009.
- Finanziamento alla cultura nel 2011.
- Per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011.
- Per far fronte all’alluvione che ha colpito Liguria e Toscana nel 2011.
- Ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012.
- Per il decreto “Salva Italia” del 2011.
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