Andrea Orcel punta sull’italianità per vincere la partita per la conquista di Banco Bpm. Il banchiere sa perfettamente che l’appartenenza territoriale è una carta molto importante da giocare, soprattutto con Fratelli d’Italia, l’anima prevalente del Governo guidato da Giorgia Meloni.
Dell’inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Ed ha quindi assicurato che il campione che nascerà dall’integrazione fra le due banche sarà «italiano vero» per dirla con Toto Cutugno. «La nostra visione è paneuropea, ma il cuore della nostra identità batte in Italia. E non abbiamo alcuna intenzione di dimenticarlo, perché è un aspetto fondamentale delle nostre origini e della nostra cultura» ha scritto in un post su Linkedin l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, aggiungendo: «Crediamo nel futuro. Crediamo nell’Italia».
La fusione fra Unicredit e Banco Bpm, nella visione di Orcel, è un investimento sull’Italia. «Tre anni fa – ha ricordato – abbiamo deciso che la nostra ambizione sarebbe stata quella di costruire la Banca per il futuro dell’Europa: un nuovo campione paneuropeo, un nuovo punto di riferimento per il settore finanziario. Un player di cui l’Italia potesse andare fiera», ha aggiunto il top manager spiegando che «siamo una Banca europea, ma con radici profonde e ben radicate in Italia».
Strategia funziona
E’ presto per dire se questa strategia è destinata a funzionare al 100% ma certamente le voci critiche in seno al governo sono sempre più flebili, fatta eccezione per la corrente della Lega che fa capo a Matteo Salvini.
Le probabilità che l’esecutivo possa bloccare tutto usando il «Golden Power» allo stato sono residuali. Qualche riflessione in più viene fatta sul destino di Anima, la società di risparmino gestito su cui Banco Bpm aveva lanciato un’ora prima di essere a sua volta oggetto dell’offerta di Unicredit.
Tra gli osservatori ci sono due correnti di pensiero, La prima prevede che Unicredit rilanci il prezzo di offerta con l’obiettivo di incamerare entrambe le società.
Passo indietro da Anima
La secondo verde Orcel fare un passo indietro da Anima, che verrebbe lasciata libera di sposarsi con Il Banco Monte dei Paschi di Siena, con cui condivide molti azionisti. Questo avrebbe il doppio vantaggio di rafforzare il Monte e creare il terzo polo bancario voluto dal Governo. Orcel ne approfitterebbe per negoziare più a lungo con Credit Agricole il destino dell’accordo di distribuzione che ha con Amundi.
Accordo che secondo più di un analista è destinato alla con conclusione in vista di un rafforzamento del legame con Azimut.
Partnership con Ferrari
L’operazione simpatia ha avuto poi un suggello di classe. Unicredit ha annunciato una partnership con Ferrari. Il nome della banca prenderà il posto di quello di Santander sulla carena della vettura del Cavallino.
«Abbiamo trovato in Ferrari non solo un grande partner italiano ma anche un Dna non dissimile. Entrambe le aziende, e soprattutto le persone tanto di Unicredit quanto di Ferrari, non accettano gli ostacoli e vogliono superarli» ha spiegato Orcel aggiungendo che «la dimensione economica della partnership è secondaria, voglio sottolineare l’importanza di due aziende che guardano all’heritage e all’innovazione».
Molto difficile
Il contrappasso di Orcel in Germania è rappresentato da Jens Weidmann, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Commerzbank, che vede parecchie ombre sul futuro matrimonio. «È come qualsiasi relazione: se l’inizio è fallimentare, sarà difficile», ha spiegato in un’intervista all’«Handelsblatt».
«Ci vorrebbe molto lavoro per stabilire una fiducia sufficiente e consentire colloqui aperti», aggiunge sottolineando di dubitare che «le acquisizioni ostili nel settore bancario possano creare valore in modo duraturo, piccola e l’attrattiva di Francoforte, come centro finanziario, ne soffrirebbe».
Lettura diversa
E’ curioso notate come le parole del banchiere tedesco siano state lette in maniera differente in ambienti finanziari italiani e tedeschi. A Milano molti hanno letto e parole di Weidmann come lo squillo di trombe prima dell’inizio della battaglia, pur apprezzandone la vena diplomatica.
A Francoforte in molti hanno rilevato la mancanza in una dichiarazione tranciano. Non è stato pronunciato un «No» inequivoco alla scalata italiana, l’accusa che viene mossa a Weidmann, che si sarebbe limitato a osservare la complessità dell’operazione.
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