Ancora 5 storie a lieto fine di persone con troppi debiti salvate dalla legge per il sovraindebitamento

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Cessione crediti fiscali

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Quali sono le nuove storie di chi si è salvato dai debiti grazie alla Legge Salva Suicidi? La Legge 3/2012, nota anche come Legge Salva Suicidi, rappresenta una via di uscita per tutti coloro che hanno accumulato talmente tanti debiti da non riuscire a ripagarli. 

La procedura, per cui deve sempre essere presentata apposita istanza, vale sia per i privati cittadini che non possono accedere alle procedure di fallimento e sia per i piccoli imprenditori e professionisti, a condizione che abbiano debiti di importi entro i 500mila euro.

Continuiamo a raccontare le storie di persone con troppe debiti e che sono state salvate dalla legge sul sovraindebitamento.

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  • Dal pensiero del suicidio alla rinascita, la storia di Mario
  • Anche un’ex Miss Italia salvata dai debiti grazie alla Legge Salva Suicidi
  • Azzerati debiti per oltre 600mila euro ad un ex agente di commercio
  • La storia di Anna, con tre finanziamenti da pagare e un solo modesto stipendio in famiglia
  • Cancellato un debito da 300mila euro ad una donna, il caso


Dal pensiero del suicidio alla rinascita, la storia di Mario

Dopo aver accumulato talmente tanti debiti da non sapere come ripagarli, Mario (nome di fantasia), operaio 50enne della provincia di Bergamo, era arrivato a pensare al suicidio. Fino a quando non si è posta l’opportunità di ricorrere alla Legge Salva Suicidi. 

Aveva perso il lavoro, non riusciva più a ripagare il mutuo, aveva accumulato debiti per 100mila euro, dormiva in auto e ogni giorno era tartassato dai call center per il recupero crediti.

Viveva nell’angoscia ma la sua rinascita è iniziata grazie al supporto di Protezione sociale italiana, ente del terzo settore che aiuta le famiglie e le imprese oberate dai debiti, e si è conclusa con la sentenza del Tribunale di Bergamo.

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Per accedere alla procedura è sempre, infatti, necessario rivolgersi agli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento, enti accreditati presso il ministero della Giustizia, presentare l’apposita istanza, e attendere poi che lo stesso organismo dia una valutazione complessiva e nomini un gestore della crisi, di solito un avvocato o un commercialista, per la definizione di un piano di rientro che dura dai 3 ai 6 anni, in cui si ripaga una parte del debito mentre una parte viene cancellata. Spetta comunque sempre al Tribunale di competenza decidere l’ammissione alla procedura.

Anche un’ex Miss Italia salvata dai debiti grazie alla Legge Salva Suicidi

Anche l’ex Miss Italia Cristina Chiabotto ha superato una crisi economica azzerando oltre 2,5 milioni di debiti grazie alla Legge Salva Suicidi.

Dopo anni di successi professionali, ha rivelato di aver accumulato debiti milionari a causa di una serie di investimenti errati e spese che si sono rivelate insostenibili nel tempo. La situazione è peggiorata a tal punto da spingerla a ricorrere alla Salva Suicidi, per trovare una soluzione definitiva.

L’ex Miss Italia ha così presentato una istanza di accesso alla legge al tribunale di Ivrea, che ha approvato un piano di liquidazione controllata del patrimonio, azzerando gli oltre 2,5 milioni di euro di debiti. In cambio, Cristina ha dovuto rinunciare ad alcuni beni per soddisfare, almeno in parte, i creditori. 

Azzerati debiti per oltre 600mila euro ad un ex agente di commercio

Per un ex agente di commercio che, dopo aveva accumulato debiti per 609 mila euro, la svolta è arrivata grazie ad una sentenza del Tribunale di Ivrea.

I suoi problemi sono nati nel 2002, quando, dopo due anni di disoccupazione, l’uomo ha deciso di aprire una ditta individuale. All’inizio le entrate bastavano a garantire una vita dignitosa per lui e la sua famiglia. Ma la mancanza di esperienza gestionale e fiscale e gli errori burocratici tra il 2001 e il 2008 hanno portato l’uomo ad accumulare moltissimi debiti. 

Nel 2009, tra l’arrivo della crisi economica, la prematura scomparsa della moglie, e la successiva pandemia da Covid-19, costringono l’uomo a chiudere l’attività nel 2021 e ad andare in pensione prima con la quota 100.

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I problemi sono, però, continuati fino a quando il Tribunale non ha deciso di stralciare il 97% del debito, permettendo all’uomo di pagare solo 500 euro al mese per tre anni.

La storia di Anna, con tre finanziamenti da pagare e un solo modesto stipendio in famiglia

La Legge Salva Suicidi ha, appunto, salvato anche Anna, dipendente di una profumeria alle prese con tre finanziamenti da ripagare (per l’acquisto di elettrodomestici e macchina nuova) e un solo stipendio, il suo, dopo che il marito, piccolo imprenditore, per problemi economici, è stato costretto a chiudere la sua azienda.

La donna, dopo essersi rivolta alla sua banca per trovare una soluzione, senza un buon esito, è ricorsa alla legge vigente, riuscendo ad ottenere un piano di rientro, adeguato al suo stipendio, e per un tempo più lungo, in modo da ripagare i suoi debiti senza troppi sacrifici e impegni.

Cancellato un debito da 300mila euro ad una donna, il caso

Anche per un’altra donna, 50enne di Cuneo, con ben 300mila euro di debiti, il Tribunale ha del tutto azzerato il debito, permettendo di tornare a vivere dopo lunghi periodi di ansie e angosce. 

La causa dei suoi problemi era stata suo marito, che le aveva fatto firmare una fideiussione bancaria legata a una società che successivamente è fallita, accumulando un debito di centinaia di migliaia di euro. Dopo la separazione, si è ritrovata anche il mutuo della casa intestato, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria, arriva do a maturare un debito complessivo di 300mila euro. 

La donna aveva un lavoro precario e due figli. Presa dal panico, ha deciso di accedere alla Legge Salva Suicidi ed è stato avviato un procedimento legale presso il tribunale di Cuneo.

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I giudici hanno riconosciuto la meritevolezza della donna, la donna ha ben dimostrato che tutte le notifiche e le comunicazioni riguardanti i mancati pagamenti erano state indirizzate all’ex marito, e poi spiegato che, non avendo un reddito fisso, era impossibilitata a intervenire tempestivamente per sanare i debiti. 

Per aiutarla nel ripagare i suoi debiti, sono intervenuti suoi genitori, che hanno offerto una somma di 13mila euro mentre lei ha proposto, con l’ipotetica vendita di una casa all’asta, 100mila euro. La meritevolezza della donna è stata un fattore decisivo nella sentenza dei giudici, che hanno del tutto azzerato il debito, dopo aver considerato sia le sue difficili condizioni economiche e sia il fatto di esser stata presa in giro dal coniuge, che le aveva fatto credere che tutto fosse sotto controllo.


 

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