«Oltre 150mila edifici da efficientare»

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Su cosa accadrà in Veneto con le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 riguardo il comparto dell’edilizia è quanto ha una sua chiara opinione  Alessandro Gerotto, presidente di Ance Veneto: «Il ridimensionamento dei bonus farà sì che costruire il nuovo risulterà più conveniente dall’intervenire sull’esistente. Ma costruire comporta anche nuove lottizzazioni e consumo di suolo che possono essere superati solo da una coordinata pianificazione tra le amministrazioni pubbliche e i costruttori. Gli immobili costruiti in Veneto fino a vent’anni fa sono poco più di 1 milione. Questo significa che con l’intervento del Superbonus – che ha interessato circa 60.000 edifici – sommato ai bonus attivati negli ultimi anni, che potrebbero aver coinvolto altri 100.000 edifici, resterebbero da rigenerare, efficientare, demolire e ricostruire una quantità piuttosto significativa di abitazioni. Il nostro Centro studi stima oltre 150.000 edifici, sia pubblici che privati. E’ una domanda di nuove abitazioni e rigenerazione che non può essere lasciata al caso o a sporadiche iniziative».

Per Gerotto il quadro della situazione è chiaro: «Ance Veneto ritiene che dovranno esservi stimoli efficaci atti a rendere più conveniente gli interventi di ristrutturazione, efficientamento e rigenerazione altrimenti continueremo a costruire ex novo e lasceremo andare il patrimonio costruito. Non dimentichiamo che in tutte le province venete la percentuale di edifici costruiti prima del 1919 è dell’11,7%; tra il 1961 e 1980 è quasi del 20% per poi crollare sotto il 5% dopo il 2000. Fra soli 10 anni la maggior parte degli edifici, in Veneto, avrà più di 50 anni e una buona percentuale anche più di un secolo».

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Quanto ad altre considerazioni per le prospettive 2025, Gerotto ribadisce la richiesta di Ance di «prorogare la misura che consente di sostenere l’acquisto della prima casa da parte dei giovani under 36, e con reddito Isee non superiore a 40.000 euro, che purtroppo non è stata inclusa nella legge di Bilancio, ma che potrebbe essere recepita nel Milleproroghe. Sarebbe opportuno – prosegue il presidente dei costruttori veneti – che venisse considerata una proroga fino al 31 dicembre 2027 degli incentivi fiscali senza alcuna condizione legata alla stipula del compromesso di compravendita entro una data predeterminata, come previsto fino alla fine del 2024. La proroga della misura si porrebbe in continuità anche con la tempistica di applicazione della garanzia sui mutui per la prima casa, prorogata dalla legge di Bilancio per il triennio 2025-2027. Inoltre valutiamo positivamente il rinvio dell’obbligo di sottoscrizione delle polizze catastrofali, ma abbiamo forti perplessità riguardo la previsione secondo cui solo i subappaltatori possono utilizzare, in sede di qualificazione, i Cel (certificati di esecuzione lavori) relativi alle prestazioni eseguite, mentre gli appaltatori possono utilizzare i lavori eseguiti in subappalto nelle categorie scorporabili, ai soli fini della dimostrazione della cifra d’affari complessiva. L’associazione continuerà a chiedere di abolire la norma o di almeno posticipare la relativa entrata in vigore».

L’Ance esprime invece una valutazione fortemente negativa sulla norma che introduce un’ulteriore proroga dei contratti di locazione (anche se scaduti), di quegli immobili realizzati in regime di edilizia agevolata nell’ambito del Programma di cui all’articolo 18 del Decreto-Legge n. 152/1991. «Intervenendo nel regime locatizio di natura privata la norma determina uno squilibrio contrattuale a sfavore dei proprietari. La retroattività della disposizione e l’imposizione di clausole forzose creano incertezza giuridica, alterando il regime pattuito e le norme civilistiche. Di conseguenza, si propone di riformulare l’articolato per evitare ulteriori proroghe della validità dei contratti scaduti ai fini dell’esercizio del diritto di prelazione. Infine, in materia di lavoro e cassa integrazione, l’Ance chiede di prorogare fino a fine 2025 la disposizione, introdotta la scorsa estate per il periodo luglio-dicembre 2024, che prevede l’esclusione, anche per le imprese edili, degli eventi oggettivamente non evitabili (es. eventi meteo, calamità naturali) dal computo del limite massimo di durata della CIGO»



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