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AGI – Il governo israeliano voterà domani mattina l’accordo sulla tregua a Gaza. È quanto riportano diversi media israeliani. Il presidente dello Shas, Aryeh Deri, citato dal Times of Israel, ha detto che sono stati superati gli ostacoli che impediscono l’attuazione di un accordo di cessate il fuoco con Hamas.
“Qualche minuto fa ho ricevuto un annuncio finale che tutti gli ostacoli sono stati superati e l’accordo è in corso”, ha detto afferma Deri alla conferenza annuale del suo partito. “Ora sono impegnati con la stesura tecnica finale. Voglio congratularmi con il primo ministro Netanyahu, è lui il responsabile dell’accordo”, ha aggiunto. Una fonte dell’ufficio politico di Hamas ha confermato all’agenzia spagnola Efe che “tutte le questioni sono state risolte”.
Il ministro Gvir pronto alle dimissioni
Intanto uno stretto collaboratore del primo ministro Benyamin Netanyahu, Natan Eshel, ha annunciato che il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir, contrario all’accordo su Gaza, si sarebbe dimesso dal governo.
Ben Gvir ha detto che l’accordo, che include il rilascio di centinaia di prigionieri di sicurezza palestinesi da Israele, consentirà la riabilitazione dei gruppi terroristici a Gaza e riporterà la minaccia ai residenti nelle aree di confine. Gvir ha anche avvertito che l’intesa attuale non garantisce immediatamente il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza bensì “sigilla il destino del resto degli ostaggi che non sono inclusi nell’accordo di morte”. Il ministro ha anche invitato il collega ministro di estrema destra Bezalel Smotrich a unirsi a lui nel dimettersi dal governo in segno di protesta contro l’accordo.
In precedenza le autorità israeliane avevano accusato Hamas di aver fatto marcia indietro su alcuni punti dell’accordo e per questo avevano rinviato la riunione con cui il governo avrebbe dovuto dare il via libera all’intesa. A provocare la crisi sarebbero stati i criteri per selezionare i detenuti palestinesi da liberare in cambio degli ostaggi israeliani. Hamas ha comunque smentito la retromarcia. L’improvviso slittamento nel voto potrebbe avere anche ragioni di politica, sostiene l’emittente pubblica Kan. In mattinata si è riunito il partito del Sionismo religioso del ministro delle Finanze di estrema destra Bezalel Smotrich, per discutere dell’opportunità di lasciare l’esecutivo una volta approvato il cessate il fuoco. Sia Smotrich sia il collega ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir si oppongono a quella che considerano “una resa” ad Hamas e un ostacolo all’ambizione dei coloni di rioccupare la Striscia di Gaza.
Intanto Israele continua a bombardare la Striscia. Secondo il ministero della Sanità di Hamas gli ultimi bombardamenti dopo l’annunciuo dell’accordo per la tregua che andrebbe in vigore domenica prossima hanno causato 81 morti e 188 feriti. L’esercito israeliano ha attaccato “circa 50 obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza” nelle ultime 24 ore, ha fatto sapere l’IDF.
Israele ha preso di mira un luogo a Gaza dove è tenuta prigioniera una delle donne ostaggio, ha denunciato un portavoce dell’ala armata di Hamas. “Dopo aver annunciato l’accordo, l’esercito nemico ha preso di mira un luogo in cui si trovava una delle prigioniere della prima fase dell’accordo previsto”, ha detto Abu Obeida delle Brigate al Qassam in una dichiarazione, rilanciata da Sky News. Hamas sembra alludere al fatto che Israele abbia effettuato un attacco aereo, piuttosto che un raid mirato. “Qualsiasi aggressione e bombardamento in questa fase da parte del nemico potrebbe trasformare la libertà di una prigioniera in una tragedia”, ha aggiunto Obeida. Israele deve ancora commentare le affermazioni di Hamas.
Smotrich, al governo solo se c’è l’impegno di distruggere Hamas
Il partito di estrema destra israeliano Religious Zionism, presieduto dal ministro delle finanze Bezalel Smotrich, rimarrà nel governo di coalizione di Benjamin Netanyahu solo se il primo ministro accetterà il “ritorno di Israele in guerra per distruggere Hamas” dopo la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi. Lo riportano i media israeliani.
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