L’Isola porta in dote i suoi tre sistemi locali più grandi di Palermo, Catania ed Augusta (multinazionali incluse) per un totale di 16.978 unità locali e 77.852 addetti
Sono ottantuno in Italia i sistemi locali a vocazione industriale con più di cinque miliardi di euro di fatturato globale, in base all’ultimo aggiornamento dell’Istat sui risultati economici di imprese e multinazionali a livello territoriale (dati al 2022). Ben 60 di questi distretti sono localizzati nel Nord-est e nel Nord-ovest, 11 sono al Centro e 10 nel Mezzogiorno. La Sicilia porta in dote i suoi tre sistemi locali più grandi di Palermo, Catania ed Augusta (multinazionali incluse) per un totale di 16.978 unità locali e 77.852 addetti. A conferma del fatto che, oltre alla doppia vocazione agricola e turistica, l’isola mantiene una forte identità industriale insieme ad un’anima terziaria.
Analizzando attentamente i dati, il distretto industriale di Catania, pur non essendo nelle dimensioni fra i più grandi, si conferma tra i primi cinque del Paese per produzione di ricchezza netta rispetto al volume d’affari generato. Infatti, il valore aggiunto calcolato in rapporto al fatturato globale è pari a 29,6%. In questa speciale graduatoria, Catania sta dietro a Sassuolo (32%) in Emilia-Romagna, Montevarchi (31,7%) in Toscana, Vignola (30,7%) in Emilia-Romagna ed è a pari merito con Borgomanero in Piemonte, precedendo Varese (29,4%) in Lombardia.
Cosa sta a significare esattamente questo indicatore?Vuol dire che per ogni euro di fatturato generato dalle 8.699 imprese che popolano il sistema locale di Catania, 33 centesimi rappresentano la ricchezza netta prodotta sotto forma di valore aggiunto, i restanti 67 sono impiegati per coprire i costi sostenuti per acquistare beni e servizi necessari alla produzione (materie prime, energia, subforniture, ecc.). Si tratta di un indicatore di efficienza economica territoriale, spesso poco noto anche agli stessi addetti ai lavori, che segnala l’esistenza di un’area con elevate capacità produttive, buona competitività e opportunità di creare valore con le risorse disponibili. Una buona notizia agli occhi degli investitori reali e potenziali.Gli ultimi dati dell’Istat sono in linea con quelli degli anni passati.Considerando un intervallo temporale più ampio, dal 2015 al 2022, abbiamo riscontrato che il sistema locale di Catania (che include il capoluogo e 21 comuni limitrofi, tra cui Misterbianco) registra un valore medio dell’indicatore di produzione di ricchezza netta pari a 33%. Invece, il distretto industriale di Palermo (al cui interno ricadono 15 comuni oltre il capoluogo) presenta un indicatore medio di 31%. In entrambi i casi, si tratta di valori ben superiori alla media nazionale che in otto anni è pari a 25%.Ciò vuol dire che nelle imprese industriali isolane il peso della terziarizzazione è più basso che altrove, il valore economico di ciò che viene prodotto non viene disperso; inoltre, si conferma che esistono settori ad alto valore nei quali conviene investire perché si crea ricchezza netta.
A riprova di ciò, negli otto anni da noi presi in esame, sia a Catania che a Palermo il numero di unità locali e di addetti è cresciuto di più rispetto alla media nazionale. Del 17,71% a Catania e del 19,04% a Palermo, per quanto riguarda le unità locali; mentre il corrispondente valore medio nazionale è stato il 2,42%. La crescita è risultata del 23,88% a Catania e del 24,66% a Palermo in termini di occupati (addetti); nello stesso periodo, quella media nel Paese è stata del 9,01%.Con riferimento all’ultima rilevazione Istat, i 71 sistemi locali della Sicilia hanno generato nell’industria un fatturato aggregato di 50 miliardi di euro, mentre nei servizi ne hanno totalizzato 63 miliardi. La forza lavoro complessiva del manifatturiero è di 138.529 addetti per un totale di 33.278 unità locali. I distretti più grandi nell’isola sono Castelvetrano, Marsala, Trapani, Palermo, Messina, Milazzo, Agrigento, Gela, Catania, Ragusa, Augusta e Siracusa. A parte il caso di Augusta (oltre 20 miliardi di fatturato, ma con un indicatore di produzione di ricchezza di poco superiore al 16%), i tre sistemi locali a più alta produttività (misurata come valore aggiunto per addetto) sono Milazzo (75.749 €), Gela (73.456 €) e Catania (62.571 €).Sono dati confortanti, in linea con le rilevazioni più recenti di Istat, Banca d’Italia e Svimez sulla crescita dell’industria al Sud e in Sicilia. Il valore aggiunto del manifatturiero pesa quanto il 16% del PIL isolano; tutto il fatturato vale quanto il 70%.In prospettiva, dunque, la Sicilia potrà crescere di più, se si rafforzerà il suo sistema industriale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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