Santoriello nasconde i nomi dei suoi finanziatori e dei suoi associati mentre chiede trasparenza a chiunque altri e si erge a giudice. Finizio fa da sponda a Cova Contro, criticando quel sistema da cui raccoglie 18 milioni in 3 anni
Inutile dire che, quando abbiamo deciso di rendere noti i finanziamenti esteri che Cova Contro ha ricevuto per svolgere una quotidiana attività di aggressione alla nostra regione e alle sue Istituzioni, sapevamo tranquillamente di infilarci in un ginepraio. Eravamo, però, stanchi di tollerare oltre che si lasciasse circolare un’idea di francescanesimo militante e di generosità disinteressata in capo ad organizzazioni che, invece, hanno cospicui finanziatori stranieri che, evidentemente, hanno un loro preciso interesse nel volere che questa attività sia svolta in Basilicata. Un interesse che è chiaramente reciproco tra il finanziatore straniero e il beneficiario lucano se si considera che il secondo accetta di tutelarne l’anonimato. Il buon Santoriello nei suoi post Facebook con i quali prova a smarcarsi e a ricostruirsi una verginità d’immagine confonde volontaria-mente le partnership con le Università (anche queste straniere) con le erogazioni liberali.
PROVIAMO A FARE CHIAREZZA
Come sempre abbiamo fatto, scritto e detto, non avendo vocazioni giustizialiste o moralistiche non siamo interessati ad indagare sugli aspetti legali delle vicende che trattiamo, questo riguarda ovviamente anche i contributi segreti ricevuti da Cova Contro. Come sempre, però, ci interessano gli aspetti sociali e politici della vicenda. Nei suoi maldestri tentativi di fare “ammuina”, Cova Contra scrive che i suoi associati sono anonimi per tutelarli da eventuali ritorsioni e querele. Sarebbe opportuno ricordare al nostro Santoriello che le associazioni segrete sono vietate per legge e che, comunque, in un verbale di approvazione del Bilancio è sempre necessario indicare i nominativi dei presenti anche perché serve verificare l’esistenza del numero legale. Inutile dire che, in mancanza, chiunque potrebbe dire di avere il numero legale per l’approvazione del Bilancio senza che ci sia nessuno presente per approvarlo. Per completezza va detto che, considerato che nella nostra democrazia la responsabilità penale è individuale, il solo far parte di una associazione non espone alla possibilità di nessuna querela né di denuncia, a meno che il motivo dell’associazione non sia intrinsecamente illecito. Per essere chiari, qualora qualcuno aderisca ad una associazione che compie scopi leciti, previsti e tutelati dall’ordinamento non risponderà dei reati che dovesse commettere il proprio presidente. In pratica se Santoriello compisse una attività per la quale qualcuno dovesse querelarlo, la querela non si estenderebbe agli associati. In Italia la responsabilità collettiva non esiste tranne che nei ca-si di associazioni a delinquere. È necessario sapere chi fossero i presenti all’adunanza cha ha approvato il Bilancio perché, essendo Cova Contro un Ente del Terzo Settore, è necessario sapere se l’approvazione del Bilancio è avvenuto con le maggioranze previste dalla Legge.
IL DONATORE ANONIMO
Così come sarebbe “carino” sapere come sia possibile che alcune persone si riuniscano per approvare il Bilancio, il Presidente dice che ci sono 250 mila euro donati da un anonimo olandese e nessuno si preoccupi di chiedere chi sia quest’anonimo olandese. Il verbale della seduta deve riportare fedelmente quanto avvenuto e a noi pare surreale che nessuno degli astanti abbia ritenuto di fare questa domanda. Ovviamente non possiamo escluderlo ma la logica ci dice che è altamente improbabile. Non ci interessa neanche definire se la modalità di accredito del finanziamento anonimo sia lecito. Non è compito nostro fare queste ricerche e non lo faremo. Chi ha competenza per verificare, verifica. Quello che a noi piace sottolineare, invece, è la differenza di attenzione che Santoriello riserva alla pagliuzza nell’occhio degli altri e alla trave nel proprio. Ogni giorno che Dio manda in terra vediamo il nostro eroe fare battaglia sulla trasparenza. Chiede trasparenza sui dati ambientali, chiede trasparenza sulle analisi, mette in dubbio l’onestà di Arpa Basilicata, Arpa Puglia, Procura della Repubblica e Acquedotto Lucano ma si trincera dietro la riservatezza in merito alla trasparenza di ciò che lo riguarda. Da un supereroe della trasparenza ci saremmo aspettati che dicesse chi gli ha donato 250 mila euro e chi sono le persone assunte con quei soldi. Da un supereroe della trasparenza ci saremmo aspettati che non ricevesse denaro da chi vuole restare anonimo. L’anonimato non è mai un buon segnale, soprattutto quando viene dall’estero e quando aiuta nell’aggressione mediatica ad un territorio nazionale e alle attività imprenditoriali che su quel territorio si svolgono.
TRA COMPLOTTISMO E ANTI ITALIANITÀ
Che l’interesse nazionale non sia in cima agli obiettivi di Santoriello, del resto, sembra apparire con ogni evidenza immaginabile da una veloce occhiata al suo profilo Facebook. È un susseguirsi costante di ipotesi di complotto e di attacchi all’Italia. Ci sono attacchi alle Forze dell’Ordine ritenute colpevoli di violenza contro Ramy, c’è la condivisione di una lettura secondo la quale Ilaria Sala non fosse una giornalista, ma un agente dei servizi segreti, c’è l’attacco ad un altro orgoglio nazionale come Leonardo il tutto condito con un po’ di antisemitismo che definisce Israele una “entità coloniale” e i parlamentari che difendono il suo diritto di esistere come servi delle lobby ebraiche senza voler sottacere le fotografie alle scie chimiche. Quello che è certo, tra un rigo e l’altro del contorto pensiero di Santoriello è che non ha piacere ad essere associato a chi ha ricevuto finanziamenti da Soros né ad anonimi finanziatori olandesi. Per evitare l’associazione sarebbe stato sufficiente non accettarne i contributi. Ma, come si sa, pecunia non olet.
QUELLA STRANA ALLEANZA
Chi segue le vicende della comunicazione e dell’invettiva quotidiana non può non notare una strana, sinistra e automatica alleanza di contenuti tra una serie di soggetti. Il comune denominatore è il sacro livore verso qualsiasi persona lavori per la Basilicata, una polemica quotidiana contro le Istituzioni ed una presunta, dichiarata e non dimostrata superiorità morale. Come una coppia d’azione e distruzione, accanto a Cova Contro opera Basilicata24. Ognuno cita l’altro nei propri comunicati ed entrambi sono uniti dalla volontà di sembrare eroici combattenti contri un presunto sistema Basilicata. Ovviamente come tutti i candidi guerrieri hanno difficoltà a farsi descrivere vicino al denaro ed interessati ad esso. Così mentre Santoriello salta sulla sedia quando gli si ricorda che ha preso contributi da anonimi donatori olandesi e da chi, a sua volta, ha ricevuto finanziamenti, tra gli altri, anche da Soros, Finizio si agita quando gli si ricorda che è Presidente di un Consorzio a cui gli Enti pubblici di quello che lui descrive come un costante sistema di malaffare hanno versato 18 milioni di euro in tre anni. Noi vogliamo essere chiari e non ingenerare sospetti né malevoli intenzioni. Noi abbiamo sempre un grande rispetto per chi lavora e grande ammirazione per chi riesce a produrre ricchezza e a fare grande impresa e siamo pienamente convinti che gli affari del Consorzio di Finizio siano tutti legali e corretti. Quello che a noi indispone è che c’è chi ha da pontificare sul lavoro di chiunque ritenendo lecito e corretto soltanto le proprie attività, anche se magari le committenze sono le stesse. Il caro Finizio invece di pontificare come una comare del paesino che non brilla di iniziativa dovrebbe spiegarci esattamente come la pensa. Perché i casi sono due: o esiste un sistema malavitoso che riguarda Enti pubblici ed imprenditori che con essi lavorano e, allora, lui ne è parte integrante viste le commesse che riceve, oppure questo sistema non esiste, la Basilicata non è il regno del malaffare e questi chiacchieroni sesquipedali la devono smettere di unirsi in un sodalizio finalizzato a denigrare la nostra Regione. Per adesso registriamo che la sacra alleanza dei detrattori della nostra regione continua imperterrita a raccogliere denaro, prebende ed incarichi e contemporaneamente ad insultare la nostra terra, la nostra classe dirigente e il nostro popolo. Noi sappiamo che dicendo queste cose saremo oggetto delle interessate manifestazioni aggressive di chi si sente toccato nella sua dichiarata purezza e, quindi, sente la necessità di demolire chi quotidianamente lavora. Sappiamo benissimo che la prudenza ci consiglierebbe di starcene buoni, silenziosi e sottocoperta senza difendere la nostra terra dagli attacchi di questi professionisti della calunnia e dell’aggressione verbale. Pur consapevoli dell’immensa virtù che è la Prudenza, abbiamo deciso di non farla diventare la saggezza più stagnante e di provare a correre il rischio del linciaggio. Lo facciamo perché francamente di questo clima da ghigliottina creato da questi falsi candidi moralisti non ne possiamo veramente più.
Di Massimo Dellapenna
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