Ncc, il Tar del Lazio blocca la stretta. Il Mit: nessuno stop

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Stop alle modalità digitali di iscrizione al Foglio di servizio elettronico, all’obbligo di fatto di ritorno in rimessa tra una corsa e l’altra e al divieto di contratti con agenzie di viaggio e Uber per tutti gli operatori Ncc. Dopo la sospensione di dicembre della norma dei 20 minuti di attesa tra i servizi, arriva un altro colpo del Tar del Lazio contro gran parte del secondo dei tre decreti del ministero dei Trasporti (guidato da Matteo Salvini) su taxi e noleggi con conducente. La sospensione cautelare delle norme, che per i giudici «limiterebbero indebitamente» il lavoro degli Ncc, varrà fino al prossimo 4 giugno, poi il Tar valuterà un eventuale annullamento. Ma nel frattempo il bando da circa duemila auto nere a Roma rischia di slittare almeno fino all’estate, con le nuove vetture che arriverebbero in strada alla fine o addirittura dopo il Giubileo.

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LA PROCEDURA
Il Mit, in una nota, esclude che ci saranno effetti e si dice sicuro di poter spiegare le proprie ragioni ai giudici, con l’obiettivo che rimane quello di «combattere l’abusivismo di settore». Ma intanto il provvedimento, che dopo l’approvazione a ottobre (di concerto con il ministero delle Imprese) stava per entrare ora effettivamente in vigore in tutta Italia, non cambierà più il servizio degli Ncc. Questo rimarrà quindi sospeso in un limbo, tra il vecchio vuoto normativo e nuove norme che rimangono bloccate. In tal senso Forza Italia ha annunciato un emendamento al decreto Milleproroghe per il rinvio di un anno dell’applicazione totale del decreto. Tutto questo scatena le ire dei tassisti, che avevano spinto soprattutto per la norma dei 20 minuti e i cui sindacati annunciano ora un ricorso contro l’ordinanza del Tar.

Come detto, però, l’effetto più rilevante, è quello di mettere a rischio il bando sulle nuove auto nere a Roma. Allo stato dell’arte, infatti, confermano a Il Messaggero fonti del Campidoglio, la procedura non arriverà prima dell’estate, visto che il Comune dice di dover attendere l’effetto del decreto per stabilire esattamente di quante auto nere ha bisogno la città rispetto al servizio attuale, come da richiesta dell’Autorità di regolazione dei Trasporti.

Secondo il Campidoglio il nuovo foglio di servizio e la norma dei 20 minuti renderebbero più difficile, se non impossibile, l’arrivo di altri Ncc da fuori la città metropolitana. A nulla, quindi, servirebbe l’avvio del monitoraggio delle vetture sulla base del primo dei decreti del Mit (il cosiddetto “Rent” sul censimento nazionale di taxi e Ncc), che pure è a rischio sospensione vista l’ondata di ulteriori ricorsi delle associazioni Ncc. E sembrerebbe difficile anche attivare la struttura commissariale per il Giubileo per creare con il governo una corsia preferenziale.

LE SOLUZIONI
Difficilmente, insomma, si riuscirebbe a coprire la domanda extra necessaria quest’anno, che per gli esperti potrebbe richiedere oltre 10mila Ncc a Roma (mentre al momento ce ne sarebbero poco più di 4mila tra l’area metropolitana e i comuni circostanti). Per questo viene chiamato in causa il Mit. Oggi è in programma un incontro tra i tecnici del ministero e le associazioni degli Ncc. Una riunione già prevista, ma che adesso può diventare l’occasione per iniziare a cercare una soluzione. Il Mit nella nota di ieri apre parlando di «interlocuzione e confronto con le categorie» che «prosegue», ma per ora assicura che «il processo di attuazione dei tre decreti attuativi sulla regolazione di taxi e Ncc non cambia».

Intanto plaudono alla decisione del Tar le associazioni dei consumatori (a partire dal Codacons), Uber e gli Ncc, che parlano di migliaia di posti di lavoro salvi e più diritti per i cittadini. A giorni l’associazione MuoverSì dell’ex deputato Pd Andrea Romano e i Radicali presenteranno una proposta di legge di riforma di tutto il settore del trasporto non di linea. Misura su cui il Mit non chiude a priori, pronto a valutarla nel merito. Entro fine mese o inizio febbraio potrebbe poi arrivare il via libera al terzo decreto del ministero, quello sulle piattaforme di intermediazione. Conterrebbe la norma che oscura il luogo di destinazione delle corse per evitare che vengano selezionate dai tassisti tramite le app di prenotazione che dialogano con Uber, pratica che sfavorisce residenti e lavoratori nelle città rispetto ai turisti (come si è visto con il caos di Capodanno a Roma, tra taxi introvabili e diversi Ncc a prezzi stellari).

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