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Dopo l’apprezzatissimo approfondimento di Gianni Girotto (vd. Bollette, Addio al Prezzo Unico Nazionale, arrivano prezzi regionali), torniamo sul tema del Passaggio dal PUN ai Prezzi Zonali con l’analisi della Dott.ssa Silvia Commisso del team di GreenSquare Italia.
Passaggio dal PUN ai Prezzi Zonali: cosa cambia dal 2025
Questo nuovo sistema, che differenzia i prezzi per area geografica, si allinea maggiormente al mercato europeo e migliora l’efficienza degli investimenti e delle risorse. Il cambiamento avverrà attraverso un periodo transitorio, garantendo una transizione graduale e senza impatti bruschi per i consumatori.
A partire dal 1ºgennaio 2025, il mercato elettrico italiano ha subito un significativo cambiamento, dovuto al passaggio dal Prezzo Unico Nazionale (PUN) ai prezzi zonali. A stabilirlo è stato il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il quale, a seguito del parere positivo da parte dell’Arera, ha emanato il decreto n.158 del 18 aprile 2024, in attuazione dell’art. 13 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 210, che prevede il superamento del PUN.
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Il PUN è il valore di riferimento dell’energia elettrica sul mercato all’ingrosso determinato dalle compravendite effettuate sulla Borsa Elettrica Italiana (IPEX). Introdotta nel 2004, in seguito alla liberalizzazione del mercato elettrico italiano, questa piattaforma permette lo scambio tra produttori e fornitori di energia elettrica. In sostanza il PUN è la media ponderata nazionale dei prezzi zonali di vendita dell’energia per ogni ora e per ogni giorno, ottenuta considerando sia le quantità di energia scambiate, sia i prezzi stabiliti in diverse zone d’Italia e in differenti momenti della giornata.
Il Prezzo Zonale Orario, è invece il prezzo che si forma sul mercato elettrico che varia in base all’ora nella quale l’energia viene immessa in rete e alla zona di mercato in cui si trova l’impianto.
La decisione di passare ai Prezzi Zonali è riconducibile alla necessità di dare un peso maggiore ai segnali di prezzo che riflettono in tempo reale le dinamiche locali di domande e offerta, produzione e consumo, in un contesto in cui le fonti rinnovabili stanno assumendo un ruolo sempre più importante.
Principali differenze
Il passaggio ai prezzi zonali introduce una differenza significativa rispetto al PUN. Mentre il PUN rappresenta un unico prezzo per l’intera Italia, i prezzi zonali differiscono in base alle specifiche aree geografiche del paese. Ciò significa che ogni zona dispone di un proprio valore per l’energia, influenzato dai costi di produzione e trasmissione tipici della regione. Questo sistema intende riflettere in modo più accurato le dinamiche del mercato all’ingrosso e favorire una gestione più efficiente delle risorse energetiche locali, tenendo conto delle variazioni di prezzo dovute a fattori locali quali domanda, offerta, infrastrutture presenti e condizioni climatiche.
Il MASE con questo cambiamento, mira a superare alcune criticità del modello basato sul PUN:
· Allinearsi maggiormente al mercato europeo: la maggior parte dei Paesi europei adotta infatti, un sistema di determinazione dei prezzi energetici che tiene conto delle specificità territoriali, senza sintetizzare il tutto in un Prezzo Nazionale Unico;
· Migliorare l’efficienza nell’allocazione di investimenti e risorse: con il prezzo zonale, i fornitori avranno infatti la possibilità di gestire in modo più semplice e consapevole l’incertezza dei mercati derivante dalle differenze di prezzo tra le varie aree.
Tuttavia, tale passaggio, non avverrà in un’unica soluzione, ma sarà attuato attraverso un periodo di transizione che si protrarrà almeno fino alla fine del 2025. In questo lasso di tempo, verrà adottato un meccanismo di perequazione, finalizzato a compensare eventuali discrepanze tra il Prezzo Zonale e il PUN, assicurando così una transizione graduale e senza bruschi impatti per i consumatori.
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