I problemi dell’agricoltura isolana analizzati a Cagliari da Cia Sardegna

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Cia assemblea provinciale Cagliari

Analisi, appelli e richieste dall’Assemblea provinciale Cagliari-Sud Sardegna.

CAGLIARI | 16 gennaio 2025. Calo dei redditi, crescita dei costi di produzione, mancanza di chiare ed efficaci scelte di politica economica rivolte al sostegno delle imprese, siccità e cambiamenti climatici, applicazione della nuova Pac. Sono una parte dei principali problemi del comparto agricolo sardo, analizzati questa mattina a Cagliari dalla Cia Sardegna, riunita al Caeser’s Hotel di via Darwin per l’Assemblea provinciale della Cia Cagliari-Sud Sardegna.

Un’assemblea cui hanno partecipato il presidente e il direttore regionali della Cia, Francesco Erbì e Alessandro Vacca, il presidente provinciale Cagliari-Sud Sardegna, Matteo Frau, i vertici degli altri organismi provinciali dell’isola e che ha visto come relatore d’eccezione il direttore generale di Argea Sardegna, Gianni Ibba, che ha illustrato l’analisi: “I pagamenti di fondi agricoli europei – Situazione del comparto agricolo – Criticità e soluzioni”.

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Cia assemblea provinciale Cagliari 2Cia assemblea provinciale Cagliari 2

A entrare nel merito delle singole problematiche che affliggono l’agricoltura sarda sono stati il direttore regionale di Cia Sardegna, Alessandro Vacca, che ha presentato il documento dell’Assemblea, quindi il presidente provinciale Matteo Frau, gli agricoltori e allevatori e in conclusione, il presidente regionale, Francesco Erbì.

«Questa Assemblea si svolge in una situazione generale di grande difficoltà, derivante da un contesto storico-politico e sociale, surreale, in cui la crisi economica, la pandemia, la guerra nel cuore dell’Europa e la devastante situazione in Medio Oriente si intersecano disegnando scenari tutt’altro che ottimistici», ha sottolineato il direttore di Cia Sardegna nella sua relazione.

«Le difficoltà economiche, il calo dei redditi e la crescita dei costi di produzione, la mancanza di chiare ed efficaci scelte di politica economica rivolte al sostegno dell’impresa – ha proseguito Vacca – sono problematiche che sul comparto agricolo sardo si amplificano per chiare ragioni sociali e ambientali quali l’arretratezza strutturale delle nostre campagne e il prezzo altissimo che paghiamo per l’insularità in termini di movimentazione dei prodotti e delle materie prime. La crisi coinvolge tutti i settori: dal suinicolo a quello ovi-caprino (che nonostante l’aumento del prezzo del latte soffre i continui aumenti delle materie prime, oltre che le difficoltà causate dalla siccità e dai cambiamenti climatici in corso); dal bovino al cerealicolo; dall’ortofrutta al vitivinicolo, nessuno è immune e può pensare di rimanerne escluso.

Per il direttore, quindi, «in Sardegna va invertita la rotta delle politiche economiche distorsive, applicate fino ad oggi; va rafforzato lo sviluppo rurale, valorizzando la presenza delle diverse agricolture della Sardegna: quella tradizionale orientata alla competizione mercantile, ma anche le varie forme di agricoltura alternativa, capaci di aumentare il grado di solidarietà interna al sistema isolano, accrescere l’indice di residenzialità e ridurre la povertà delle aree interne, svantaggiate e marginali».

Riguardo alla Pac, secondo il Direttore di Cia Sardegna, «è necessaria una profonda riforma di cui devono farsi carico le forze politiche. In particolare riteniamo che le politiche comunitarie debbano superare la disparità di trattamento determinata dal valore storico dei titoli a discapito degli agricoltori sardi rispetto a quelli del resto del continente. Il valore dei contributi Pac spettanti agli agricoltori va ricondotto a una convergenza media uniforme per tutto il territorio nazionale, eliminando iniquità e disparità di trattamento. Va accelerata l’attuazione del Pnrr, superando i ritardi accumulati nella spesa reale. Il piano strategico regionale costituisce un’opportunità irripetibile, che non può essere disattesa o mancata e che affronti in termini adeguati l’esigenza di consolidare e rilanciare lo sviluppo dell’agricoltura, in quanto tessuto connettivo dell’economia dell’isola. Va valorizzato e premiato l’impegno degli imprenditori che adottano politiche agricole volte a contrastare i cambiamenti climatici, a tutelare l’ambiente e la biodiversità, al fine di perseguire uno sviluppo sostenibile».

«Non è più rinviabile – ha concluso il Direttore – la definizione di un piano irriguo regionale, che metta ordine tra le varie strutture che gestiscono la risorsa idrica in Sardegna e che contestualmente avvii opere di manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti idriche e degli invasi, attualmente inefficienti e non in grado di soddisfare le esigenze del territorio isolano. Inoltre va garantito un prezzo equo e sostenibile dell’acqua effettivamente consumata, sia per l’uso civile, sia per le produzioni agricole».

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