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Al 107esimo salone invernale fiorentino di Pitti Uomo, in scena alla Fortezza da Basso con 770 marchi di moda maschile, tra le tendenze più interessanti spiccano quelle legate a temi come il cambiamento climatico, la sostenibilità e l’innovazione tecnologica.

Se in generale lo storytelling dedicato alle eccellenze dell’abbigliamento maschile internazionale rilegge il concetto di leggerezza nella dicotomia tra classico formare e leisurewear, per una nuova eleganza disinvolta dedicata a un uomo che guarda con positività al futuro, diverse aziende hanno deciso di puntare in maniera decisa su abiti e accessori che incarnano le sfide della contemporaneità.

A Pitti la moda guarda alla sostenibilità

Si pensi a Ecoalf, noto per i suoi capispalla realizzati con il “filato del mare” Ocean Yarn (plastica raccolta sui fondali, lavorata fino a diventare una sorta di tessuto), che porta in anteprima a Pitti una capsule collection in lana riciclata al 100% così morbida da sembrare puro cashmere. Il “filato del mare” è inoltre alla base di sneaker e parka, a testimonianza di un impegno realmente attento alla salvaguardia dei mari.

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Per l’autunno/inverno 2025 anche Potato Head porta al salone fiorentino una collezione, creata in collaborazione col designer Max Lamb, che esplora la possibilità di trasformare gli scarti e i tessuti sostenibili in capi nuovi e funzionali, per affrontare il tema dello smaltimento dei rifiuti in chiave creativa. Ogni pezzo, realizzato a mano in Indonesia, è creato da artigiani locali con specifici materiali di scarto disponibili al momento (cocco, mango, mandorle), inserendosi in un’ottica di design consapevole.

Sul fronte della lotta al cambiamento climatico, diversi brand sperimentano soluzioni innovative. Il collettivo giapponese Hidesign ha portato a Pitti alcuni capi progettati per affrontare condizioni climatiche estreme: è il caso di “Af Wear”, un dispositivo da indossare dotato del più piccolo ventilatore compatto al mondo. I materiali, sviluppati da un produttore chimico e una società di commercio tessile, regolano la temperatura in modo naturale.

Pensati per adeguarsi a ogni condizione climatica sono anche i capispalla del brand australiano Two.One, al debutto al salone fiorentino con una linea in materiali tecnici a prova d’acqua, che sfruttano il calore corporeo per consentire al tessuto la traspirazione. Si tratta una sinergia tra Australia, Italia e Giappone, perché la lana viene spedita nel Sol Levante e lavorata con una membrana che la rende impermeabile all’acqua. Anche i pantaloni 4Season sono stati pensati per essere utilizzati in tutte le stagioni con funzionalità e flessibilità, venendo incontro alle nuove esigenze stagionali dovute al cambiamento climatico: l’estrema variabilità delle stagioni richiede un abbigliamento multifunzionale e l’uso di tessuti capaci di adattarsi a temperature diverse, senza la necessità di rinnovare continuamente il guardaroba, anche nell’ottica di produzione e consumo responsabili.

L’uso della tecnologia

Da segnalare anche l’intuizione di Outhere, recentemente acquisito da Facib, che al Pitti ha portato la collezione “Own your time” dei direttori stilistici Graziano Moro e Renato Pigatti, caratterizzata da giubbotti termoricettivi – ossia sensibili al caldo e al freddo – che cambiano colore con la variazione di temperatura grazie all’utilizzo di nanotecnologia avanzata. Altri capi invece si “caricano” di raggi solari durante il giorno e una volta al buio generano luminescenza.

Infine, a portare la texture del cashmere nelle calzature è la nuova collezione Soldini80, azienda toscana fondata nel 1945 da Gustavo Soldini che quest’anno compie 80 anni, che strizza l’occhio a un pubblico giovane con una linea di sneaker uomo-donna in capra camosciata completamente sfoderata, con una suola molto flessibile, quasi tascabile. Una sorta di mocassino “destrutturato” con grande calzabilità e comfort, frutto dell’idea del designer siciliano Matteo Erbicelli Greco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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