niente misure di decontribuzione per le Marche”

Taglio del costo del lavoro, Cesetti: “Il governo smentisce l’onorevole Battistoni e il centrodestra marchigiano: niente misure di decontribuzione per le Marche”. Il consigliere del Pd presenta un nuovo atto ispettivo alla giunta regionale per chiedere che gli impegni assunti a dicembre siano resi concreti in tempi brevi e certi

Dopo l’annuncio dell’ordine del giorno presentato dall’onorevole Francesco Battistoni sulla decontribuzione del 30% sul costo del lavoro destinata alle regioni in transizione come le Marche, arriva la doccia la fredda del governo. Lo scorso 14 gennaio, infatti, il Consiglio dei Ministri ha comunicato che, su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, è stato approvato con procedura d’urgenza il disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese in cui, come ha affermato lo stesso Urso, non è prevista l’estensione di misure di decontribuzione alla regione Marche.

A darne notizia è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, che pure nel corso degli ultimi anni più volte ha sollecitato la giunta regionale ad adoperarsi nei confronti dei governi nazionali su questo tema con numerose interrogazioni e mozioni, spesso approvate all’unanimità dal consiglio regionale.

Secondo l’esponente dem, “il senatore di Forza Italia ha tentato di farsi pubblicità ricorrendo a una delle più longeve e poco edificanti consuetudini parlamentari, secondo la quale un ordine del giorno non si nega a nessuno, perché poi tanto gli impegni rivolti al governo di turno rimangano scritti sulla sabbia per essere spazzati via alla prima folata di vento. Ma questa volta il centrodestra marchigiano rischia di rimanere con il cerino in mano e di scottarsi in maniera pesante”.

“La decontribuzione – afferma Cesetti – è una misura assolutamente necessaria per il sostegno al sistema economico�produttivo delle Marche, in particolare per i settori moda e pelli-calzature. Ma ho l’impressione che ci sia chi continua a speculare su questo tema per mero calcolo politico senza dare risposte concrete ai nostri imprenditori. Aver venduto l’ordine del giorno dell’onorevole Battistoni come un risultato eccezionale per le imprese marchigiane e aver dato per acquisita una misura tanto decisiva quanto attesa, è apparso subito scorretto e fuorviante. Va infatti precisato che il documento del senatore di Battistoni non è stato neanche votato, ma semplicemente accolto il 20 dicembre dal governo e, tra l’altro, impegnava lo stesso soltanto a valutare l’opportunità di individuare gli strumenti e le modalità più idonee al fine di estendere anche alla regione Marche misure di decontribuzione. L’ennesima presa in giro di questo centrodestra marchigiano che continua a illudere le imprese, già costrette a fare i conti con i morsi della crisi”.

“Purtroppo non mi sorprendono le parole del Ministro Urso – aggiunge Cesetti – anche perché il governo Meloni e i partiti che lo sostengono – Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega – hanno sempre picchiato duro sulle Marche. Basti ricordare che già mesi fa ci era stata negata la Zes, favorendo in tal modo il vicino Abruzzo, il quale, usufruendone, oggi dispone di un sistema di incentivi che rendono l’insediamento delle attività produttive che intendono investire molto più conveniente rispetto alla nostra regione. Si tratta di scelte politiche che vengono prese a Roma, ma che non hanno mai incontrato la ferma protesta del centrodestra marchigiano, rassegnato a subirle supinamente”.

“L’atto che ho depositato questa mattina in consiglio regionale – conclude Cesetti – va nella direzione opposta e mira a sollecitare la giunta regionale ad attivarsi affinché sia reso effettivo in tempi certi l’impegno assunto dal Governo con l’accoglimento dell’ordine del giorno di Battistoni. Come si suol dire, infatti, le chiacchiere stanno a zero: se davvero il centrodestra vuole sostenere la comune battaglia per dotare le Marche di misure di decontribuzione sul costo del lavoro, ora è il momento di agire. Altrimenti vuol dire che le roboanti esternazioni pubbliche dei suoi rappresentanti istituzionali non sono nient’altro che una bandiera da agitare in vista dell’imminente campagna elettorale per le prossime regionali”.