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La piaga delle truffe agli anziani è fenomeno contemporaneo, perché tra i reati predatori (prima ancora delle rapine o dei furti) è quello che, unitamente alle comuni truffe informatiche, appare essere il più redditizio. Basti pensare che nel 2024 tra i casi più eclatanti ad agosto u.s. una anziana qui a Trento ha consegnato al truffatore circa 40.000 euro tra gioielli e contanti (già ad Aprile scorso si era verificato un altro caso con consegna di 30.000 euro in banconote, con intercettazione a Verona del truffatore, arresto e restituzione del contante). Sempre in Val d’Adige, lo scorso autunno, una coppia di anziani si è vista sottrarre quasi 400.000 euro dai conti da un finto consulente finanziario. Ancora, in una valle del Trentino orientale, un anziano ha versato quasi 90.000 in bonifici a un truffatore che aveva simulato un profilo femminile in chat avviando nel tempo e a distanza una finta relazione.

Superata la consapevolezza (morale) di approfittare di una categoria debole e maggiormente indifesa, individuata la vittima ideale, e recitato un copione più o meno ricorrente (finto carabiniere/avvocato/tecnico del gas e parente in galera/figlio in ospedale/utenze da controllare), il gioco è fatto e semplice perché si agisce con il consenso e la collaborazione del diretto ed ignaro malcapitato. D’altronde la tecnologia ha reso più complesso portare a segno i reati più classici, per via di sistemi di videosorveglianza e in generale di difesa passiva più efficaci e sofisticati, o comunque idonei a consentire un esito maggiormente favorevole delle successive indagini. Il potenziale “volume di affari” delle truffe agli anziani è così interessante che gran parte degli operatori oggi risponde a precise maglie organizzative con vere e proprie centrali di coordinamento in gran parte site in Campania, come molte indagini degli ultimi anni, anche dell’Arma trentina, hanno dimostrato. Basti considerare che di tutti i casi seguiti dall’Arma in Trentino nell’ultimo biennio, il 15% delle truffe riguardano sempre importi superiori ai 10.000 in contanti e/o gioielli, “prelevati” direttamente dalle mani degli anziani preliminarmente e sapientemente circuiti (sul totale invece la cifra media si aggira su 2.500/3.000 euro); peraltro, con riferimento al 2024, il 30% dei casi consiste nella condotta del “finto carabiniere” simulando il coinvolgimento di un parente della vittima in un grave sinistro o in urgenti situazioni giudiziarie (es. incarceramento), scenario che appare sempre più ricorrente rispetto gli altri anni.

L’attività repressiva, nonostante l’impegno mirato delle Forze dell’Ordine, ha tuttavia un successo sempre e solo parziale: delle oltre 200 casistiche perseguite nel 2024 dall’Arma in Trentino, in 51 casi gli autori son stati scoperti e portati a giustizia (1 su 4), rapporto eccezionale rispetto alla statistica nazionale (1 su 10/15) ma comunque non di consolazione per le altre vittime; infatti una volta individuati gli autori i beni sottratti hanno già preso destinazioni che non ne consentono la facile restituzione ai legittimi proprietari (salvo nei casi in cui il colpevole sia intercettato in flagranza o nelle fasi di fuga). Vi è inoltre una parte importante di casi “sommersi”, non dichiarati, per la vergogna di denunciare quanto subito o anche solo perché valutato inutile segnalare alle autorità il tentativo di truffa. Degli oltre 200 casi perseguiti dall’Arma nel 2024 (nel 2023 sono poco meno, segno che il fenomeno è ancora molto ricorrente), 45 sono le tentate truffe, ovvero tentativi andati male grazie alla scaltrezza della vittima, esito che in percentuale sul totale è invece e per fortuna in netto aumento rispetto agli anni scorsi.

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L’Arma infatti ha già da qualche anno preso a cuore la problematica differenziando la strategia, puntando ancor più sulla prevenzione e soprattutto sulla sensibilizzazione delle potenziali vittime.

In Trentino, già dal 2022 si è potuto contare su un partner d’eccellenza per questa delicata battaglia, ovvero la Curia Trentina, che ha la caratteristica, un po’ come l’Arma se non più, della capillarità; attraverso i Parroci e le relative strutture, il compito dei Comandanti di Stazione di radunare e incontrare la popolazione anziana è stato notevolmente facilitato, e i Parroci stessi hanno talvolta fatto propri i consigli delle forze dell’ordine nel loro rapporto/confronto con gli anziani.

Dall’avvio di questa campagna informativa a diretto supporto della categoria, sono stati incontrati nell’ultimo triennio 10.966 anziani, per un totale di 247 incontri avvenuti per lo più in circoli parrocchiali o in centri ricreativi comunali, tenuti principalmente dai locali Comandanti di Stazione, in quanto da sempre riferimenti istituzionali periferici per la popolazione dei piccoli e medi centri. Sono stati distribuiti in più contesti sociali volantini predisposti dal Comando Generale dell’Arma con avvisi e consigli utili per la fascia d’età a rischio.

Con oggi, questa alleanza si arricchisce ulteriormente, con la forza di un partner di spessore nel settore della grande distribuzione, che con la sua rete commerciale interagisce tutti i giorni con la popolazione anziana, e non solo, del nostro territorio: SAIT Coop – Consorzio delle Cooperative di Consumo Trentine, ha infatti deciso di valorizzare anche la sua capillarità, con la forza dei suoi circa 350 punti vendita, affiggendo presso la maggior parte delle sue sedi delle locandine d’effetto, realizzate in collaborazione con il Comando Provinciale CC di Trento, per veicolare ancora una volta buoni consigli al fine di evitare di rimanere vittime di queste vigliacche condotte truffaldine.

Inoltre, SAIT Coop si impegnerà anche a mettere a disposizione uno spazio, sui suoi volantini promozionali, utile a divulgare i medesimi contenuti delle locandine, iniziativa molto significativa considerando che, oltre alla rivista “Cooperazione tra Consumatori”, i volantini dei prodotti rappresentano il mezzo comunicativo più sfogliato dagli anziani: un apprezzabile “impegno di impresa” dedicato a questo delicato settore sociale.



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