La Camera di Commercio ha pubblicato le analisi delle previsioni occupazionali per il 2024 in provincia di Forlì-Cesena. Le cinque professioni più richieste, con la rispettiva percentuale di irreperibilità, sono 7.420 esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, pari al 53%; 4.330 addetti alle vendite, pari al 29%; 3.220 personale non qualificato nei servizi di pulizia, pari al 45%; 2.730 personale non qualificato addetto a spostamento e consegna merci, pari al 33%; e 1.980 conduttori di veicoli a motore, pari al 55%.
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Le competenze più richieste in una rosa di dieci sono: flessibilità e adattamento (95%), lavorare in gruppo (86%) e lavorare in autonomia (81%). I giovani sono desiderati per il 31% delle posizioni (30% in Italia), maggiormente nei servizi di alloggio/ristorazione e turistici al 40%, nel commercio al dettaglio per il 39% e nei servizi culturali/sportivi/alle persone 34%; i più difficili da reperire sono attrezzisti, operai e artigiani del legno all’88% (irreperibilità), operai specializzati in rifiniture di costruzioni all’80% e al 72% operai specializzati in installazione e manutenzione di attrezzature elettriche-elettroniche.
Gli immigrati sono cercati nel 19% delle posizioni della provincia di Forlì-Cesena (20% in Italia); il mismatch italiano è particolarmente frequente nei servizi operativi alle imprese e alle persone e in quelli collegati ai trasporti e alla logistica, dove copre circa un terzo delle entrate. In termini assoluti è comunque il settore del turismo e della ristorazione che concentra il maggior numero di entrate di lavoratori stranieri.
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In Emilia-Romagna è atteso il 9% del fabbisogno nazionale, 475mila entrate previste con difficoltà di reperimento al 51%. All’interno della regione, il totale entrate previste annualmente riferito alla provincia di Forlì-Cesena è stabile e pari a oltre 43mila, cresce di un punto percentuale annualmente la quota di imprese che assumono, fino al 69% del totale (Italia 63%).
Si registrano però elevate difficoltà di reperimento in alcuni settori, nelle industrie di fabbricazione di macchinari e attrezzature 64%, costruzioni 63% e sanità/assistenza sociale private 58% (a livello nazionale le maggiori difficoltà nei settori turismo 79%, sanità 75%, logistica 74%). Al 10% delle 43.390 richieste di persone è richiesto un titolo terziario di istruzione, laurea o Its Academy; al 70% di istruzione secondaria, diploma o qualifica; per il 20% è sufficiente la scuola dell’obbligo (in Italia le percentuali si attestano al 14, 66 e 20% rispettivamente).
Le difficoltà di reperimento delle figure desiderate si registrano rispettivamente nei tre livelli di istruzione nel 58%, 50% e 45% dei casi, in media cresciute in un anno dal 47% al 50% in provincia. A livello nazionale la media è salita dal 45 al 48% (nei 3 livelli di istruzione dal più alto si attesta al 52%, 48% e 44%). Il gap quantitativo (mancanza di candidati disponibili per l’inserimento in azienda) è rilevato nel 32,7% dei casi, qualitativo 12,5% (preparazione inadeguata posseduta dai candidati) e nel 4,4% delle difficoltà di ricerca per altri motivi non specificati dai rispondenti (in Italia la suddivisione registra il 31,2%, 13% e 4%).
“Le analisi delle previsioni occupazionali messe a disposizione da Excelsior permettono di conoscere meglio le dinamiche del mercato del lavoro e i fattori che creano mismatch tra la domanda e offerta – commenta Roberto Albonetti, segretario generale della Camera di commercio della Romagna -. Tra tali fattori l’invecchiamento demografico è uno dei più rilevanti e, insieme a calo delle nascite e riduzione degli abitanti, sta cambiando il modo di vivere e di lavorare e mette in discussione equilibri sociali ed economici”.
“Dobbiamo raccogliere quindi forze e idee per rendere il lavoro sempre più inclusivo verso quelle fasce che ancora non riescono a esprimere al meglio il proprio potenziale, programmare i percorsi formativi verso i reali bisogni e innalzare la produttività del lavoro – continua Albonetti -. È indispensabile attrarre giovani e talenti nelle imprese per dare slancio innovativo e permettere la circolazione delle competenze, accompagnandoli in organizzazioni aziendali multigenerazionali e aperte a nuovi modelli di welfare. Per approfondire questi temi e favorire il dialogo delle imprese con le istituzioni il prossimo 11 febbraio, a Rimini, si terrà l’incontro ‘Il Lavoro, tra inverno demografico e divario generazionale a cui parteciperà Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e autorevoli rappresentanti istituzionali e della formazione”.
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