Corea del Sud, il presidente (deposto) Yoon Suk Yeol arrestato per tradimento. Lui: «Lo Stato di diritto è crollato»

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Redazione Online

Il leader sotto impeachment per il tentativo fallito di imporre la legge marziale: «Lo Stato di diritto è crollato, rispetto una misura illegale per evitare spargimenti di sangue». È il primo presidente nella storia del Paese a finire in manette

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Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol è stato arrestato con l’accusa di tradimento per il tentativo di colpo di Stato del 3 dicembre scorso. Lo ha riferito l’agenzia
dell’Anticorruzione (Cio) di Seul, facendo così dell’ex procuratore capo nazionale, 64 anni, il primo presidente in carica nella storia della Corea del Sud – sia pure sospeso dalle sue funzioni a causa della procedura di impeachment per sovversione e abuso d’ufficio – a finire
in manette. Yoon è stato destituito dalla carica il 14 dicembre per aver proclamato la legge marziale, un provvedimento durato appena sei ore che però ha gettato la Corea del Sud nel caos e che poi è stato revocato dal Parlamento.

L’arresto è avvenuto dopo l’irruzione di centinaia di agenti nella sua residenza di Seul. Gli investigatori e le forze dell’ordine sudcoreane sono entrati nel complesso nel centro della capitale intorno alle 7:30 del mattino (ora locale) passando attraverso le barricate e hanno effettuato una perquisizione di quasi 3 ore prima di riuscire a formalizzare il fermo alle 10:33 (le 2:33 in Italia). «Lo Stato di diritto in Corea del Sud è completamente crollato», ha commentato Yoon in un videomessaggio di tre minuti, diffuso dopo l’arresto: «Sono veramente sconcertato nel vedere che illegalità su illegalità sono state eseguite e che le procedure sono state condotte con forza in base a un mandato non valido. Non riconosco l’indagine in corso. In qualità di presidente, che ha la responsabilità di sostenere la Costituzione e il sistema legale della Repubblica di Corea, la mia decisione di rispettare tali procedure illegali e non valide non è un riconoscimento ma piuttosto la volontà di prevenire incidenti spiacevoli e spargimenti di sangue».




















































Un corteo di vetture ha scortato il leader del Parito del Potere popolare negli uffici del Cio per essere interrogato. Inizialmente i suoi legali, per evitare il blitz, avevano fatto sapere che il presidente aveva accettato di comparire spontaneamente davanti ai giudici. L’Ufficio di indagine sulla corruzione per i funzionari di alto rango e l’Agenzia nazionale di polizia hanno avviato un’indagine congiunta a carico di Yoon, accusato di tradimento, ottenendo la scorsa settimana il secondo mandato d’arresto a suo carico, dopo aver tentato senza successo di eseguire il primo il 3 gennaio. L’irruzione nel palazzo presidenziale è scattata dopo che la Corte costituzionale sudcoreana ha avviato l’esame della destituzione di Yoon per il tentativo fallito d’introdurre la legge marziale senza che il deposto presidente si presentasse all’udienza. La Corte ora ha tempo fino a metà giugno per confermare o annullare la mozione che ha portato alla sospensione di Yoon, approvata il 14 dicembre dall’Assemblea nazionale.

La polizia – erano circa 3 mila gli agenti schierati – ha usato la forza per farsi largo tra la
folla di fronte al palazzo presidenziale e per
rimuovere le barricate che negli ultimi giorni avevano trasformato la residenza in una
sorta di bunker, con tanto di filo spinato
piazzato sui muri. Il precedente tentativo di arresto del Cio era fallito dopo
uno scontro di sei ore con le guardie di sicurezza
presidenziali, nel mezzo di tensioni e di timori per un
potenziale conflitto armato. 

Per il Partito democratico sudcoreano, la principale forza d’opposizione, l’arresto «è il primo passo verso il ripristino dell’ordine costituzionale, della democrazia e dello Stato di diritto». «Anche se tardivo, è davvero un bene che si possa confermare che l’autorità pubblica e la giustizia in Corea del Sud sono ancora vive», ha dichiarato il capogruppo Park Chan-dae a una riunione del partito. Da più di un mese in Corea del Sud si svolgevano regolarmente manifestazioni dell’opposizione per chiedere l’arresto e le dimissioni del presidente.

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15 gennaio 2025 ( modifica il 15 gennaio 2025 | 06:25)

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