Valanga travolge 5 scialpinisti, tre morti sulle Alpi Lepontine. Gli airbag sono «esplosi»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


di
Massimo Massenzio

La valanga si è staccata dal crinale est di Punta Valgrande, a quota 2.856 metri al confine tra il Verbano-Cusio-Ossola e la Svizzera, nel comune di Trasquera. Uno dei due sopravvissuti: «Sotto quella neve ho perso i miei amici, sono sotto choc»

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

 «Non ce ne siamo accorti, non ci siamo accorti di niente». Lorenzo Locarni, insegnante di 32 anni e Renato Rossi, architetto 63enne, entrambi di Verbania, lo ripetono in continuazione agli operatori del soccorso alpino che li hanno appena portati in elicottero al campo base allestito a Villadossola. Sono passate solo poche ore da quando hanno visto i loro amici Matteo Auguadro, Gaudenzio «Enzo» Bonini, 65, di Ghiffa, titolare di un’autoscuola e Matteo Lomazzi, operaio 34enne di Verbania, sparire sotto i loro occhi, inghiottiti da una valanga. Auguadro, 48 anni, Verbania, era un famoso velista. Tutti erano alpinisti di grande esperienza, stavano facendo un’escursione nell’alta Val Divedro, sul versante piemontese delle montagne che separano l’Ossolano dalla Svizzera. 

Il «cumulo»

Sulla Punta Valgrande, sopra Trasquera, sono incappati in un cumulo di neve «ventosa», la più insidiosa e instabile. Con ogni probabilità il peso dei 5 scialpinisti ha provocato il distacco e Auguadro, Bonini e Lomazzi sono stati travolti e trascinati a valle per quasi 500 metri. Locarni e Rossi, che si trovavano più in alto, sono rimasti illesi. Sono stati loro a dare l’allarme, alle 12.49, al 112. Ma quando gli elicotteri del soccorso alpino e della guardia di finanza hanno calato le prime squadre di soccorritori, per i tre alpinisti non c’era più nulla da fare.




















































La gita

I due sopravvissuti verranno ascoltati nella giornata di oggi in Procura a Verbania. E per capire cosa è successo, bisognerà fare un salto indietro di diverse ore, quando i cinque amici hanno lasciato le loro auto a San Domenico, dove le ultime nevicate di ieri avevano attirato centinaia di turisti. Il gruppo, però, non era interessato alle piste battute, cercavano la «fresca» e si è diretto verso l’Alpe Veglia. Una prima discesa con gli sci ai piedi verso l’Alpe Campo e poi, con le «pelli», la risalita, lasciandosi la valle principale alle spalle. Una gita per sciatori esperti, come lo erano tutti i componenti del gruppo. E in particolare Locarni, che è addirittura istruttore di scialpinismo.

Il bollettino Arpa

E così hanno iniziato la lunga escursione, anche se il bollettino dell’Arpa Piemonte, relativo alla zona dove si è verificato il distacco, aveva segnalato per la giornata di ieri un «pericolo 3 marcato». L’Arpa aveva anche specificato che: «La neve fresca e gli accumuli di neve ventata possono subire un distacco in seguito al passaggio di un singolo appassionato». Aggiungendo che «in alcuni punti le valanghe possono coinvolgere la neve vecchia e raggiungere grandi dimensioni. I punti pericolosi sono in parte innevati e appena individuabili». E infine la raccomandazione: «Le escursioni richiedono esperienza nella valutazione e una prudente scelta dell’itinerario».

L’ultima salita

Auguadro e i suoi compagni avevano calcolato con attenzione i possibili rischi e si sono dotati dell’equipaggiamento necessario. Dopo due ore dall’inizio dell’ultimo «strappo» sono arrivati a quota 2500 metri. Ne mancavano altri 300 per raggiungere la vetta e poi tuffarsi verso la discesa, ma in quella zona il vento ha «spelato i picchi» come raccontano gli anziani della zona. Non c’era neve sufficiente per continuare sugli sci e così, dopo una sosta, hanno ripreso la scalata con i ramponi, improvvisando una fila indiana corta e verticale, che non superava i dieci metri, lungo un bordo dello stretto canalino. Auguadro, Bonini, Lomazzi erano più su, Locarni e Rossi appena davanti. Questione di attimi, frazioni di secondo. La valanga è «partita» all’improvviso. Locarni e Rossi sono stati sfiorati e trascinati a valle solo per pochi metri. E hanno visto l’«inferno bianco» travolgere i loro tre amici.

I soccorsi e gli airbag inutili

Un metro cubo di neve in quelle condizioni può arrivare a pesare 880 chili e una scivolata di 500 metri non lascia scampo. Nell’urto sarebbero anche esplosi gli airbag che, azionati dalle vittime, avrebbero potuto proteggerli tenendoli «a galla» sulla neve. Locarni e Rossi sono riusciti a raggiungere le vittime in meno di 10 minuti e le hanno individuate grazie ad Artva, pale e sonde, avevano tutta l’attrezzatura necessaria. Ma quando hanno tentato le procedure di rianimazione, aiutati da altri due scialpinisti francesi, si sono resi subito conto che ormai era tutto inutile. Sono passati altri 10 minuti per l’arrivo del primo elicottero, che ha trovato i superstiti vicino ai corpi senza vita, ormai semisepolti. Le procedure di recupero sono state complicate e soltanto nel pomeriggio le salme sono state portate all’ospedale Castelli di Verbania, ma per il momento non sono a disposizione dei familiari.

Il cordoglio

I due superstiti, praticamente illesi, dopo un breve controllo in ospedale, sono tornati a Verbania, dalle loro famiglie, in attesa di essere ascoltati in Procura: «Sotto quella neve sono morti i miei amici, sono sotto choc», ha detto Renato Rossi. Mentre il presidente del soccorso alpino piemontese, Luca Giaj Arcota parla di fatalità: «Il rischio zero non esiste in montagna. Oggi piangiamo tre alpinisti capaci ed esperti che avevano fatto di tutto per ridurlo al minimo. Purtroppo ci sono situazioni in cui sono gli eventi a controllare noi, non il contrario. E le conseguenze sono drammatiche, proprio come è successo». 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

12 gennaio 2025 ( modifica il 13 gennaio 2025 | 13:24)

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link