Monti frumentari ed economia solidale

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Il 2025 segna un anniversario importante per l’economia solidale italiana. Sono infatti trascorsi 600 anni dalla nascita del beato Marco da Montegallo, francescano pioniere dei Monti di Pietà, e 350 anni dalla nascita di Scipione Maffei, che nel 1744, con il suo trattato Dell’impiego del denaro, difese la legittimità cristiana del prestito a interessi moderati. In questo contesto, l’economista Luigino Bruni ha lanciato un progetto ambizioso: una ricerca collettiva per riscoprire i Monti frumentari, istituzioni storiche di microcredito che furono fondamentali per le comunità agricole.

Cosa erano i Monti frumentari?

I Monti frumentari nacquero nel Quattrocento grazie ai francescani, che già avevano fondato i Monti di Pietà nelle città per contrastare l’usura. I Monti frumentari, invece, rispondevano alle esigenze delle campagne, dove il denaro era scarso e l’accesso al credito difficoltoso. L’idea era semplice ma rivoluzionaria: prestare grano in autunno per la semina, da restituire dopo il raccolto con un interesse simbolico. Questo sistema permetteva ai contadini di sfuggire all’usura e di assicurare il sostentamento delle loro famiglie.
Il grano veniva prestato “a raso” e restituito “a colmo”: la differenza rappresentava l’interesse. Questi Monti, gestiti spesso da confraternite e amministrati da “sindaci” eletti annualmente, non solo fornivano un supporto economico, ma incarnavano i valori di solidarietà e fiducia che sono alla base della convivenza civile.

Una rete dimenticata

Durante una visita al suo paese natale, Roccafluvione, nelle Marche, Bruni ha condotto una ricerca nell’archivio parrocchiale, scoprendo documenti che testimoniano l’esistenza di un Monte frumentario locale, con registri risalenti al 1768 e al 1826. Con l’aiuto di storici e parroci, ha individuato altre tracce di Monti frumentari nelle vicinanze e, grazie a una visita pastorale del vescovo Zelli (1833-1837), ha documentato l’esistenza di almeno 70 Monti nella sola diocesi di Ascoli Piceno.
Queste istituzioni, capillari e diffuse, rappresentavano una vera rete di microcredito, sopravvissuta per secoli fino alla loro soppressione nella seconda metà dell’Ottocento. I registri ritrovati rivelano non solo la gestione dei prestiti in grano, ma anche la possibilità di saldare i debiti con moneta o giornate di lavoro, dimostrando la flessibilità e l’inclusività di queste iniziative.

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Una ricerca collettiva per il futuro

Da questa esperienza nasce l’idea di una ricerca dal basso, coinvolgendo cittadini, storici e appassionati, per mappare i Monti frumentari e altre istituzioni simili, come i Monti delle doti o delle castagne. L’obiettivo è creare una “comunità patrimoniale” che riscopra e valorizzi le radici dell’economia solidale italiana.
Bruni invita tutti a cercare tracce di queste istituzioni negli archivi parrocchiali, diocesani e delle confraternite, specialmente nelle regioni del Centro, Sud e nelle isole. Le scoperte verranno condivise e presentate in occasione di convegni e celebrazioni, a partire dal 19 marzo 2025, anniversario del beato Marco da Montegallo.

I Monti frumentari: una lezioni per l’oggi

I Monti frumentari rappresentano un modello di economia che mescola mercato e dono, contratti e solidarietà, mostrando come il credito possa essere uno strumento di fiducia e coesione sociale. Riscoprire queste esperienze non è solo un esercizio di memoria storica, ma un invito a riflettere su quali siano oggi i “semi” da condividere per costruire un’economia più giusta e inclusiva.
In un periodo di crisi e disuguaglianze crescenti, l’iniziativa di Bruni ci ricorda che le radici dell’economia solidale possono ispirare nuove pratiche e politiche per il futuro. Come i Monti frumentari hanno trasformato il grano in speranza, così oggi possiamo trovare nuovi strumenti per sostenere chi è in difficoltà, riscoprendo il valore della comunità e della cooperazione.
Scrive Bruni: «Il 2025 è anno giubilare: i giubilei biblici erano anche e soprattutto faccenda di poveri, di debiti e di crediti». Dunque, diciamolo pure: riscoprire i Monti frumentari, andare alle radici dell’economia solidale ha i contorni propri del “segno giubilare”.

Chi lo desidera, può comunicare le proprie scoperte sui Monti frumentari all’indirizzo: l.bruni@lumsa.it. I primi risultati saranno presentati sulle pagine di Avvenire e in alcuni convegni, a partire dal 19 marzo, ad Ascoli, per l’anniversario del beato Marco da Montegallo.



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