Il colonnello, già comandante della Guardia di Finanza e autore del libro “Il suicidio in uniforme” sottolinea l’importanza di seguire “una prevenzione seria” nei reparti
Pubblicato:14-01-2025 13:38
Ultimo aggiornamento:14-01-2025 13:38
ROMA – “Il recente suicidio di un giovane collega dimostra, con molta probabilità, che nel caso specifico il problema ambientale lavorativo non sembra essere una causa. Ciò in considerazione che egli era da poco presso il reparto. Da pochissimo tempo. In questo caso ambiente organizzativo, clima organizzativo, responsabilità varie sono tendenzialmente da escludere, anche se, come sempre. non conosciamo tutti i risvolti. Dunque? Dunque si deve fare un passo avanti e cioè parlare a livello formativo del fenomeno suicidio”. E’ l’appello che lancia alla Dire Massimiliano Salce, colonnello e già comandante in Guardia di Finanza autore del libro “Il suicidio in uniforme” (casa editrice Magi), a seguito dell’ultima tragedia avvenuta a Pratica di Mare, nel centro di centro di aviazione della Gdf.
“L’IMPORTANZA DI INTERVENTI PREVENTIVI SERI”
L’esperto, che il mondo militare lo ha vissuto per anni, invita a non lasciare soli i comandanti, a non fare la caccia al colpevole e a far sì quindi che l’amministrazione strutturi interventi preventivi seri. L’autore, che nel testo ha ripercorso alcuni casi di suicidio, la cronaca più recente e i maggiori esperti che si sono espressi sul fenomeno, ha raccomandato di “parlarne sviluppandone tutti gli aspetti del perché e di cosa sia dal punto di vista fenomenologico esistenziale questo misterioso componente dell’umano vivere. Qui anche la profilassi basata su buoni ambienti di lavoro non ha funzionato e non funziona. Con buona pace di tanti seminari. Mi attendo la domanda: ma l’amministrazione pubblica di polizia o militare può avere un obbligo tale? Sì lo ha- ha aggiunto- Lo ha nel più ampio discorso della sicurezza lavoro, lo ha nell’ambito del discorso che l’organizzazione non deve limitarsi a togliere ostacoli al benessere, ma lo deve promuovere, lo ha perché le linee guida della organizzazione mondiale della sanità prevedono la promozione della salute psichica che non si basa solo su buoni ambienti lavorativi, ma è ben altro. Lo ha perché, prima dei compiti istituzionali, viene l’attenzione alle risorse umane che quei compiti poi raggiungono. Se devo gareggiare in formula 1, ma non ho la macchina adatta, il traguardo da raggiungere non lo vedrò mai”.
“INCONTRI SUL BENESSERE? MEGLIO SEMINARI MIRATI SUL SUICIDIO”
E ancora, l’amministrazione ha l’obbligo “perché dal paradigma della civiltà industriale che vede l’umano come un ingranaggio, siamo fortunatamente entrati nel paradigma umano come più importante dell’ingranaggio di cui fa parte.
Lo ha perché le sovrastrutture organizzative di ogni genere e forma non possono essere loro in primo piano, ma lo deve essere chi compone quelle strutture cioè la donna e l’uomo. Lo ha- ha continuato Massimiliano Salce- perché l’organizzazione che vanta nobiltà di intenti, salvaguardia del bene collettivo, amore della Patria, deve conseguenzialmente e obbligatoriamente porre l’attenzione al cittadino che lascia tutto per andare a servire quella Patria. E allora non bastano i pur utili incontri sul benessere ma bisogna prendere il toro per le corna e introdurre seminari ben strutturati e ben organizzati che parlino del suicidio, del suo significato, del suo senso e della sua particolarità riguardante solo la specie umana. Perché parlando del mostro, il mostro non è più mostro e non fa più paura e soprattutto diminuisce quella paura che attira. Se non si avrà questo coraggio, continueremo con la roulette russa e cioè far sì che ogni comandante spera che non accada? Poi se accade si vedrà (con tutta la devastazione traumatica che ne consegue). Ma questo vuole anche dire lasciare soli i comandanti anziché aiutarli contro questo fato che può colpire ovunque dagli uffici alle attività operative. E i comandanti di ogni grado avrebbero il diritto di chiedere esattamente questo all’amministrazione di appartenenza. Non il faro che poi viene acceso su quel reparto alla ricerca dei colpevoli. Che non sempre ci sono”, ha concluso.
(fonte foto di apertura: https://www.gdf.gov.it)
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