Crediti fiscali trasferibili: strumento legale e opportunità economica per l’Italia

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I crediti fiscali trasferibili rappresentano uno strumento
estremamente potente e pienamente legittimo all’interno
dell’Eurozona. Si tratta di un mezzo di pagamento a accettazione
volontaria che non mette in discussione la moneta unica.

Crediti fiscali trasferibili: le condizioni

Affinché abbiano il massimo impatto sull’economia e sul gettito
fiscale, è fondamentale che questi crediti:

Conto e carta

difficile da pignorare

 

  • circolino senza limiti;
  • siano riportabili negli anni successivi alla scadenza;
  • vengano gestiti in modo responsabile.

Ogni anno lo Stato italiano raccoglie circa 900 miliardi di euro
tra entrate tributarie e contributi previdenziali, dimostrando
l’ampia capacità di assorbimento del mercato per gli sconti
fiscali. Nonostante questa potenzialità, la propaganda ha cercato
di ostacolare la circolazione di questi crediti con argomentazioni
infondate.

Principali accuse e confutazioni

In questo approfondimento proveremo a definire e confutare le
principali accuse.

Crediti fiscali: moneta parallela illegale

Accusa: i crediti fiscali trasferibili
rappresentano una moneta illegale nell’eurozona

Falso. I crediti fiscali sono titoli di Stato che consentono di
scontare le tasse. Il mercato decide liberamente di accettarli e
scambiarli per merci, servizi o euro. Questo meccanismo non mette
in discussione l’euro come moneta unica legale.

L’Italia rischia la bancarotta?

Accusa: secondo il mainstream a causa della
circolazione dei crediti fiscali l’Italia rischia la
bancarotta.

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per lavori di ristrutturazione

 

Falso. I crediti fiscali trasferibili hanno sostenuto settori
strategici come l’edilizia e le filiere industriali correlate,
specialmente durante la crisi economica legata alla pandemia. Il
rapporto debito/PIL italiano è sceso dal 154,1% al 134,6% tra il
2020 e il 2023, a fronte di una riduzione molto più contenuta in
Francia (dal 115% al 111%). Il dato di fatto è che la circolazione
dei crediti fiscali stimola l’economia e le entrate statali.

Se venisse ripristinata la libera circolazione dei crediti
fiscali, gli effetti nefasti che vengono paventati sul futuro
andamento dei conti pubblici svanirebbero. Poiché i crediti fiscali
emessi nel settore edilizio sono spalmati su cinque o dieci anni,
il loro impatto sulla crescita dell’economia va ben oltre il
completamento dei lavori, andando ad esaurirsi nel momento in cui
vengono portati in compensazione. Più i crediti fiscali
circoleranno, maggiori saranno i benefici per l’attività economica
e per le entrate dello Stato.

Circolazione dei crediti fiscali e truffe

Accusa: la circolazione dei crediti fiscali
alimenta le truffe.

Falso. Le truffe si verificano durante l’assegnazione dei
crediti fiscali, spesso a causa di documenti falsi che attestano
lavori o immobili inesistenti. L’Agenzia delle Entrate conosce i
beneficiari dei crediti, ma dovrebbe rafforzare i controlli
preventivi per evitare tali frodi.

La cessione del credito avviene solo dopo la sua maturazione,
momento in cui eventuali truffe si sono già consumate. Le frodi
registrate negli ultimi anni sono state principalmente causate
dall’assenza di controlli adeguati sui bonus fiscali (prima
dell’introduzione del Decreto Antifrode nel novembre 2021) e dalla
scarsa vigilanza del Fisco, soprattutto nei casi di grandi
interventi di ristrutturazione.

Crediti trasferibili e deficit pubblico

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Accusa: I crediti fiscali trasferibili
aumentano il deficit pubblico.

Falso. I crediti fiscali dei bonus edilizi non sono “pagabili”
in quanto lo Stato non li rimborsa in denaro. L’impatto si verifica
solo quando vengono utilizzati per compensare tasse. Questo è
chiaramente stabilito dal regolamento SEC2010 sulla contabilità
europea secondo il quale un credito fiscale è pagabile se esiste il
diritto al rimborso in denari e non se può circolare: è pagabile se
lo Stato paga.

Crediti trasferibili e aumento dei prezzi in edilizia

Accusa: I crediti fiscali trasferibili hanno
fatto aumentare i prezzi nell’edilizia.

Parzialmente vero. L’incertezza sulle proroghe degli incentivi
da parte dei governi Draghi e Meloni ha alimentato una domanda
eccessiva, causando l’aumento dei prezzi. Questo effetto si è
sommato all’incremento dei costi energetici e alle difficoltà di
approvvigionamento post-Covid.

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Le vere ragioni dell’opposizione alla Moneta Fiscale

Nel novembre 2022, il ministro dell’Economia Giorgetti ha
dichiarato: “Ci sono osservazioni da parte di soggetti
esterni…Stiamo attenti, evitiamo di dire che questi crediti di
imposta devono circolare liberamente. Non dobbiamo proprio dirla
questa cosa qua, è meglio per tutti e per lo Stato italiano in
particolare
”. Questa dichiarazione faceva trasparire un
avvertimento minaccioso svelando il vero motivo dell’attacco alla
trasferibilità dei crediti di imposta. Secondo diversi commentatori
i crediti d’imposta generati dai bonus edilizi nel momento in cui
possono circolare liberamente nell’economia vengono considerati
dalla BCE come una pericolosa forma di moneta fiscale.

I crediti fiscali permettono di finanziare l’economia senza
emettere debito pubblico tradizionale, riducendo la dipendenza dai
mercati finanziari. Questo è il vero motivo dell’opposizione: la
Moneta Fiscale offre un’alternativa concreta per recuperare
autonomia nella politica economica e ridurre il peso del debito
pubblico.

A cura di Stefano Sylos
Labini

Gruppo Moneta Fiscale





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