Carretta (Assofactoring), settore sano ma norme ci penalizzano

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Presidente associazione, con P.a. in ritardo aiutiamo le imprese

Di Redazione |

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ROMA, 14 GEN – “Il factoring è un settore sano, con
un livello di crediti deteriorati inferiore (2,7%) a quello
delle banche (3%) se si esclude il falso positivo rappresentato
dai crediti deteriorati verso la P.a.”. E’ quanto afferma il
presidente di Assofactoring Alessandro Carretta in una
conversazione con l’ANSA sottolineando come “purtroppo la
normativa europea sulla definizione di default non riconosce in
pieno le specificità dei crediti commerciali, che sono diversi
da quelli finanziari, e penalizza così il factoring, richiedendo
un assorbimento di capitale innaturale (perché connesso a un
rischio di default che non si manifesta nel caso del settore
pubblico) a svantaggio finale delle imprese, in termini di
disponibilità e costo del credito”.
Il presidente dell’associazione ricorda che “il factoring
continua ad essere, in base ai dati 2024 e alle previsioni per
quest’anno, la soluzione ai problemi di gestione del capitale
circolante delle imprese. Oltre 250 miliardi di euro di crediti
acquistati nei primi 11 mesi dello scorso anno, con una chiusura
del 2024 in linea con le attese; +2-3% di crescita attesa nel
2025, sulla base degli attuali scenari di andamento del Pil, di
cui il factoring rappresenta ben il 14%. Nel caso dei crediti
vantati dalle imprese verso la PA, l’intervento del factoring
consente a quest’ultima di conciliare tempi di pagamento ancora
molto lunghi (mediamente circa 140 giorni!) con le esigenze di
liquidità delle imprese fornitrici, assicurando così la
continuità delle forniture di beni e servizi pubblici essenziali
al paese”.
“L’industria del factoring – conclude – è al fianco di Mef e
Banca d’Italia per risolvere” il problema delle norme Ue “ed
evitare effetti negativi per le imprese ed il paese”.

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